Audi sa bene quanto vale il mercato cinese. Laggiù i quattro anelli sono sbarcati nel 1988, primi fra i costruttori premium, quando il paese orientale era ancora lontano dalla tigre che è ora. Attualmente l’imponenza fa paura. È il più grande supermarket automotive del pianeta, certo: oltre trenta milioni di veicoli l’anno rappresentano circa un terzo delle vendite globali. Ma è anche estremamente esigente. Giovane e molto attratto dai numerosi dettagli della tecnologia, dalla connettività alla digitalizzazione, fino ai larghi orizzonti dell’intelligenza artificiale. Come sono lontani i tempi in cui i clienti locali guardavano con invidia le vetture dei brand esteri, in particolare quelli europei, con un’autentica ammirazione per i tedeschi.
La posizione provinciale è sfumata in fretta. I consumatori di Pechino e dintorni sanno esattamente cosa vogliono e lo pretendono con determinazione. Per i costruttori di fuori confine andare a produrre in Cina e, perché no, anche progettare e sviluppare, non è più solo un obbligo voluto dalle autorità locali. È diventata una libera scelta per contenere i costi ed accedere a degli ecosistemi industriali difficili da trovare altrove. Così, la prestigiosa Audi di Ingolstadt, che in Occidente ha appena lanciato la raffinata piattaforma nativa elettrica PPE realizzata insieme ai nobili cugini della Porsche, svela in Cina un’architettura simile, progettata sul posto dai suoi ingegneri in collaborazione con quelli del suo partner Saic.
Per l’occasione la casa bavarese fa un’altra spettacolare capriola decidendo, per il momento solo in questa parte del mondo, di mettere nel cassetto i quattro anelli per sostituirli con le quattro lettere maiuscole del suo nome. Così, la E concept, una Sportback che richiama le shooting-brake del passato, è il primo esercizio realizzato sulla “Advanced Digitized Platform” che già il prossimo anno diventerà realtà, sfoggia sul muso e sulla coda la scritta AUDI, anche illuminata, al posto dei tradizionali cerchi. La ADP è una trazione integrale quattro elettrica con una potenza di 775 cavalli e un autonomia di oltre 700 chilometri. Lunga 487 cm e con un passo di 295, E concept ha due motori, uno per asse, ed accelera da 0 a 100 km/h in soli 3,6 secondi grazie ad una coppia di 800 Nm.
L’impianto da 800 volt lavora con una batteria da 100 kWh che in soli 10 minuti rifornisce per 370 km. “Il time to market” di questo ambizioso progetto ha consentito di abbreviare i tempi del 30%. Il design è volutamente minimalista per incontrare i gusti degli automobilisti cinesi, come essenziali, e tutti digitali, sono gli interni con una plancia che non ha tasti fisici ma ospita un panoramico display ricurvo a tutta larghezza che ai lati fa vedere cosa c’è dietro la vettura. L’“oasi connessa”, nonostante le dimensioni, è particolarmente adatta all’uso nelle affollate metropoli cinesi e sfoggia un “assistente” che è un vero e proprio avatar basato sull’intelligenza artificiale.