L'Azimut 60 protagonista a Cannes

Spettacolo a Cannes. La perla della Costa Azzurra ha aperto la stagione dei saloni del mare

di Sergio Troise
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CANNES - La bancarotta di Lehman Brothers e la crisi che dal 2007 ha investito gran parte del pianeta è ormai un ricordo che va sbiadendosi sempre più. Stime di qualificati analisti dicono che il numero di chi possiede beni per oltre 30 milioni di dollari a livello globale salirà da 193.000 a 275.000 entro il 2026. La produzione e l’occupazione aumentano persino in Italia e, nonostante il perdurare di problemi irrisolti (burocrazia, corruzione, sacche di povertà), la propensione all’acquisto di beni non strettamente necessari è in crescita un po’ dovunque, persino nel nostro Sud. In questo quadro sorprendente, tutto da scoprire, è partita la stagione dei saloni nautici, scintillanti vetrine aperte al pubblico internazionale per fare il punto sullo stato dell’arte della produzione e del mercato. Ebbene: il settore è in grande spolvero e dopo anni bui può guardare al futuro con ritrovata fiducia. E il discorso riguarda in particolare il made in Italy, che può vantare un prestigio riconosciuto a livello planetario.
 

 

In attesa di misurare il termometro della ripresa domestica a Genova (21-26 settembre) e ritornare poi sulla scena internazionale a Montecarlo (27-30 settembre) s’è avuta conferma della ritrovata verve del settore al 40° Yachting Festival di Cannes. Il salone francese si è svolto dal 12 al 17 settembre nella “capitale” della Costa Azzurra in uno scenario di lusso e glamour in cui yacht e super yacht l’hanno fatta da padroni. Fra i visitatori diversi paperoni dello yachting, in molti casi personaggi stravaganti, come l’armatore cinese che ha chiesto ad Azimut di consegnarli la sua “villa galleggiante” senza motori (“tanto non uscirò mai dal porto”), o quello che ha preteso la sistemazione dello yacht in giardino (“per giocare al karaoke”). Un cliente Benetti ha voluto invece una sala chirurgica attrezzata anche per operazioni a cuore aperto in mezzo al mare.

Curiosità e bizzarrie a parte, la scena dell’industria nautica è dominata da concreti progressi nell’innovazione, nelle tecnologie, nell’impiego di materiali in grado di alleggerire le barche senza pregiudicarne la solidità e le capacità di navigazione. E in questo scenario, il Made in Italy è leader, con realtà come Azimut, titolare anche del marchio Benetti e primo gruppo privato nel mondo della nautica da diporto: 19 le imbarcazioni esposte, fino a 40 metri, nella cornice della “Dolce Vita 3.0”, piano strategico che mira a diffondere quella filosofia del piacere di vivere magnificamente illustrata da Federico Fellini negli anni 60. Azimut Yacht ha esposto dunque a Cannes quattro nuovi modelli frutto d’un concept d’avanguardia, che include l’impiego del carbonio per le sovrastrutture e privilegia la conquista dello spazio e della luminosità: sono i Grande 35 e 27 metri, il 60 Fly e l’Azimut S7. Le nuove barche sono state progettate come sempre da Stefano Righini, al quale si sono affiancati per gli interni e gli arredi Achille Salvagni (noto per aver firmato esclusive dimore di Londra, Parigi, New York) e Francesco Guida, uno dei più noti specialisti del settore.

Giovanna Vitelli e Marco Valle, vicepresidente e Ceo di Azimut, hanno colto l’occasione per comunicare che «il cantiere rafforza la propria presenza in Europa con nuovi accordi di dealership in Francia e Inghilterra e con l’ingresso in Slovenia e Lituania, mercati che si aggiungono alle presenze nel Vecchio Continente, dove Azimut fattura il 29% del totale, mentre il 25% è distribuito tra Medio Oriente e Asia Pacifico e il 38% riguarda l’America».

L’esercizio 2016/2017 ha chiuso i conti con un aumento del fatturato del 15%, oltre i 330 milioni di euro (senza contare i ricavi di Benetti, che si sta dedicando anche alla costruzione di giga yacht oltre i 100 metri). 250 le barche prodotte nell’ultimo anno, con una forza lavoro di duemila dipendenti diretti e altrettanti nell’indotto. Il piano d’investimenti di Azimut per i prossimi tre anni è di 35 milioni.
Con una flotta di 25 yacht e 6 prime mondiali, a Cannes ha recitato un ruolo di primo piano anche Ferretti Group, altra star del made in Italy, pur se controllato dai cinesi di Weichai. Il presidente Galassi ha potuto parlare con orgoglio di conti a posto e fatturati in crescita, presentando i gioielli firmati Ferretti, Riva, Pershing, Itama, Custom Line. Situazione simile per altri brand di prestigio come Baglietto, San Lorenzo, Monte Carlo, Mangusta e l’emergente Arcadia, presenti a Cannes con spettacolari gioielli pronti ad affrontare le nuove sfide del mercato del lusso.
 

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Giovedì 21 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 23-09-2017 15:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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