C-HR è lunga 4,35 metri, avrà un bagagliaio da 370 litri ed è basata sulla nuova piattaforma TNGA che ha debuttato con la Prius mutuando con quest'ultima anche il sistema ibrido con motore 1.8 dalla potenza totale di 122 cv per emissioni di CO2 che non

C-HR, il Suv compatto dalla forte personalità che mostra gli artigli di Toyota

di Nicola Desiderio
  • condividi l'articolo

GINEVRA - Prima di vederla su strada ne passerà di tempo, anzi la vedremo prima su pista e per non ora non sappiamo neppure come è fatta dentro, ma quello che riesce a dire da fuori basta per far parlare di sé. È la Toyota C-HR che, dopo la prima apparizione a Parigi nel 2014 sotto forma di concept, al Salone di Ginevra ha mostrato finalmente il suo volto definitivo pur mantenendo il mistero sul suo abitacolo, ancora protetto da vetri oscurati.
 

Tuttavia è confermato: si chiamerà proprio C-HR, sarà prodotta nello stabilimento di Sakarya, in Turchia anche per il mercato Usa, e arriverà nei concessionari prima della fine dell'anno, ma il primo contatto sull'asfalto avverrà nell'ultimo fine settimana di maggio e precisamente alla 24 Ore del Nürburging, come annunciato dal presidente Akio Toyoda in persona lo scorso 4 febbraio in occasione della presentazione dei programmi sportivi della Toyota Gazoo Racing. Una bella storia per un'auto a ruote alte che sfida la Nissan Qashqai e anche la nuova Kia Niro, presentatasi a Ginevra come crossover compatto ibrido, ma soprattutto vuole infrangere il luogo comune di una Toyota campionessa di qualità e sostanza, però insapore e noiosa.


Con la C-HR si sono divertiti innanzitutto i designer che l'hanno pensata al Calty, il centro stile di Toyota in California, magari immaginando lo stupore di chi pensava che il concept di Parigi fosse solo una dream car. Invece quella C-HR è diventata vera ed è lunga 4,35 metri, avrà un bagagliaio da 370 litri ed è basata sulla nuova piattaforma TNGA che ha debuttato con la Prius mutuando con quest'ultima anche il sistema ibrido con motore 1.8 dalla potenza totale di 122 cv per emissioni di CO2 che non supereranno i 90 g/km. Sotto il cofano ci sarà anche l'1,2 litri a benzina turbo ad iniezione diretta da 115 cv che, nel caso sia accoppiato con il cambio Cvt, potrà avere anche la trazione integrale.

Ed un diesel? Il canale ufficiale nega, ma le radio clandestine dicono che ci sarà e sarà inedito. La C-HR è, in ogni caso il portabandiera di un costruttore che nel 1997 ha acceso il sacro fuoco dell'ibrido, ben vivo in oltre 8 milioni di Toyota e Lexus vendute da allora, e vuole continuare ad alimentarlo raggiungendo quota 15 milioni entro il 2020, magari mettendoci una scintilla di emozione in più. E non solo nello stile. La C-HR promette infatti una qualità di guida mai vista su una Toyota, anche grazie al retrotreno multi-link, al baricentro particolarmente basso e a migliaia di km di test portati avanti sulle strade europee e anche italiane.

Senza contare il viaggio all'Inferno Verde che dovrà farsi in maggio. Il crossover giapponese non si farà mancare nulla neppure in tema di sicurezza: il cruise control adattativo, il sistema pre-collisione con frenata automatica che tiene conto dei pedoni, la lettura dei segnali e l'allerta per il cambio di corsia saranno infatti di serie.

  • condividi l'articolo
Mercoledì 8 Giugno 2016 - Ultimo aggiornamento: 17:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti