La Porsche Spyder S in velocità

Porsche Boxster Spyder, la forza della
leggerezza: motore e freni della 911 S

di Nicola Desiderio
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FIRENZE – Il vento nei capelli e la 911 nel cuore. Così si può definire la Porsche Boxster Spyder, quarta variante delle scoperta di Zuffenhausen che per la prima volta nella sua storia ospita nel cofano il boxer della sorella più grande e, grazie anche alla cura dimagrante, offre prestazioni, sensazioni e qualità di guida degne di una roadster sportiva di razza.

Una ricetta che la Cavallina tedesca conosce bene, sin dai tempi della 550 Spyder del 1954 amata da James Dean, passando per la 718 RS del 1960 fino alle Bergspyder degli anni ’60 e alla Boxster Spyder del 2010 della precedente generazione, senza dimenticare che le ammiraglie di casa Porsche sono state sempre vetture scoperte: la Carrera GT e la 918 Spyder stanno lì a dimostrarlo.

E guarda caso hanno il motore centrale proprio come la Boxster. C’è dunque in questa Spyder qualcosa delle Porsche più estreme, come le due gobbe sul cofano e una dose mai così abbondante di 911, a cominciare dal motore che è il 3,8 litri della Carrera S, capace di tirare fuori 375 cv, cioè 45 cv in più della GTS, ma con un peso di 15 kg inferiore a quello della Boxster 2.7 da 265 cv sic et simpliciter.

La parola chiave è proprio “semplicità” togliendo il superfluo. A che servono navigatore, impianto audio e climatizzatore ad un’auto fatta per vagare senza una meta al ringhio del 6 cilindri boxer e che di aria né ha in abbondanza? E vogliamo parlare del tetto elettrico? Roba da lungomare, non da sportiva. Meglio una capote manuale con struttura ultraleggera (alluminio, acciaio, magnesio e plastica) che regala da sola 10 kg e un rapporto completamente diverso con la propria roadster.

Con il tetto motorizzato, la scoperta è ostentazione, con quello vecchia maniera della Boxster Spyder l’apertura e la chiusura della capote diventano un gesto intimo tra la macchina e il suo pilota, che si consuma in un luogo e in tempo che appartengono solo a loro. Così una privazione si trasforma in una forma di esclusività ancora più raffinata di quella scontata dei gadget, un donarsi reciproco senza filtri.

Anche i chili sono un filtro tra la macchina e la strada e, grazie anche ai sedili ultrasottili in carbonio rivestiti in Alcantara, il roadster tedesco ferma la bilancia a 1.315 kg per un rapporto peso/potenza di 3,5 kg/cv. Ma non è solo quello il parametro della sportività. Oltre al motore, anche i freni sono quella della 911 Carrera S (optional l’impianto carboceramico), l’assetto è stato abbassato di 20 mm indurendo molle e ammortizzatori, i cerchi ruota sono da 20 pollici, lo sterzo è stato reso più diretto e sono stati induriti i supporti motore e la barra antirollio anteriore, mentre quella posteriore è stata resa un po’ più morbida per migliorare la motricità, grazie anche al differenziale autobloccante meccanico (22% in tiro e 27% in rilascio) e all’azione selettiva delle pinze freno.

Misure del tutto simili a quelle della Cayman GT4, e del resto anche il paraurti anteriore con le prese maggiorate è identico, con l’eccezione del labbro inferiore, più piccolo per bilanciare l’assenza del grande alettone posteriore del quale la coupé è fornita. I tecnici tedeschi ci tengono a sottolineare che la GT4 è uscita dal reparto Motorsport come la 911 GT3, ha l’assetto a controllo elettronico ed è pronta per la pista.

Eppure al vecchio Nurburgring ferma il cronometro a 7’47”, a soli 7 secondi dalla sorelle a motore centrale e dichiara 290 km/h con uno 0-100 km/h in 4,5 secondi, dunque meglio di una 911 Carrera. Un dato che dice tanto, ma non tutto delle sensazioni che la Boxster Spyder è in grado di dare. Il volante piccolo (360 mm di diametro) non ha neppure un pulsante e le levette del cambio: qui la sigla PDK è vietata, rapporti sono 6 come i cilindri e gli innesti corti e secchi della leva mettono la macchina direttamente nelle mani del pilota, in un rincorrersi continuo tra complicità e sfida.

Il 6-boxer ha spinta e sound esaltanti sin dai regimi più bassi, cambia tono verso i 4.000 e dà tutto a 6.700 giri/min, ma può allungare fino ad una sola tacca dagli ottomila, dove il rosso segna il punto di fusione tra il vento e il rombo. Una magia dei sensi che si mescola con l’efficacia della Spyder sulle curve dove si va forte con facilità, ma il cui limite – elevatissimo! – deve essere esplorato senza fretta di raggiungerlo e da chi conosce il proprio mestiere. Anche questa è esclusività, per 30 unità all’anno, a 83.084 euro.

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Domenica 23 Agosto 2015 - Ultimo aggiornamento: 11-02-2016 16:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA