
Ferrari, la delusione continua. Leclerc: «Inaccettabile, la SF-75 non ha prestazioni. Chiediamo scusa ai tifosi»
I sogni svaniscono in un caldo pomeriggio di primavera. Nel cuore della gloriosa Motor Valley. Al settimo appuntamento dell’anno, davanti alle truppe fedeli dei tifosi ferraristi, i Cavallini della vicina Maranello si perdono sul prato di casa. Non era mai accaduto, infatti, che le due rosse restassero fuori delle prime dieci posizioni dello schieramento sulla pista di Imola dedicata proprio al fondatore della Scuderia più prestigiosa. Per i nostri eroi è una giornata imbarazzante. Dopo aver sfogato la rabbia per la insignificante esibizione, il primo ad affrontare i microfoni è Leclerc, alla settima stagione nel team: «La cosa più importante da dire, forse l’unica, è chiedere scusa ai tifosi. Restare fuori dalla Q3 fa male a tutti. La SF-25 non va, non c’è potenziale. Le gomme? Potremmo anche mettere le posteriori davanti, sarebbe stata la stessa cosa...».
La tesi, quasi senza appello, cozza con la spiegazione di Fred Vasseur che non si tira certo indietro a metterci la faccia, ma sembra non sapere neanche lui in che razza di frullatore sia finita la Ferrari: «Charles la pensa diversamente, secondo lui la colpa non è della gestione gomme? Un po’ ha ragione, diciamo metà e metà: una parte del problema sono i pneumatici che non funzionano come vorremmo, l’altra è la vettura dalla quale non siamo riusciti ad estrarre il potenziale...». A parte le vedute differenti e i diversi ruoli da interpretare, il comune denominatore è evidente: nessuno sa bene cosa fare. Eppure al mattino le speranze erano alte, l’umore buono. Si confidava sul consistente passo gara, cercando di puntare alla seconda fila. Niente di tutto questo.
Il primo tentativo della Q3 lasciava sperare, le Rosse avevano utilizzato coperture usate e, montando le nuove, nel secondo si poteva migliorare. Invece, come accaduto a Miami, le soft mai usate sono andate addirittura peggio e Charles e Lewis non sono andati più veloci. Non tutto appariva perduto: il monegasco era settimo, il baronetto ottavo, e in pista c’era solo l’Alpine di Gasly che poteva migliorare come in affetti ha fatto. C’erano però anche le due Aston Martin alle quali nessuno dava credito. A parte che le monoposto inglesi non hanno graffiato in questo avvio di stagione, i piloti erano scesi in pista con le gialle usate, non certo la soluzione per essere rapidi. Invece, prima Stroll e poi Alonso buttavano giù dal muretto le Ferrari.
Che le gomme in questa fase siano difficili da interpretare è vero perché la C6, la mescola più tenera che la Pirelli ha, non era affatto semplice da sfruttare. Maranello è riuscita a mettersi alla spalle la Mercedes di Kimi Antonelli ovviamente molto deluso. Due settimane fa sulla velocissima pista di Miami che non aveva mai visto, in qualifica era riuscito a precedere il compagno di squadra, a Imola, dove è cresciuto, partirà solo tredicesimo. La pole è andata a Piastri, il leader del Mondiale, che ha preceduto di un soffio un superbo Verstappen e Russell. Quarto un poco brillante Norris con l’altra astronave papaya. Anche George ha fatto il tempo con le gialle, mentre Max ha confermato che le rosse C6 non duravano un giro: «Se partivi forte, nel finale non c’erano più...».