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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Le nuove elettriche i4 (c'è anche la versione M) e la iX

Bmw, un tris elettrico: i con la iX e la i4 c'è anche una sportivissima M

di Giorgio Ursicino

Si fa presto a dire “elettrica”. Il passaggio dall’era del petrolio a quella dell’energia pulita è qualcosa di terribilmente più complesso dell’approdo all’auto a batterie. O meglio zero emission. Sempre rimanendo nell’ambito della mobilità. La società, che dopo il 2050 farà quasi totalmente a meno degli idrocarburi e della combustione indiscriminata per ridurre in maniera drastica i milioni di tonnellate di CO2 che oggi immettiamo nell’atmosfera, non si può certo limitare alle vetture con il propulsore ad elettroni. E i costruttori, soprattutto quelli più responsabili e con un’ampia visione, lo sanno da tempo. Come le compagnie petrolifere hanno cambiato nome in “colossi dell’energia”, quelle automobilistiche si definiscono sempre di più fornitrici di “servizi di mobilità”. I veicoli sono solo un prezioso tassello del puzzle, forse il più importante, ma non l’unico.

La prima cosa che i critici dell’auto elettrica argomentavano per sostenere la sua scarsa utilità era che, se l’energia elettrica è prodotta da fonti in qualche modo inquinanti, il bilancio per l’ambiente è inutile. A parte il fatto che pulire l’aria delle città dove vivono le persone resta un l’obiettivo primario, su un punto ora sono tutti d’accordo. Sia come sia, l’energia deve sgorgare da sorgenti totalmente ecologiche. Il discorso, però, si fa più interessante analizzando le vetture. Emissioni zero non soltanto al momento dell’utilizzo perché non c’è il tubo di scarico, ma durante tutto il loro ciclo: dalle materie prime per realizzarle, al ciclo produttivo, al fine vita dove scendono in campo le tecniche di riciclaggio. E la cosa è tanto più impegnativa per le auto ad induzione che hanno gli accumulatori molto complessi, potenzialmente inquinanti e che richiedono investimenti e tecnologie per progredire e diventare virtuosi.

Da quando è nato il veicolo elettrico moderno, le case di auto, che nell’epoca termica si erano ridotte ad una decina, sono sbocciate come funghi. Il propulsore ad elettroni e le batterie si possono “acquistare”, quindi tutto sommato assemblarle è facile. Niente di più sbagliato. Con questo approccio gran parte della catena del valore si esternalizza, si perde il controllo del business e pure dei contenuti. I costruttori più lungimiranti tengono in considerazione questa impostazione da sempre. Anzi sfruttano il cambio epocale per avere in casa tutte le componenti sensibili del veicolo. Dai propulsori, che non è affatto vero che sono tutti uguali, alla batterie, o meglio delle celle di cui sono composte che sono il vero cuore del progresso nel settore. Realizzarle con materiali non preziosi, altamente riciclabili, con un’elevata densità e un peso contenuto, è la sfida da vincere.

La Bmw non è certo l’unica, ma è una delle aziende che ha anticipato questo processo sul quale lavora da anni per rendere premium la nuova mobilità. Certamente, per misurare la temperatura al settore, non è importante solo quanti veicoli elettrici si producono, ma la loro percentuale sul totale perché vuol dire che la gamma sta andando nella direzione giusta, la emissioni medie scendono. La casa di Monaco è stata forse la prima a realizzare una vettura elettrica dedicata con la i3 nel 2013 e lo scorso anno ha lanciato la X3 su una piattaforma multienergia prodotta in Cina, il principale mercato per tutti i premium tedeschi. Adesso scatta l’ora X perché in poche settimane arriveranno due autentici gioielli e vedrà il suo debutto la prima piattaforma esclusivamente a batterie del marchio dell’elica.

Su questa avanzata base inizierà la sua avventura la iX, si comprende dalla sigla che è un Sav solo elettrico, e proprio domani verranno tolti i veli dalla i4, una 4 porte Gran Coupé che ha un’autonomia di 590 km (ciclo Wltp), e potenze che per la versione M arrivano a 530 cv (0-100 in meno di 4 secondi). La iX, ufficialmente presentata ad aprile al Salone Shanghai, sta arrivando negli showroom in due versioni, la iX xDrive40 e la iX xDrive50, la meno potente ha un prezzo in Germania di poco superiore a 70mila euro. La 40 ha una potenza superiore a 300 cv, oltre 400 km di autonomia, accelera da 0 a 100 in poco più di 6” e consuma 20 kWh per 100 km. L’altra, la 50, ha più di 500 cv, supera i 600 km di autonomia, 0-100 in meno 5” e un consumo di 21 kWh per 100 km.

Le performance diverse sono garantite da un doppio propulsore sulla 50 (uno per asse) e un diverso accumulatore che in ogni caso ha una densità energetica aumentata del 20% rispetto alla generazione precedente. Quello della 40 contiene più di 70 kWh di energia e si ricarica a 150 kW. Quello della 50 di kWh ne immagazzina oltre 100 e ricarica a 200 kW. Entrambe riforniscono da 10% all’80% in 40 minuti e possono fare un rabbocco di 120 km in soli 10 minuti. La iX ha una potenza di calcolo 20 volte superiori alle attuali Bmw ed è compatibile con la tecnologia 5G. Con la nuove batterie allo stato solido sulle quali la Bmw sta lavorando la densità sarà ulteriormente migliorata fra il 30% e il 60%; i primi veicoli su cui debutteranno dovrebbero essere in strada nel 2025 e montate su tutta la produzione prima del 2030. Presto arriveranno la versione totalmente elettrica della Serie 5, la X1, la Serie 7 oltre all’erede della Mini Countryman. Nel 2023 il 90% della gamma avrà un modello totalmente a batterie. Entro il 2025 le vendite di elettriche aumenteranno del 50% l’anno raggiungendo un volume di 2 milioni di auto.

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Giovedì 3 Giugno 2021 - Ultimo aggiornamento: 06-06-2021 15:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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