
Ferrari ed Hamilton, scatta la stagione per scrivere la storia: se vincono loro i Mondiali tornano a casa
Il dado è tratto, le ostilità stanno per esplodere. Quando in Italia sarà la notte fra giovedì e venerdì dell’ultima settimana d’inverno, nell’emisfero australe si accenderanno i motori per la battaglia finale delle monoposto ad effetto suolo che a dicembre andranno definitivamente in pensione lasciando spazio ad un ciclo tecnico con power unit molto più elettrificate. La sfida si articolerà su 24 tappe in meno di 10 mesi, con il pianeta solcato in lungo e in largo come una trottola impazzita. I ragazzi più veloci del mondo con i jet privati rimbalzeranno da un continente all’altro per dar vita ad uno degli spettacoli più avvincenti e seguiti del globo. Il promoter americano Liberty Media, guidato dall’italiano Stefano Domenicali, ha fatto il suo aprendo le porte degli States ad una serie con il cuore in Europa che festeggia i tre quarti di secolo di storia gloriosa, riconosciuta unanimemente come l’università della velocità, l’unica in grado di cambiare i pneumatici ad una monoposto in meno di due secondi.
Con una formula magica si è esaltato lo spettacolo senza, almeno per il momento, intaccare neanche un po’ i valori dello sport. Quest’anno, prima della rivoluzione tecnica, la F1 ha voltato pagina, puntando su un terremoto umano. Lo schieramento di partenza, che l’anno scorso era rimasto immobile costringendo i campioni di GP2 al massimo a fare le riserve, vedrà ben sei nuovi driver pronti al semaforo: Andrea Kimi Antonelli (Mercedes), Liam Lawson (Red Bull), Oliver Bearman (Haas), Jack Doohan (Alpine), Gabriel Bortoleto (Sauber che diventerà Audi) e Isack Hadjar (Racing Bulls). Come se non bastasse, quattro vecchie volpi hanno cambiato tuta: Lewis Hamilton (dalla Mercedes alla Ferrari), Carlos Sainz (dalla Ferrari alle Williams), Nico Hulkenberg (dalla Haas alla Sauber) ed Estaban Ocon (dall’Alpine alla Haas).
La lotta per il Mondiale dovrebbe veder protagonisti i quattro top team che hanno impressionato nel 2024 vincendo ognuno almeno quattro gran premi: McLaren, Ferrari, Red Bull e Mercedes che i test invernali di Sakhir, in Bahrein, hanno confermato essere pronti allo scontro. Le stesse prove nel Golfo hanno evidenziato che potrebbero esserci altre due squadre ad inserirsi nel gruppo, la Williams (la più veloce di tutti nella tre giorni) e la francese Alpine. Ma c’è grandissima attesa per un evento epocale: il pilota più vincente di tutti tempi ha fortemente voluto il trasferimento nella Scuderia più prestigiosa del Circus, l’unica che è presente ininterrottamente dal 13 maggio del 1950 quando, sul circuito di Silverstone, si disputò la prima corsa iridata.
Il matrimonio del secolo si è consumato grazie ai sogni di Lewis e per la presenza di Frédéric Vasseur, un team principal dai trascorsi faraonici nelle formule minori dove ha fatto crescere i vincere piloti poi diventati grandi nell’olimpo della velocità. Fra loro ci sono anche il baronetto e il monegasco e l’inglese, per saltare il fosso, ha puntato forte sulla presenza di Fred. Finora l’operazione è stata più mediatica che sportiva perché l’Imperatore britannico non ha percorso nemmeno un chilometro in eventi ufficiali, ma il riscontro è stato più trionfante di qualsiasi aspettativa. Dal primo giorno a Maranello ai giri del debutto a Fiorano, dalla cerimonia di “apertura” londinese ai test collettivi in Bahrein, fino al bagno di folla meneghino all’ombra del Castello, l’affetto con cui i tifosi più numerosi del pianeta hanno accolto il campionissimo non ha eguali.
Tutti in delirio per il fenomeno che si è rimesso in gioco abbracciando il Cavallino. A rendere la miscela ancora più esplosiva ha contribuito l’approccio da grande comunicatore dell’unico uomo che sia riuscito a vincere oltre cento gran premi ed ha conquistare più di cento pole. Lewis si è avvicinato con grande modestia al nuovo esame, mettendosi sempre a disposizione dei tifosi con una umiltà infinita. Ha legato moltissimo con Charles che, con il suo talento, i suoi 27 anni e la sua fame di vittorie con sei anni di esperienza nella Motor Valley, si presenta come un osso durissimo con cui condividere il garage. Che cosa ha spinto Hamilton ad affrontare un’asticella posta tanto in alto? Certamente non i soldi per quanto non siano pochi.
La miccia è stata la passione di coronare un sogno che gli consentirebbe di entrare direttamente nella leggenda: riportare il Mondiale Piloti a Maranello dopo quasi un ventennio conquistando il suo ottavo titolo (impresa mai riuscita a nessuno) vestito di rosso. Ci riuscirà? Non sarà facile. Può anche darsi che quest’anno la Ferrari sia la monoposto migliore, ma Leclerc ha giustamente dichiarato che farà di tutto per acchiapparsi quel titolo. Potrebbe esserci una sfida interna strepitosa che darà ulteriore impulso a tutta la F1. Per noi italiani le emozioni non finiscono qui. Per la prima volta da tempo immemorabile un ragazzo del nostro paese appena diciottenne approda in F1 dalla porta principale e, a dire di molti, in primis dal re dei team principal Toto Wolff, Antonelli ha la chance di vincere qualche gara già quest’anno. Ma l’obiettivo di Kimi e del suo entourage è più grande: vuole essere il primo iridato tricolore settant’anni dopo Alberto Ascari.