La Renautl Captur E-Tech

Renault show: full hybrid e plug-in al top. Esordio della casa francese nella doppia motorizzazione: Captur e Megane con la spina

di Giampiero Bottino
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MILANO - Accessibilità, affidabilità, democratizzazione della tecnologia e uno straordinario know-how accumulato in un decennio di leadership europea nella mobilità “full electric”, implementati dall’esperienza maturata gestendo la progressiva elettrificazione della F1. Il tutto con la copertura di oltre 150 brevetti.
Ce n’è quanto basta per capire come la qualifica di “rivoluzione” con cui Renault definisce il suo ingresso nel mondo della propulsione ibrida sia tutt’altro che usurpata. Sono infatti le soluzioni originali e innovative a caratterizzare i tre modelli che ne sono protagonisti, accomunati dal badge E-Tech che le contraddistingue: la declinazione full-hybrid della Clio e quella ibrida plug-in del Suv urbano Captur e della Mégane Sporter, cioè la versione station wagon del modello che in quattro generazioni ha conquistato più di 7 milioni di clienti.

Fedele alla sua filosofia, Renault promette che tutte e tre le new entry saranno le più accessibili nelle categorie di competenza, pur contando su un’architettura “importante”, sviluppata sulle piattaforme modulari Cmf-B e C/D dell’Alleanza con Nissan e Mitsubishi.
Ne fanno parte un propulsore termico 1.6 a benzina associato a due motori elettrici – uno dei quali con funzione di generatore/starter – e a una batteria centrale, il tutto accoppiato all’inedita trasmissione multimode con innesti a denti e priva di frizione che garantisce partenze sempre 100% elettriche – con la gradevole e immediata reattività tipica della propulsione a batteria - e passaggi di marcia immediati e senza strappi.
Inedita, e interamente “made in Renault”, è la modalità B (Brake) che si aggiunge alle quattro consuete posizioni del cambio automatico del cambio automatico: una volta selezionata, incrementano sia la capacità di rigenerazione della batteria, sia l’effetto freno-motore che crea sensazioni di guida più vicine a quelle dei motori termici. Un’idea che coniuga piacere della guida ed efficienza, e che durante il test su strada ci è sembrata più incisiva sulla Clio che nel caso dell’accoppiata plug-in.

Dal canto loro, le due versioni “alla spina” possono contare sulla cavalleria più pesante (160 cv contro i 140 della Clio E-Tech), differenza dovuta alla maggiore capacità della batteria e alla superiore potenza dei motori elettrici perché la motorizzazione termica è uguale per tutte, nonché sulla possibilità di percorrere in assenza di emissioni distanze più importanti.
Secondo lo standard Wltp, infatti, l’autonomia elettrica raggiunge i 50 km nel ciclo misto e 65 in quello urbano a velocità non superiore ai 135 km orari, con tempi di ricarica – assicura Renault – compresi tra 3 e 5 ore a seconda del tipo di presa.

L’unica lieve differenza tra le due plug-in è rappresentata dalle emissioni di CO2: 32 g/km per Captur e meno di 30 (il dato è provvisorio perché la vettura era ancora in fase di omologazione) per la Mégane Sporter.
Quanto a sostenibilità, però, la Clio non paga dazio rispetto alle consorelle alla spina: guidando con la dovuta attenzione ai consumi, e quindi purché non si superino i 70-75 km all’ora, nel traffico urbano è in grado di viaggiare per l’80% del tempo in modalità “full electric”, riducendo fino al 40% i consumi rispetto a un’auto termica di caratteristiche analoghe.

In Italia la Clio Hybrid E-Tech viene proposta nei livelli di allestimento Zen, Intens, RS Line e Initiale Paris a prezzi che partono da 21.950 euro, mentre è di 32.950 il prezzo d’attaco del Captur Plug-in Hybrid E-Tech 160.
Per quanto riguarda la versione ibrida plug-in di Mégane Sporter, il listino non è ancora stato comunicato perché la commercializzazione di questo modello, destinato a essere seguito dall’analoga declinazione della berlina, è prevista per l’autunno. Giampiero Bottino

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Domenica 7 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 08-02-2021 10:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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