Garagisti & Co. GP1: la supercar inglese da 800 cv con un V12 che parla italiano

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LONDRA – Nel panorama automobilistico c’è ancora posto per il romanticismo dato dal rombo dei motori e dal profumo di benzina. L’ultimo, in ordine cronologico, è il caso di Garagisti & Co. una giovane realtà britannica che a partire dal nome, omaggio ai team privati della Formula 1 degli anni ’60, ha deciso di rispolverare la filosofia più pura della guida sportiva presentando la GP1: una coupé estrema, analogica, spinta da un V12 aspirato e un cambio manuale a sei marce. Una dichiarazione d’amore ai puristi, e un affronto elegante alla crescente omologazione tecnologica del settore.
Al centro del progetto c’è un cuore che parla italiano: un V12 da 6.6 litri sviluppato dalla Italtecnica Srl, nome di spicco nel motorsport e già protagonista di progetti come il V6 della Giulia di Totem o le unità di Kimera e Automobili Amos. Qui si parla di ben 800 Cv a 9.000 giri e oltre 700 Nm di coppia, senza alcun supporto elettrico né sovralimentazione. La potenza passa esclusivamente alle ruote posteriori, attraverso un cambio manuale Xtrac montato longitudinalmente e con innesti diretti. Il tutto racchiuso in un telaio monoscocca in fibra di carbonio, fornito da Dexet Technologies, con l’obiettivo di mantenere il peso a secco attorno ai 1.000 kg.

Il reparto tecnico vede il contributo di partner d’eccellenza: Brembo per l’impianto frenante, Öhlins per le sospensioni, oltre a specialisti dell’aerodinamica da competizione. Non è un caso se la GP1 sfoggia uno dei diffusori più grandi mai montati su un’auto stradale e due tunnel Venturi che attraversano il fondo, per massimizzare l’effetto suolo. È la dimostrazione che, pur ispirandosi alla tradizione, questa vettura nasce con un approccio ingegneristico moderno e orientato alle prestazioni assolute.
L’estetica, firmata dall’ex designer Bugatti e Rimac Angel Guerra, è una celebrazione del design a cuneo tipico dell’età d’oro automobilistica. Le proporzioni e le superfici richiamano miti come la Lancia Stratos Zero, la Lamborghini Countach e la Maserati Bora, senza rinunciare a citazioni più recenti: un accenno di Mercedes C111 al posteriore, suggestioni della Ford GT 2016 nelle prese d’aria laterali, elementi di LaFerrari nella parte bassa del frontale e persino riferimenti alla Porsche 918 Spyder nei gruppi ottici. È un mosaico di omaggi armonizzato in un linguaggio coerente e funzionale, dove la forma è al servizio dell’aerodinamica.

All’interno si nota un abitacolo estremamente sobrio. Nessun maxi schermo, nessun comando touch, nessun orpello che possa distrarre dal piacere di guida. La plancia scolpita, le finiture in pelle e carbonio e la leva del cambio, ben in alto e vicina al volante, ricordano la Porsche Carrera GT, ma con un tocco ancora più radicale. Ogni comando è fisico e posizionato dove deve essere, seguendo un’ergonomia studiata per il pilota. Garagisti & Co. promette anche una sorprendente fruibilità: spazio per i bagagli e comfort adeguato per trasformare la GP1 in una gran turismo d’élite, pronta a divorare chilometri anche fuori dalla pista.
Il progetto è attualmente in fase avanzata di sviluppo, ma per ora esistono solo rendering e una scheda tecnica provvisoria. La produzione sarà limitata a soli 25 esemplari, ognuno realizzato a mano e personalizzabile nei minimi dettagli. Il prezzo parte da 2,45 milioni di Sterline (circa 2,83 milioni di Euro) a cui vanno aggiunti tasse e costi di trasporto. I primi 12 acquirenti potranno entrare nel programma “Open Doors”, seguendo da vicino il processo creativo e interagendo con ingegneri e designer, quasi a diventare parte integrante della nascita della propria vettura.





