Era il 1907, edizione numero 2 della Targa Florio, quando la Fiat s impose con il modello 28/40 HP denominato proprio Tipo Targa Florio , al volante Felice Nazzaro

Svolta Fiat nel settore heritage: la Targa Florio per ricominciare ad essere protagonista

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PALERMO - Quando si parla della Targa Florio, la corsa più antica del mondo (è nata nel 1906) che ha appena tagliato il traguardo dell’edizione numero 100, il pensiero vola ai grandi marchi affermatesi sul mitico circuito delle Madonie: Porsche, Alfa Romeo, Ferrari, Maserati… Pochi ricordano che può vantare un ruolo d’un certo prestigio anche la Fiat. E non solo per le brillanti prove del periodo rallistico (l’ultimo, dopo l’esclusione della corsa siciliana dal calendario del Mondiale Marche), ma anche per le massacranti, avventurose, temerarie corse d’inizio secolo, quando si gareggiava su un percorso impolverato di oltre 400 chilometri, affrontando difficoltà e pericoli d’ogni genere.

La presenza Fiat alla Targa 100 merita dunque una escursione storica che renda omaggio ai trascorsi sportivi del marchio torinese, impegnatosi proprio di recente sul fronte dell’heritage. “Un impegno - dicono i responsabili del programma - che mette insieme patrimonio ed eredità e simboleggia i valori di una storia che non è solo un bene dell’azienda, ma è memoria storica e culturale dell’intero Paese”.

Era il 1907, edizione numero 2 della corsa voluta da Vincenzo Florio, quando la Fiat s’impose con il modello 28/40 HP denominato proprio “Tipo Targa Florio”. Al volante Felice Nazzaro (1881/1940), talento torinese che coprì la distanza di 469 km nel tempo di 8 ore 17 minuti 36 secondi alla media di 54,086 km/h. Con lui facevano parte della squadra Fiat Vincenzo Lancia e l’inglese Weillschott, gentleman innamorato del marchio torinese.

46 i piloti al via di quella seconda edizione della Targa, passata alla storia come “La trionfale”, in puro spirito napoleonico, per il grande successo registrato e le numerose novità organizzative e tecniche. Per la prima volta i cronometristi erano collegati con la direzione corsa via telefono e in tal modo si poteva aggiornare il tabellone dei tempi quasi in tempo reale: un beneficio per il pubblico che occupava i posti di riguardo, ai tavoli dei bar e dei ristoranti allestiti nella zona dei box, dove la pavimentazione era stata rivestita in legno, in modo da evitare impantanamenti in caso di pioggia.

Ma la novità più importante di quella Targa vinta dalla Fiat fu l’introduzione di un nuovo sistema per la sostituzione delle gomme in caso di foratura. Per la prima volta in Italia si videro le jantes amovibles, già sperimentate dai fratelli Michelin al Grand Prix de France del 1906: erano ruote smontabili con tutto il pneumatico direttamente dall’assale. Così non si toglieva soltanto il pneumatico come era stato sino ad allora, ma la ruota intera, con grande vantaggio. Una novità rivoluzionaria, alla quale si aggiunse l’obbligo di fare rifornimento esclusivamente ai box e non più lungo il percorso.

Avversarie in prima linea della Fiat furono, tra le altre, Isotta Fraschini, Darraq, Itala, Daimler, Diatto-Clement, Berliet, Rapid. Ma la Fiat 28/40 HP Tipo Targa Florio si rivelò imbattibile. L’auto assecondò Nazzaro al meglio, tanto che il pilota, una volta tagliato il traguardo, si diede una pettinata e andò a salutare le autorità mostrandosi per nulla affaticato dalle oltre otto ore di guida sulle tormentate strade delle Madonie.

Altra vittoria storica ottenuta dalla Fiat alla Targa Florio è quella del 1921, firmata da Giulio Masetti, al volante di una S57/14B, con la quale coprì i 432 km del percorso (leggermente accorciato rispetto a 14 anni prima) nel tempo di 7 ore, 25 minuti e 5 secondi, alla media di 58,236 km/h. Quella Fiat, in verità, era un’auto datata, ma Masetti si rivelò un pilota di grande talento, e dopo due secondi posti alla Parma-Poggio di Berceto e alla Coppa della Consuma, colse sorprendentemente la sua prima vittoria proprio alla Targa Florio, battendosi alla grande contro gli squadroni Alfa Romeo e Mercedes.

La terza e ultima vittoria di una Fiat nella Targa Florio è datata 1957, quando la corsa di velocità venne trasformata in prova di regolarità in seguito alla sciagura della Mille Miglia, che decretò la fine delle corse su strada in Italia. Vinse lo sconosciuto Fabio Colonna, al volante di una Fiat 1100, senza lasciare tracce nella leggendaria storia della corsa siciliana. Corsa che un anno dopo, comunque, avrebbe ottenuto una totale riabilitazione, in virtù di una caratteristica unica: con 836 curve in 72 chilometri, era la corsa più lenta, e dunque più sicura, del campionato mondiale marche. Solo alla fine degli anni 70 ci sarebbe stata la definitiva esclusione dal giro iridato, con la trasformazione in “Rally Targa Florio”.

Questo bagaglio di ricordi ha accompagnato la presenza Fiat alla Targa numero 100. Dove il ruolo della star è stato affidato ad un bell’esemplare di 124 Sport Spider del 1970, la stessa vettura che Fiat ha esposto, nel marzo scorso, al Salone di Ginevra accanto alla nuova 124 Spider, per sottolineare il forte legame stilistico tra passato e presente.

La 124 Spider d’epoca, verniciata in giallo, è stata inserita nel programma della Targa Florio Classic, per fare passerella, con al volante Roberto Giolito, mago del design che ha firmato la 500 di nuova generazione e ora si occupa di heritage. Evoluzione della Fiat 124 berlina, la Spider venne lanciata nel 1966, e ottenne subito un grande successo, anche grazie al design di Pininfarina, che ne esaltava sportività ed eleganza. Doti che incontrarono anche il favore del pubblico americano: dei 200.000 esemplari prodotti, infatti, più di tre quarti attraversarono l’oceano.

Quanto alla meccanica, il motore di quella prima 124 era un 1.4 bialbero, successivamente sostituito da un 1.6, poi da un 1.8 e da un 2.0 litri, cui si aggiunse una versione con il volumex destinata ad una sorta di 124 Spider bis denominata Spider Europa e costruita su licenza negli stabilimenti Pininfarina. Il cambio era manuale a 5 marce, i freni a disco sulle quattro ruote. Gli interni erano lussuosi, con parti in radica, e la capote si distingueva per la facilità delle operazioni manuali di apertura e chiusura. A differenza di molte spider, la 124 conservava un appeal invidiabile anche con l’hard-top.

Al seguito della sua storica “progenitrice”, nello scenario della Targa Florio Fiat ha portato anche la 124 Spider di nuova generazione, che racchiude in uno stile evoluto la bellezza classica della vettura storica senza tradirne l’essenza. Tributo all’iconica vettura del passato (quella si chiamava Sport Spider, questa solo Spider) la nuova 124 si colloca nel solco della tradizione della sua celebre antenata puntando su stile e prestazioni. A equipaggiarla, il propulsore turbo MultiAir quattro cilindri 1,4 litri, che eroga 140 cv di potenza e 240 Nm di coppia, ed è disponibile con cambio manuale a 6 marce.

Fiat ha colto l’occasione della Targa Florio per mettere in mostra anche i nuovi Doblò in allestimento officina mobile, che accompagneranno le vetture della collezione FCA Heritage nel corso di vari eventi in diversi Paesi. In proposito, è stato sottolineato dai responsabili del comparto heritage che “questo supporto sarà offerto per tutto il 2016 alla nuova struttura nata con il compito di coordinare tutte le azioni dell’azienda nel mondo dell’automobilismo storico”.
 

 

  • condividi l'articolo
Domenica 15 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 20-05-2016 15:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti