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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Carlos Sainz e Charles Leclerc i piloti Ferrari

Ferrari, i segnali di speranza dal disastro di Melbourne

di Giorgio Ursicino

Per Maranello un weekend “drammatico”, con un doppio zero in pagella. I “voti” contano, sono fondamentali per il Campionato dove la Scuderia è precipitata sempre più in quarta posizione, essendo l’unica fra le prime a restare a bocca asciutta. In questo inizio di stagione alquanto fluido sono emerse solo due certezze. Da una parte, la netta superiorità della Red Bull e dei suoi piloti che viaggiano quasi a punteggio pieno. Dall’altra, lo scatto sbiadito del Cavallino neanche paragonabile a quello della SF-75 dello scorso anno. Il resto è tutto da interpretare. Con l’Aston Martin che è riuscita a salire tre volte sul podio con Alonso e la Mercedes in deciso recupero dopo aver prenotato il rottamatore per la sua povera W14 che ieri è arrivata a poca distanza dalla RB dell’olandese.

La quinta forza, almeno come performance, è l’Alpine che quest’anno suona la marsigliese: a parte il patatrac in Australia, dove i galletti Gasly ed Ocon si sono abbracciati con una stretta fratricida a quasi 300 all’ora, sul passo a Melbourne i transalpini hanno dimostrato in gara di tenere il ritmo degli altri, decisamente meglio della McLaren. Il weekend per la nazionale Rossa si può dividere in due parti. Il morale a terra per la figuraccia e i decisi segnali di miglioramento sulla distanza segno che la teoria di Vasseur di aver lavorato male sugli assetti è in parte vera. Le cose si spera potranno ulteriormente migliorare con lo sbarco in Europa dove sono attesi importanti sviluppi, sia al fondo che alle pance.

La nota un po’ dolente sono stati i piloti, entrambi insufficienti e poco capaci di tenersi lontano dai guai. Per carità, le attenuanti ci sono tutte. Quando guidi una Ferrari ed i target sfumano via, la pressione diventa pesante. Ma sarà un caso che Hamilton e Russell o Verstappen e Perez tengano molto di più a non accartocciare le loro carrozzerie? Ieri, accogliendo tutte le giustificazioni che i driver hanno sempre da dare, è evidente che la disfatta è nata dai contatti con i rivali se non da “errori di guida”. Sembra poco, ma i conti sarebbero potuti essere diversi e si poteva sperare anche in un podio. Charles, all’inizio, ha centrato Stroll dicendo che è stato un «contatto di gara». Stessa giustificazione per Carlos che certamente non voleva colpite l’amico e connazionale Fernando. Fred fa il suo e difende i propri piloti. Cos’altro dovrebbe fare?

«Abbiamo migliorato, ma non è quello che vogliamo. Il consuntivo, poi, è da dimenticare. A volte la FIA applica due pesi e due misure: a Jeddah si sono presi diverse ore per ridare il podio ad Alonso, a Melbourne averebbero potuto aspettare pochi minuti ed ascoltare il parere dei piloti...». Il passo sulla distanza, invece, è notevolmente migliorato e questo fa tirare un sospiro di sollievo a tutto il team che aveva iniziato a pensare ad un «concetto sbagliato». Leclerc non ha potuto far vedere la sua andatura dopo essere finito dietro al compagno in qualifica. A freddo, come al solito, ha cambiato idea, ritirando le ingiustificate accuse velate al compagno. «Ci siamo chiariti, è stata solo un’incomprensione...». Carlos, invece, ha fatto una gagliarda rimonta e tenuto un ritmo molto consistente. Ha superato l’Alpine di Gasly e l’Aston Martin di Stroll e i suoi tempi erano su quelli di Alonso ed Hamilton. Max stava facendo un’altra corsa, ma anche lui non era così davanti come in Bahrain e in Arabia.

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Martedì 11 Aprile 2023 - Ultimo aggiornamento: 13-04-2023 20:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA