La mostruosa Ford GT svelata al salone di Detroit

Ford, dopo mezzo secolo torna la mitica GT:
sfida a Ferrari, McLaren e Lamborghini

di Nicola Desiderio
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DETROIT - Supercar a sorpresa. L’ha svelata al Salone di Detroit la Ford che fa rivivere il mito della GT40 con la GT, pronta a riconquistare in nome della storia dell’Ovale Blu quei galloni di sportività che il marchio di Dearborn aveva diluito nel tempo, che gli appassionati non hanno mai dimenticato, ma che è destinato a rivivere con il nuovo marchio Ford Performance sotto il cui ombrello debutteranno 12 modelli globali entro il 2020.


Tutta carbonio e aerodinamica attiva. Una vera supersportiva, un’autentica “halo caro” come la definiscono gli americani, ma soprattutto un portabandiera tecnologico che dimostra come a Dearborn non sappiano fare solo auto per l’uomo qualunque e possono reinserirsi quantomeno tra la Chevrolet Corvette e la Dodge Viper nell’olimpo delle sportive americane, ma con concetti decisamente più avanzati. La nuova GT infatti, ha telaio e carrozzeria in fibra di carbonio cui sono uniti due sottotelai in alluminio, soluzioni degne delle supercar più blasonate che un domani potranno fare comodo anche per le auto di grande serie per ridurne il peso. Per limitarlo al massimo, la nuova GT ha persino i sedili ricavati direttamente dalla struttura centrale del telaio sulla cui sagoma sono fissate le imbottiture tanto che solo pedaliera e volante sono regolabili. Una soluzione che la Ferrari aveva fatto vedere nel 2007 sul concept Millechili, giusto per far capire quali sono i riferimenti tecnici e prestazionale di questa Ford che cita la grande GT 40, ma senza scimmiottarla come fece invece la GT del 2004.

Cita il passato, ma non lo imita. Viceversa la nuova GT punta senza indecisioni alle massime prestazioni ed è oltremodo attenta a ogni aspetto funzionale, a cominciare dall’aerodinamica che presenta anche elementi attivi come lo splitter anteriore e lo spoiler posteriore a scomparsa che fuoriesce e assume diverse incidenze per migliorare la deportanza sia in curva sia in frenata. Da vera auto sportiva sono il profilo avvolgente della finestratura e la forma rastremata della coda che convoglia al meglio i flussi d’aria senza mancare due chiare citazioni dal passato, come i gruppi ottici circolari e i due grossi terminali di scarico alti, anche loro chiamati ad accrescere la pressione sotto l’ala posteriore, in modo da aumentare l’efficienza aerodinamica, sia in termini di penetrazione sia di deportanza. Particolari anche i due punti che uniscono il tetto ai parafanghi posteriori sulla cui fronte si aprono sottili prese d’aria. L’insieme richiama l’illustre antenata, ma ogni elemento è diverso, segno che sullo stile è stato fatto un buon lavoro senza mai subordinare la forma alla sostanza anche nel sistema di accesso, con le portiere che, aprendosi verso l’alto, ruotano verso l’esterno agevolando ingresso e uscita dall’abitacolo.

Si siede sul telaio, si comunica con il Sync3. In fibra di carbonio a vista con finitura opaca anche l’interno che presenta una plancia con forma ad ala e le bocchette dell’aerazione doppie fissate sui pannelli porta per abbassare al massimo l’altezza del profilo superiore della plancia ad ala. Improntati alla semplicità tutti i comandi, concentrati al centro e sul volante, sagomato come quello di un’auto da corsa, mentre la strumentazione è tutta virtuale su schermo TFT, il sistema di infotainment è basato sul Sync3 di prossima generazione e il tunnel centrale ha una lunghezza ridotta al minimo, giusto il minimo per ospitare il pulsante di avviamento e quelli che riguardano la regolazione dell’aerodinamica attiva e per il lauch control, posizionato proprio di fronte alla manopola di selezione del cambio doppia frizione a 7 rapporti, un ulteriore inedito per una Ford con paddle fissi dietro al volante molto estesi. E per facilitare al massimo il movimento delle mani evitando qualsiasi contatto o confusione, sul piantone non c’è nient’altro, neppure le levette per il tergicristallo e i devioluci.

Un EcoBoost da corsa con oltre 600 cv. Il pezzo forte è ovviamente la tecnica. Le sospensioni sono degne di un’auto da corsa, con sistema push-rod, barre di torsione e regolazione in altezza dell’assetto. Le ruote sono da 20 pollici con cerchi a 5 razze doppie e i freni sono provvisti di dischi carboceramici. Derivato dalle corse anche il motore, il V6 3,5 litri da oltre 600 cv che è il componente più potente della famiglia EcoBoost e sfrutta tutta l’esperienza maturata nelle competizioni Imsa dove questo propulsore, derivato a sua volta da un’unità di serie, al suo anno di debutto ha vinto 3 gare, tra cui la 12 Ore di Sebring, e raggiunto 7 podi percorrendo oltre 15mila miglia. Di saliente ha la sovralimentazione con due turbocompressori, uno per bancata, l’iniezione doppia (diretta e indiretta) e la lubrificazione a carter secco. I nostalgici storceranno il muso di fronte al fatto che non è un V8 tutto “cubic inches”, ma promette bene e soprattutto ha oltre 600 cv che, accoppiati al cambio doppia frizione a 7 rapporti, un peso presumibilmente ridotto e un’impostazione da vera sportiva 2 posti a motore centrale e trazione posteriore, fa intravvedere prestazioni davvero importanti.

A mezzo secolo dalla storia. La nuova Ford GT sarà prodotta a partire dal 2016, anno nel quale la casa di Dearborn festeggerà il 50° anniversario della storica vittoria alla 24 Ore di Le Mans del 1966 – al volante c’era anche un certo Bruce McLaren… – che vide tre Ford GT 40 monopolizzare il podio rompendo il dominio delle Ferrari ed inaugurandone il proprio che sarebbe durato per altre tre edizioni. Tra i principali artefici di quelle vittorie c’era Carrol Shelby, morto nel 2012, cui la Ford deve anche la costruzione della Mustang come mito sportivo, e che aveva già vinto la 24 Ore di Le Mans come pilota nel 1959 con una Aston Martin DBR1 al fianco di Roy Salvadori. Tutto questo porta molti a pensare e sperare che la Ford voglia tornare sul circuito di Le Sarthe per sfidare, proprio come allora, le Ferrari che da qualche anno dominano le classifiche destinate alle auto derivate dalla serie.

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Martedì 13 Gennaio 2015 - Ultimo aggiornamento: 11-02-2016 16:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA