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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Un delle tante partenzedel Gran Premio d'Australia 2023 a Melbourne

F1 cambia canale: in pole position c'è sempre lo spettacolo con il risultato mai certo

di Giorgio Ursicino

GP d’Australia 2023, il primo evento della nuova F1. Un Campionato che ha oltre settant’anni di corse del genere ne ha viste decine. Niente di rivoluzionario. La gara di Melbourne, invece, si è svolta in un’atmosfera anomala perché è cambiato, o è in via di rapida trasformazione, il modo di interpretare la sfida, privilegiando la sicurezza sì ma, soprattutto, lo spettacolo. Che il puro spirito sportivo, qualche volta, ne faccia le spese è un danno collaterale, ampiamente previsto e prevedibile. Ieri agli antipodi è andata in onda la battaglia con più spettatori della storia. I giovani sono impazziti in mondovisione e, in particolare, sui social, spingendo l’audience verso picchi mai visti e coinvolgendo un miliardo di appassionati a tutte le latitudini. Tutto questo fa lievitare in modo vertiginoso il valore del Circus e rende i piloti gli atleti più famosi del pianeta.

Al vertice di questo nuovo corso c’e l’italianissimo Stefano Domenicali, ex team pricipal della Ferrari ed attuale boss di Liberty Media, il promoter americano che ha in mano i diritti dalla “regina della velocità”. «Non bisogna aver paura di cambiare, dobbiamo soddisfare il nostro pubblico ed attrarne sempre di nuovo...». La visione di Stefano sulla griglia di partenza è sembrata profetica. Un approccio che fa comodo a tutti. Dai driver, trasformati in rock star, alle squadre che, da mangiatrici di investimenti, si sono reinventate come galline dalle uova d’oro. Capaci di avere un ritorno più alto di quello principale dei grandi costruttori che inoltre hanno un immenso ritorno d’immagine. La Federazione, la custode del cuore sportivo, si è adeguata perché il nuovo scenario dà vantaggi anche a lei: vive sugli introiti proprio della sua massima formula.

Questo scenario rende più comprensibile la corsa “Down Under” che altrimenti sarebbe difficile da digerire ai puristi dello sport. Veniamo subito ai primati che ha stabilito. Tre bandiere rosse in 300 chilometri di gara. Tre partenza al semaforo. La prima e unica gara al mondo in cui la partenza è coincisa con l’arrivo. Tutto regolare secondo i più recenti regolamenti, per carità, anche se alcuni aspetti appaiono paradossali. Sembra una super promozione: paghi uno e prendi tre. E visto quanto costano i biglietti in F1 e un accattivante incentivo. D’altra parte Domenicali aveva già nei giorni scorsi indicato l’andazzo: «Ogni volta che accendiamo i motori, dobbiamo offrire spettacolo...». Mettendo nel mirino, non solo le prove private che ormai non esistono più, ma anche le libere del venerdì.

D’altra pare, cantanti e attori, quando si esibiscono, fanno sempre sul serio. Veniamo alla gara. Gli unici non scalfiti dal susseguirsi degli eventi sono i tre ragazzi sul podio che avrebbero firmato prima del via per il risultato ottenuto: Verstappen, Hamilton e Alonso. Il trio più vittorioso: il giovane bicampione del mondo in carica (con opzione sulla terza corona consecutiva), affiancato dai due senatori, rimasti unici dopo i recenti ritiri di Raikkonen e Vettel. Un’istantanea davvero niente male. Gli altri protagonisti tornano dall’altra pare del globo con la gomme sgonfie. Leclerc non ha finito neanche il primo giro perché alla terza curva ha colpevolmente picchiato contro il muro verde dell’Aston Martin, facendosi accompagnare sulla ghiaia dal povere Lance Stroll.

Il rampante George Russell, dopo assere andato in testa alla prima partenza sverniciando pure sua maestà superMax, è stato tradito dal motore mentre cercava di recuperare dopo il secondo via che ha penalizzato tutti quelli con i pneumatici cambiati. Il più deluso, però, è Sainz che ha perso il quarto posto conquistato in pista, dopo una gagliarda rimonta anche lui, per un contatto avvenuto durante una fase di gare mai “avvenuta”. Al terzo via Carlos si è toccato con Alonso e lo ha mandato in testacoda, ma alla successiva ripartenza dietro la safety car si è avviato sempre dietro a Fernando perché quella fase di gara era stata “neutralizzata”. Non c’era gara, ma c’è punizione, allo spagnolo sono stati inflitti 5 secondi per avere toccato il condizionale.

Così, alla ripartenza-arrivo finale, da 4° è stato retrocesso 12°. «Ce l’hanno rubata!», ha tuonato il ragazzo di Madrid di solito molto composto. Ancora peggio è andata all’Apine, entrambe le monoposto finite sul muro dopo essersi toccate. Che qualcosa di anomalo sia accaduto lo conferma il vincitore olandese, parlando con un certo distacco: «Buona la vittoria, ma non ci ho capito niente anch’io...». Un obiettivo è stato raggiunto, dopo il Belgio di due anni fa, alla safety car è stato vietato di passare per prima sotto la bandiera a scacchi...

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Lunedì 3 Aprile 2023 - Ultimo aggiornamento: 05-04-2023 09:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA