Arturo Merzario al volante dell'Alfa Romeo 33 TT 12 del 1975 (12 cilindri contrapposti, 2995 cc, 500 cv), l auto campione del mondo Marche nel 1975

Alfa Romeo in prima linea alla Targa Florio: John Elkann in passerella sulla SZ del ‘60

di Sergio Troise
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PALERMO - L’edizione numero 100 della targa Florio ha visto tra i protagonisti di primo piano il marchio Alfa Romeo, che sulle strade della leggendaria corsa siciliana ha scritto memorabili pagine di storia, avendo ottenuto ben 10 vittorie assolute, 3 secondi posti, 7 terzi e 10 giri più veloci. Un palmares straordinario, ulteriormente arricchito da due record: quello delle vittorie consecutive (6 successi dal 1930 al 1935) e quello delle doppiette, in tutto cinque. Con l’Alfa 33 TT12 del Mondiale Prototipi le vittorie più importanti, ma non vanno dimenticati i tanti successi di classe ottenuti da clienti privati con le Giulietta SZ, Giulia TZ1, TZ2 e GTA.

Per l’Alfa Romeo, che assieme ad Abarth ha recitato anche il ruolo di main sponsor dell’evento celebrativo organizzato dall’Automobile Club d’Italia in collaborazione con l’ACI di Palermo, la passerella siciliana ha offerto dunque l’occasione per ritornare sulle strade dove si è formato e sviluppato il mito del quadrifoglio. Qui, sul circuito delle Madonie, hanno primeggiato le Alfa dei tempi eroici guidate da Ugo Sivocci (1923), da Achille Varzi, Tazio Nuvolari, Tonino Brivio (dominatori dal ‘31 al ‘35), e poi, negli anni 60/70, da Tony Hezemans, Arturo Merzario, Nino Vaccarella.

Per dare un contributo significativo alle celebrazioni della Targa 100, l’Alfa ha aperto dunque le porte del museo di Arese, la cosiddetta “macchina del tempo” ed ha portato in Sicilia alcune delle macchine più importanti della sua collezione. Tra queste, anche la Giulietta SZ del 1960 (4 cilindri in linea, 1290 cc, 100 cv, 200 km/h), modello appartenente alla seconda serie e caratterizzato dalla coda tronca (o coda di Kamm), affidata per l’occasione a un equipaggio molto particolare, composto dal presidente di FCA John Elkann e dalla moglie Lavinia Borromeo. Non meno interessante, tra le star della Targa, la Giulietta SZ 1.3 coda tonda che vinse la classe nel 1962, affidata a Stefano d’Amico, presidente del Registro Storico Alfa Romeo, e alla moglie Corinna.

“Con la nostra presenza in forze alla Targa abbiamo voluto dare un segno tangibile dell’importanza che diamo all’heritage” ha spiegato Roberto Giolito, responsabile del settore auto storiche di FCA (e direttore di Abarth classiche). “Le Alfa – ha aggiunto - hanno scritto la storia dell’automobilismo, e il loro passato rappresenta una traccia indelebile, nel cui solco ci muoviamo tuttora per sviluppare prodotti all’avanguardia, in grado di ben figurare su scala mondiale, come la nuova Giulia”.

Tra le Alfa d’epoca più belle viste in Sicilia c’era anche la Giulia Sprint Speciale del 1963 (4 cilindri in linea, 1570 cc, 112 cv), evoluzione tecnica della Giulietta SS, coupé disegnato da Franco Scaglione e caratterizzato da linee sinuose e personali che ne determinavano una personalità unica e doti aerodinamiche all’epoca sconosciute. Doti non certo sperimentate, come usa oggi, in galleria del vento, ma incollando sottili fili di lana sulla carrozzeria e lanciando l’auto a tutta velocità sull’autostrada Milano-Torino. Che tempi!

Dalla collezione ufficiale Alfa Romeo sono giunte in Sicilia anche le quattro vetture storiche impegnate nella Targa Florio Historic Speed, la passerella dinamica finale che dalle Tribune di Floriopoli a Cerda ha chiuso la manifestazione in un tripudio di folla entusiasta. Tra applausi ed ovazioni, ha aperto la parata del Biscione l’Alfa 6C 1500 Super Sport del 1928 (6 cilindri in linea, compressore, 1487 cc, 76 cv), primo modello della longeva dinastia a sei cilindri dell’era Jano, che conquistò il primo degli 11 successi della Casa del Biscione alla Mille Miglia con Giuseppe Campari e che, con lo stesso pilota, si classificò secondo assoluto e primo di classe alla Targa Florio del 1928.

Da brividi il ritorno sule strade delle Madonie dell’Alfa 33/2 litri Daytona del 1968 (8 cilindri a V, 1995 cc, 270 cv), mitica sport prototipo protagonista nelle gare di durata e nelle cronoscalate di allora, e che conquistò la vittoria di classe alla Targa Florio del 1968. Ma il clou dell’amarcord alfista è arrivato con il passaggio della 33 TT 12 del 1975 (12 cilindri contrapposti, 2995 cc, 500 cv), l’auto campione del mondo Marche nel 1975, che si aggiudicò, in quella magica stagione, anche la Targa Florio con Arturo Merzario e Nino Vaccarella.

A completare lo schieramento delle grandi Alfa del passato s’è aggiunta infine una rarissima 750 Competizione del 1955 (4 cilindri in linea, 1488 cc, 145 cv), una spider da corsa realizzata in un solo esemplare completo, con il motore di origine Giulietta e la linea disegnata da Boano. L’auto, un’autentica rarità, è arrivata via nave dagli Stati Uniti e non andava in moto da 40 anni. Ma, fatto salvo qualche piccolo problema, ha portato a termine la sua prova.

Il “pezzo di storia” più antico, magistralmente conservato nel museo di Arese, non ha sfilato su strada, ma ha recitato la parte della star indiscussa nel corso di una delle serate di gala che hanno animato il contorno glamour della Targa 100. L’Alfa RL TF (dove la sigla TF sta proprio per Targa Florio) con cui Sivocci vinse “ ‘a cursa” del 1923 faceva infatti bella mostra di sé nel viale d’ingresso di Villa Chiaromonte Bordonaro, prestigiosa location palermitana che ha ospitato concorrenti, organizzatori e sponsor dell’evento. Con quell’auto Sivocci percorse i 432 km del circuito delle Madonie (4 giri da 108 km ciascuno) alla media di 59,040 km/h, una velocità strabiliante per l’epoca, considerando soprattutto le insidie e le asperità del percorso.

Un dettaglio significativo svela perché l’Alfa RL TF è considerata tanto importante nella storia del Biscione: in segno di buon auspicio, prima della gara le fiancate della vettura furono decorate con un quadrifoglio verde. E’ dunque quello l’inizio della storia di un simbolo leggendario per l’Alfa Romeo, che ha caratterizzato le vicende della squadra corse Autodelta e reso riconoscibili le Alfa di serie più prestazionali. Una storia che, dopo oltre novant’anni, continua ancora oggi con la nuova Giulia Quadrifoglio.
 

 

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Giovedì 12 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 20-05-2016 16:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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