Gli incentivi un mese dopo. È trascorso tutto giugno dall’entrata in vigore degli Ecobonus per l’acquisto di veicoli poco inquinanti ed il Ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso fornisce i dati dettagliati di come sta andando il provvedimento. Innanzitutto, ma questo si sapeva già da qualche giorno, il mercato totale nell’ultimo mese è andato bene registrando un aumento del 15% rispetto al calo del 6,6% archiviato a maggio. La forbice conferma che gli aiuti esterni alterano l’andamento della domanda e quindi devono essere usati con molta attenzione per non “stressare” troppo il settore.
Dell’iniziativa in se, invece, l’esecutivo è soddisfatto perché, come dimostrano i numeri al 2 luglio elaborati da Invitalia che gestisce la piattaforma per conto del Mimit, sono già state utilizzate il 61% delle risorse, un ottimo andamento visto che c’è tempo fino al 31 dicembre. Lo scorso anno, con una formula diversa e meno dettagliata, i fondi previsti per le auto elettriche e le ibride plug-in (tutte con la spina, CO2 inferiore a 60 g/km) erano rimasti in parte inutilizzati alla scadenza.
Veniamo al dettaglio. Nei primi 30 giorni sono state ammesse al beneficio fiscale 118.015 prenotazioni per un valore di 421 milioni di euro, una cifra appunto corrispondente a più del 60% del totale. Di questa ben l’84% è stata richiesta da persone fisiche. Molto soddisfacente la percentuale che ha coinvolto la rottamazione mirata a centrare il principale obiettivo previsto dal piano, cioè lo svecchiamento del parco circolante che è uno dei più anziani del Vecchio Continente, con ripercussioni negative sulla sicurezza e sul rispetto ambientale. Il 79% delle prenotazioni è accompagnato da rottamazione di un vecchio veicolo, il 44% dei quali riguarda un mezzo fra Euro 0 ed Euro 3.
Più che accettabile il risultato del secondo target del provvedimento che prevede di aiutare le fasce meno abbienti, con Isee inferiore a 30 mila euro: oltre un quarto delle risorse sono finite a questa fascia di clienti, per l’esattezza il 26,7%. Discorso a parte meritano le auto elettriche di cui però si è ampiamente parlato perché il dossier si è chiuso lo stesso giorno d’apertura, cioè lunedì 3 giugno. In solo 9 ore sono andati esauriti gli oltre 200 milioni dedicati a questa tipologia di vetture (emissioni di CO2 inferiori a 20 g/km) attraverso 25.273 prenotazioni. Anche in questo caso, per vetture più tecnologiche e costose, non è male il coinvolgimento della rottamazione: 39% delle richieste, la metà dei casi di un veicolo più anziano di Euro 3.
Anche nella circostanza c’è un coinvolgimento interessante delle persone fisiche (tecnicamente detti “clienti privati”) con il 61,7% del totale. Fra queste prenotazioni il 25,9% è relativo a soggetti con Isee inferiore a 30 mila euro che per una cifra corrispondente al 35,6% del totale. Del restante 38,3% di auto a batteria prenotato dalle persone giuridiche la quasi totalità (90%) è andata all’autonoleggio. Solo da due giorni è attiva anche la piattaforma per prenotare i bonus retrofit per la trasformazione delle vetture già in strada a GPL e a metano.
In 48 ore le prenotazioni sono state oltre 1.700 per un importo di quasi 700 mila euro sui 10 milioni riservati. Anche in questo caso (oltre alle vendite sul nuovo) il metano è quasi scomparso, accompagnato dalla crescita vigorosa del GPL. La piattaforma per i taxi attiva dal 17 giugno (20 milioni di euro) ha riguardato quasi totalmente modelli zero emission (152 unità su 155). Forse le sole ombre degli Ecobonus riguardano le vetture del tutto prive di emissioni e le associazioni di categoria hanno invitato il governo a porre rimedio. Nel 2023 i fondi per le auto a batteria rimasero inutilizzati, quest’anno sono terminati in 9 ore. Si poteva certamente trovare una via di mezzo.