La quinta generazione del Mitsubishi L200

L200, arriva la quinta generazione:
Mitsubishi riscrive le regole del pick up

di Giampiero Bottino
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NIZZA – Non chiamatelo pickup, rischiereste di sminuirne quella che secondo Mitsubishi è una missione rivoluzionaria. La casa dei tre diamanti preferisce infatti il termine Sut (Sport utility truck) per definire la nuova generazione dell’L200, evidenziandone i contenuti che mirano a portare un’iniezione di novità in una fascia di mercato rimasta sempre uguale a se stessa, come se fosse immune alla rivoluzione che negli ultimi 15 anni ha letteralmente rivoluzionato tutti i segmenti del mercato automobilistico.

Chiamato a sostituire da settembre la generazione di maggior successo che si appresta a passare il testimone dopo 9 anni e 1.3 milioni di unità vendute nel mondo (sui 4 totalizzati complessivamente dal 1978, anno di nascita del primo “one ton pickup” Mitsubishi) e 220.000 in Europa, il quinto rappresentante della genealogia L200 – Triton o Strada fuori dal Vecchio Continente – ha abbandonato i dimessi abiti da lavoro per indossare quelli un po’ più eleganti propri delle automobili.

Seppur condizionato dal cassone che impedisce ai designer di dare libero sfogo alla creatività, il nuovo L200 esibisce una cabina caratterizzata da linee moderne e filanti, pur nei contorni netti e definiti che segnano una svolta rispetto al look morbido e arrotondato dei modelli precedenti. L’abitacolo, per spazio e comfort, ricorda quello di una confortevole berlina a cinque posti, almeno nelle due configurazioni previste per il mercato italiano, e cioè la “Double cab” con quattro porte convenzionali e il filante profilo a J (“J-Line”) che divide la cabina da pianale, e la Club Cab che di porte ne ha sempre quattro, ma le due posteriori sono piccole, seminascoste e ad apertura controvento.

Altri scampoli di personalità automobilistica sono le luci diurne a Led integrati nei gruppi ottici bi-xeno, il clima automatico bi-zona, la telecamera di retromarcia, il volante regolabile in inclinazione e distanza, mentre le dotazioni elettroniche al servizio della sicurezza sono state arricchite con l’allarme di uscita involontaria dalla carreggiata, il sistema di assistenza alla stabilità del rimorchio e l’assistenza alle partenze in salita.

Sotto l’aspetto meccanico, la grande novità dell’L200 si nasconde nel cofano ed è rappresentata dal 2.4 turbodiesel declinato nelle versioni a bassa (154 cv) e alta (181 cv) potenza, accreditate di una coppia massima di 380 e 430 Nm rispettivamente. Il cassone posteriore e la lunghezza di 5,2 metri si sentono, ma inerpicandosi sulle montagne che fanno da sfondo alla Costa Azzurra l’L200 ha manifestato – soprattutto nella versione più potente – un’agilità sorprendente abbinata a un temperamento insopettabile per un prodotto che – esagerazioni all’americana a parte – non ha certo nelle prestazioni velocistiche né il principale punto di forza né la prevalente motivazione d’acquisto.

A completare la positiva evoluzione della specie concorrono i due cambi disponibili, e cioè il manuale a 6 rapporti, nuovo e interamente progettato in casa, e l’automatico a 5 ereditato dal Pajero e debitamente migliorato. Entrambi hanno saputo assecondare al meglio il motore anche dal punto di vista dell’efficienza: con il cambio di generazione, infatti, l’L200 ha ridotto da 199 a 169 g/km le emissioni minime di CO2, un valore – imputabile anche al contributo dell’Auto Stop&Go (una prima per il segmento, disponibile in abbinamento con il cambio manuale) – che autorizza Mitsubishi a rivendicare il primato della categoria, visto che i concorrenti vantano valori compresi tra 180 e 265 g/km.

Tra tante sorprese, una conferma: nei modelli che ne sono dotati, il sistema di trazione integrale permanente Super Select 4WD II con marce ridotte regala all’L200 una capacità fuoristrada degna dei più acclamati protagonisti della specialità. Lo abbiamo verificato su un percorso lungo e impegnativo, anche se non estremo, dove il nuovo pickup dei tre diamanti ha dimostrato una grande disinvoltura superando gli ostacoli senza problemi e, cosa che non guasta anche in un mezzo da lavoro, garantendo sempre un soddisfacente livello di comfort.

Dato il largo anticipo della presentazione dinamica rispetto al lancio commerciale, previsto come detto a settembre, non è ancora stato annunciato il listino ufficiale, ma Moreno Seveso, direttore generale di Mitsubishi Italia garantisce che la differenza rispetto ai prezzi della generazione attuale non supererà i 1.000 euro, a dispetto degli equipaggiamenti più ricchi e delle tecnologie più evolute. In concreto, il Club Cab potrebbe avere un prezzo base attorno ai 29.000 euro, mentre il Double Cab potrebbe oscillare tra meno di 31.000 e 35.000 a seconda degli allestimenti (Invite, Intense e Instyle) e della presenza o meno del pacchetto Luxury.

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Giovedì 27 Agosto 2015 - Ultimo aggiornamento: 30-11-2015 12:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA