Il dado è tratto. Il Circus ha acceso i motori ed è già partito per il folle giro del globo che, con 23 GP in nove mesi, porterà le monoposto più veloci a spasso per i continenti. Non un viaggio pianificato per risparmiare chilometri, ma salti random alle diverse latitudini tenendo presenti solo le ragioni del marketing. Si inizia e si finisce nel Golfo, dove gli emiri offrono tanto per avere gli eventi più emozionanti. Nel lontano Oriente si andrà due volte, nelle Americhe addirittura tre. Anche nella vecchia Europa il pasto sarà interrotto per attraversare l’Atlantico e fare un blitz a Montreal. La torta è tagliata in tre fette, quasi di pari dignità. Con l’Europa (9 gare) che ha subito prima gli assalti dell’Asia (8 gare solo perché la Cina è saltata) e ora dell’America (6 gare).
I team hanno già salutato a casa e si sono imbarcati per il Bahrain dove da giovedì si disputeranno le sole tre giornate di test invernali in attesa della partenza ufficiale il 3 marzo (il materiale resterà lì, i piloti, con i loro jet privati, volano dove vogliono). Per la nuova stagione, la seconda delle vetture ad effetto suolo, c’è grande attesa. Gli inaspettati problemi di “porpoising” e “bouncing” dovrebbero essere superati e il “budget cap”, ormai a regime, potrebbe portare ancora più scuderie a combattere per il podio a tutto vantaggio dello spettacolo. Uno show che farà aumentare ulteriormente un audience già stellare, facendo lievitare gli introiti della sfida che ormai e un vero business nel quale tutti vorrebbero esserci. I team stanno già lavorando per il 2026 quando ci sarà la rivoluzione delle power unit che diventeranno molto più elettriche e con la parte termica alimentata da carburanti ecologici.
Arriveranno Audi e Ford. Tornerà la Honda per affiancarsi a Ferrari, Mercedes e Alpine (Renault). Quest’anno il favorito d’obbligo resta il bicampione del mondo in carica che è il pilota attualmente più infallibile e dispone dell’auto migliore. I bolidi 2023, però, potrebbero avvicinare le prestazioni e quelli che erano già attaccati sognano il sorpasso. Fra questi Ferrari e Mercedes, entrambe attesissime anche se provenienti da due storie recenti diverse. I tedeschi, nonostante il fallimento dello scorso anno, hanno dominato in lungo e in largo l’era ibrida, vincendo 8 campionati consecutivi Costruttori e 7 Piloti. Nessuno ci è mai riuscito in quasi 75 anni di storia. Il Cavallino, invece, è a digiuno dal 2007, da 16 anni, e da poche settimane ha cambiato il team principal puntando sul fenomeno Vasseur: tutti i migliori driver in circolazione (escluso superMax) hanno vinto con Fred nelle formule minori. La nuova Rossa, la SF-23 nata sotto la supervisione di Mattia Binotto, appare molto bella ed ha suscitato molte attenzioni.
I tecnici di Maranello hanno sviluppato la filosofia della SF-75, lavorando soprattutto sui punti deboli della vettura 2022. Aerodinamica affinata, muso più corto e ala anteriore diversa con una soluzione che era stata vietata alla Mercedes e con il cambio stagione è diventata regolare. La Rossa, non in qualifica ma in gara, aveva più di qualche carenza. L’ottima power unit dal punto di vista delle prestazioni, realizzata dell’equipe dell’ingegner Gualtieri, ha viaggiato per la seconda parte della stagione con le ali tarpate per evitare i guai di affidabilità. Il carico c’era, ma la resistenza aerodinamica era un po’ troppo alta e la Rossa pagava in velocità di punta ancora prima di tagliare la cavalleria. Poi c’era la finestra di utilizzo dei pneumatici troppo ristretta per non pagare dazio in corsa. Gli ingeneri sono convinti di aver posto rimedio a questi inconvenienti, ma adesso bisognerà vedere dove sono gli altri.
E questo difficilmente si comprenderà con precisione questa settimana e, forse, neanche nelle prossime quando si farà sul serio. In F1 è diventato fondamentale lo sviluppo. Nel 2022 all’inizio le Ferrari non vedevano neppure le Frecce d’Argento, nel finale di stagione la situazione si era quasi ribaltata. Proprio le Stelle hanno dato una dimostrazione di coraggio insistendo su un concetto esasperato che ha tanto deluso lo scorso anno e non hanno seguito la strada più convenzionale (scelta quasi da tutti) di Red Bull e Ferrari. Stoccarda ha mandato un uomo di fiducia di Toto Wolff (James Vowles) a fare il team principal alla Williams, convinti che quando una squadra funziona nessuno è indispensabile. Le pance sono il punto critico delle auto tedesche, talmente miniaturizzate da essere quasi invisibili. Se saranno messe a punto, e funzioneranno senza creare disagi altrove, in realtà dovrebbero dare grandi vantaggi nella resistenza all’avanzamento.