Un veicolo commerciale utilizzato per il trasporto merci

Per i veicoli da lavoro il vento è in poppa: ottima forma per furgoni e grandi camion

di Diodato Pirone
  • condividi l'articolo

ROMA - I furgoni tornano a fare record. Si, nel 2016 l’industria italiana delle quattro ruote tornerà a superare la mitica quota di 1 milione di pezzi prodotti proprio grazie ai furgoni. Ovvero ai Ducato Fiat e ai suoi cugini Boxer Peugeot e Jumper Citroen che da 35 anni, grazie a uno storico accordo fra il Lingotto e i francesi di Psa, vengono assemblati dagli oltre 6.500 operai della Sevel di Atessa, in Abruzzo. Già perché quest’anno dalle linee di montaggio abruzzesi - un paio d’anni fa completamente rimodernate con 700 milioni di investimenti - usciranno fra i 290 e i 300.000 furgoni, almeno 20.000 in più di quelli fabbricati lo scorso anno. Mai il Ducato e i suoi cugini avevano raggiunto questi livelli di produzione.

Cui, per completare il quadro, vanno aggiunti i singoli componenti “made in Abruzzo” che ogni settimana partono dai porti italiani su navi dirette verso il Messico dove viene assemblato il Ducato destinato agli Stati Uniti (e al Canada) distribuito con il marchio Ram e il nome ProMaster. Il boom del furgone italiano ha consentito un aumento dell’occupazione di circa 200 unità e anche una crescita dei sabati lavorati in straordinario che poi vuol dire buste paga un po’ meno magre.

Anche per questo la festa popolare organizzata da Fiat nello scorso settembre per festeggiare i 35 anni della fabbrica, una delle ricchezze più importanti dell’intero territorio abbruzzese, ha visto oltre 40.000 persone attraversare i cancelli dello stabilimento in un evento che, almeno per un giorno, ha trasformato la fabbrica in una specie di assett collettivo del territorio e dei suoi abitanti.

La Sevel va a gonfie vele e può assumere non solo per l’ormai consolidata buona qualità dei suoi prodotti, ma anche perché il mercato italiano (e pure quello europeo) dei veicoli commerciali tira moltissimo anche grazie alle agevolazioni fiscali, il cosiddetto superammortamento, per chi investe.
A settembre il mercato italiano del settore ha registrato il 32esimo aumento mensile consecutivo con 16.600 veicoli commerciali immatricolati e una spettacolare crescita del 47% sull’anno precedente. Nei primi nove mesi dell’anno l’Italia ha assorbito quasi 131.000 veicoli commerciali raggiungendo la quantità di vendite dell’intero 2015 con ben tre mesi di anticipo.

La parte del leone continua a farla la Fiat che nei primi sei mesi del 2016 (dati Unrae) ha piazzato 5 propri veicoli nei primi 10 più venduti cui va aggiunto il cugino Daily che fa capo alla Cnh (ex Fiat Industrial) e che viene prodotto in un’altra fabbrica appena ristrutturata a Suzzara in provincia di Piacenza.
Il Ducato Fiat guida la classifica delle vendite semestrali 2016 con quasi 10.000 pezzi seguito dal Doblò Fiat (7.400) e dal Transit della Ford (5.400). All’incirca un furgone su tre venduto in in Italia è di marca Fiat che nel primo semestre 2016 ha aumentato del 26% le proprie vendite, un po’ meno del mercato che è cresciuto del 28%. Meglio di Fiat hanno fatto Ford (+63%), Renault (+48,5%), Mercedes (+37%) e Volkswagen (+28,7%).

Quest’anno, sempre grazie agli sconti fiscali, sta andando benissimo anche il mercato dei camion lievitato del 58% a settembre e del 40,6% nei primi 9 mesi. «La costanza dell’incremento del mercato conferma l’effettiva inversione dell’andamento delle immatricolazioni di veicoli industriali in Italia dopo il lungo perido di sofferenza iniziato nel 2008», commenta il presidente della sezione veicoli industriali dell’Unrae Franco Fenoglio. Se nei primi nove mesi del 2015 furono venduti in Italia 11.300 veicoli industriali nello stesso periodo di quest’anno ne sono stati immatricolati ben 15.900.
 

 

  • condividi l'articolo
Giovedì 29 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 13-07-2017 18:36 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti