Il Community-Based Parking di Bosch presentato al CES 2018

A Las Vegas il futuro di Bosch è già presente. Nuove armi hi-tech prevengono persino le inondazioni

di Sergio Troise
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LAS VEGAS - Non bastano le auto ecologiche, elettriche, superconnesse, capaci di parcheggiare e di muoversi da sole. Per migliorare la vita nelle grandi città serve di più: il futuro è dunque nelle smart city, che dovranno includere soluzioni intelligenti capaci di coinvolgere tutto ciò che riguarda la nostra vita quotidiana, non solo la mobilità. Le città dovranno migliorare la vivibilità complessiva. E abbattere i rischi di qualsiasi tipo, compresi quelli legati ai disastri naturali, come le inondazioni. Possibile? Secondo Bosch certo che sì.

Il colosso tedesco della ricerca avanzata si è presentato al CES di Las Vegas con una vetrina di novità stupefacenti, che illustrano quanto avanti sia la capacità di realizzare sistemi avveniristici, che illustrano già oggi quale sarà il futuro delle smart city. Stefan Hartung, membro del board e responsabile del settore Energy and Building Technology della multinazionale tedesca, in proposito ha dichiarato: “Per molto tempo il concetto di smart city è stato solo una visione. Noi stiamo lavorando per farlo divenire realtà!”

Tre le principali sorprese hi-tech presentate al Consumer Electronic Show della capitale del Nevada: due legati alla mobilità, un altro al rischio inondazioni. Il primo è un sistema automatico di ricerca del parcheggio che vedrà il suo esordio in tempi strettissimi, già nel corso del 2018, in 20 città statunitensi; il secondo si chiama Climo, ed è un sistema che misura e analizza la qualità dell’aria in tempo reale. Il terzo, come detto, è un sistema di monitoraggio digitale delle inondazioni, in grado di controllare i livelli d’acqua dei fiumi e di far scattare l’allarme in anticipo.

Il cerca parcheggio automatico mira a ridurre lo stress del conducente, l’inquinamento dell’aria, gli sprechi di tempo e di carburante. E’ stato calcolato, infatti, che oggigiorno i conducenti degli Stati Uniti trascorrono oltre 40 ore all’anno fermi nel traffico, equivalenti a 160 miliardi di dollari sperperati. Di tutto questo tempo, circa un terzo viene sprecato solo per cercare un parcheggio. Ed è proprio per questo problema che Bosch propone il Community-Based Parking, che semplifica la ricerca del posto giusto per la propria auto. Durante la guida, le macchine rilevano automaticamente lo spazio tra le auto parcheggiate e trasmettono in tempo reale i dati su una mappa digitale. In questo modo gli automobilisti vengono guidati direttamente verso i parcheggi rimasti liberi. Bosch sta già testando questo servizio in alcune città tedesche, tra cui Stoccarda. Quest’anno seguiranno, come detto, 20 città statunitensi, tra cui Los Angeles, Miami e Boston.

Se non bastasse, Bosch e Daimler si apprestano a lanciare un nuovo servizio di parcheggio autonomo presso il museo Mercedes a Stoccarda. Questa innovazione eliminerà lo stress e permetterà un uso più efficiente dei posti disponibili, in quanto lo stesso spazio potrà ospitare fino al 20% in più di veicoli. E sarà proprio l’infrastruttura del parcheggio intelligente a rendere reale la funzione di parcheggio autonomo, collegata al software di bordo del veicolo. Bosch – vale la pena ricordarlo - ha già vinto il Frost & Sullivan’s 2017 Technology Innovation Award grazie a questa soluzione di parcheggio senza conducente.

La novità mirata a migliorare la qualità dell’aria nelle città si chiama Climo: progettato in collaborazione con Intel, il sistema di monitoraggio del microclima misura e analizza 12 parametri importanti, tra cui l’anidride carbonica, l’ossido di azoto, la temperatura e l’umidità relativa. Il dispositivo è grande un centesimo rispetto ai sistemi convenzionali finora utilizzati e costa un decimo. Climo ha già vinto l’Honoree Innovation Award del CES nella categoria smart city.

Disgiunto dall’uso dell’auto è invece il sistema di controllo dei livelli d’acqua, ovvero il monitoraggio digitale dei fiumi, con il quale Bosch si propone di scongiurare i rischi di inondazioni, andando ben oltre i dispositivi meccanici di misurazione dei livelli d’acqua finora utilizzati. “La soluzione digitale – afferma la Bosch - controlla in tempo reale il livello dei fiumi e di altri corsi d’acqua vicino alle città, avvisando in caso di eventuali imminenti inondazioni”.

Un progetto pilota testerà il nuovo sistema sul fiume Neckar, vicino a Ludwigsburg, in Germania, dove verranno sistemate sonde con sensori a ultrasuoni, mentre alcune telecamere monitoreranno i cambiamenti del livello, la velocità e la quantità d’acqua. I dati verranno poi inviati al Cloud IoT (l’Internet delle cose) di Bosch per essere analizzati. Nel caso in cui vengano superate le soglie critiche, i comuni, i residenti e le aziende della zona verranno allertati in anticipo e ciò permetterà di guadagnare tempo prezioso e di attivare le necessarie misure di sicurezza.

Tutta l’attività di ricerca mirata alla piena realizzazione delle smart city non si esaurisce, secondo i vertici della Bosch, al mero avanzamento tecnologico, ma contribuisce anche a muovere l’economia e a creare occasioni di lavoro. In proposito viene ricordato che alcune delle metropoli più grandi del mondo, tra cui Barcellona, Londra e Seul, sono già sinonimo di “intelligente” e che grandi e piccole città stanno investendo sulle tecnologie per diventare sempre più smart. Secondo analisti accreditati, da oggi fino al 2020 il mercato delle soluzioni per città intelligenti crescerà del 19% all’anno, raggiungendo un volume di 800 miliardi di dollari (680 milioni di euro). E Bosch crede che tutto ciò rappresenti una grande opportunità di business: basti dire che al momento l’azienda si trova coinvolta in 14 grandi progetti per città intelligenti (tra cui San Francisco, Singapore, Tianjin, Berlino, Stoccarda) e che negli ultimi due anni ha raddoppiato le vendite per progetti intersettoriali avvicinandosi al miliardo di euro, cifra destinata ad aumentare nel futuro.

Nella Bay Area di San Leandro, ad esempio, Bosch ha fornito circa 5000 semafori a LED, oltre a un sistema per gestire l’illuminazione pubblica in modalità remota. In questo modo le luci vengono accese solo quando realmente necessario. Grazie a questa soluzione, San Leandro potrà risparmiare circa 8 milioni di dollari nei prossimi 15 anni.

Ma non basta: l’Internet delle cose (IoT) ha posto le principali basi per la nascita della città interconnessa e uno studio prevede che circa 230 milioni di case in tutto il mondo (circa il 15% delle abitazioni) saranno interconnesse in modo intelligente entro il 2020. Anche qui il potenziale è enorme, con un volume di mercato stimato di 250 miliardi di dollari all’anno entro il 2020. Entro lo stesso anno, oltre 20 miliardi di dispositivi in tutto il mondo saranno interconnessi gli uni agli altri: rilevatori di fumo, allarmi antifurto, contatori elettrici, elettrodomestici e molti altri ancora.

Un altro fattore determinante per il rapido sviluppo delle smart city è infine l'intelligenza artificiale (AI), e Bosch vuole espandere ulteriormente la sua ricerca anche in questo campo. L’anno scorso l’azienda ha dato il via a un polo di ricerca che adesso occupa circa 100 addetti tra Renningen, in Germania, Palo Alto in California e Bengaluru in India. Entro il 2021 Bosch investirà ben 300 milioni di euro nello sviluppo di questo centro di competenza. L’azienda ha già anticipato che non esisterà praticamente più nessun prodotto sprovvisto di intelligenza artificiale entro i prossimi dieci anni.

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Giovedì 11 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 17:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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