Geely, il gruppo cinese della mobilità intelligente da sempre con il cuore in Europa
Le vendite in Italia delle vetture Geely inizieranno subito dopo l’estate con uno dei gioielli più recenti, completamente elettrico. La EX5 è un innovativo Suv lungo 461 cm (passo 2,75 metri) realizzato sulla moderna piattaforma GEA (architettura elettrica globale) che esalta l’efficienza energetica, la sicurezza e l’intelligenza artificiale. Ha un propulsore super compatto frutto della tecnologia 11 in 1 da 160 kW che spinge sull’asse anteriore, accelera da 0 a 100 in meno di 6 secondi e si ricarica in meno di mezzora. Subito dopo è previsto l’arrivo di un altro sport utility più compatto Super Hybrid plug-in. Le Geely sono garantite 6 anni.
Se Jameel Motors è un eccellente testimonial di Riyad per tutto il pianeta della mobilità, visto che è presente anche nel motorsport ed ha come ambasciatore il pilota saudita Yazeed Al-Rajhi vincitore dell’ultima edizione della Dakar guarda caso su un Hilux della Toyota, Geely dà lustro alla tecnologia e all’automotive cinese. Fu fondata dal poco più che ventenne Li Shufu nel 1986 e prima di fine millennio entrò nel mondo dell’auto. La crescita è stata vertiginosa. Shufu accompagnò la scalata in patria con la crescita internazionale, a colpi di acquisizioni di aziende occidentali fuori forma che ha abilmente rilanciato attraverso la Zhejiang Geely Holding Group con cui controlla l’impero.
Il 28 marzo 2010, appena un decennio dopo l’ingresso nell’automotive, ebbe il coraggio-incoscienza di prelevare da Ford Motor Company la Volvo auto di Goterborg per 1,8 miliardi di dollari. Fu solo un assaggio dei bocconcini occidentali. Nel 2013 fu la volta della London Black Cab Taxi, più che un’istituzione britannica, e, visto i buoni rapporti che aveva con la Corona, in seguito si prese anche la Lotus fondata dal geniale Colin Chapman. Il dinamismo non si ferma qui, l’asse Cina resto del mondo è sempre scoppiettante. Attraverso Volvo dà vita a Polestar, entra nell’azionariato della malese Proton, acquisisce l’italiana Benelli, mentre a casa crea altri marchi diventati subito famosi anche in Occidente come Link & Co e Zeekr.
Prima della pandemia altri due colpi da maestro: in casa si accorda con la China Aerospace Science and Industry per entrare nel settore dei treni ad alta velocità, in Europa rastrella in borsa il 9.7% del capitale di Daimler, padrona della Mercedes simbolo della Germania, diventandone il primo azionista. L’operazione non fu affatto considerata ostile a Stoccarda visto che mister Li è considerato un socio affidabilissimo e visionario tanto che decisero di affidargli con una jont-venture il marchio Smart per trovargli un futuro. Gli ultimi colpi sono recenti. Ha acquisito quote di rilievo della Aston Martin, controllata attualmente dall’imprenditore canadese Lawrence Stroll, ed ha creato con Luca de Meo, l’altrettanto dinamico e visionario numero uno di Renault Luca de Meo, Horse azienda globale che si occupa dei motori termici, ibridi e delle trasmissioni per le auto dei due gruppi. Più creatività ed apertura di così...

