
McLaren imprendibili a Suzuka. Ferrari, Mercedes e Verstappen in agguato
Domani mattina colazione veloce perché, alla 7 (diretta su Sky) scatta il Gran Premio di F1. Poco dopo l’alba italiana si corre in Giappone, sulla mitica ed esigente pista di Suzuka. Il tracciato considerato un vero esame ha confermato quanto visto finora a Melbourne e Shanghai: le McLaren dei talentuosi Norris e Piastri sono un passo avanti o, a dire dei rivali, «sembrano di un altro pianeta». L’affermazione non è campata in aria. Se tutto fosse filato liscio, la doppietta cinese ci sarebbe stata anche in Australia ed ora il team papaia del duo Brown-Stella sarebbe a punteggio pieno.
Il discorso, almeno sulla carta, potrebbe proseguire anche nel Sol Levante perché, su un tracciato molto tecnico come quello nipponico, le vetture britanniche possono far emergere tutto il loro potenziale fatto di equilibrio. La McLaren, attualmente, è la monoposto a tuttotondo: ha trazione nel lento e si trova a suo agio sui curvoni veloci. Cosa rilevante, però, è che riesce a spiccare tempi di assoluto riferimento senza esagerare con gli assetti rigidi e bassi che rendono la guida nervosa, impediscono di attaccare i cordoli e possono portare la spiacevole conseguenza di consumare il pattino sul fondo della vettura. D’altra parte questi sono bolidi ad effetto suolo e se le pance non sono sigillate con l’asfalto perdono carico.
Lando, che guida la graduatoria, si è lamentato più di una volta dicendo che la MCL39 è rapida ma impegnativa da domare. Cosa che il glaciale Oscar non ha confermato ne smentito. Sia come sia, la McLaren è rispettosissima con le Pirelli, sia sul passo gara che nel giro secco. Indubbiamente sono due modi diversi di interpretare i pneumatici, ma spesso il risultato non cambia. Sulla distanza la buona gestione delle gomme porta ad avere tempi costanti sul giro ed alla possibilità di gestire meglio la strategia. In qualifica, con i pneumatici soft, è la stessa cosa. Un tempo, almeno sul giro singolo, si poteva spingere al massimo.
Adesso, la competitività è talmente esasperata, che c’è differenza nei vari tratti del giro e non tutte le monoposto riescono ad avere le coperture in “finestra” fino al termine della tornata. In poche parole, Ferrari e Mercedes, che sembrano le più vicine, nel primo terzo di giro tengono poi devono alzare il ritmo. Lewis e Charles, comunque, sono fiduciosi, con un po’ di pazienza le vetture papaia si possono prendere, basta estrarre dal progetto quell’insieme che il team di Woking ha trovato da subito. I due ragazzi di Maranello provano anche a differenziare gli assetti per poi confrontarli e trovare una direzione comune. Sembra messo bene Russell sempre pronto ad estrarre il massimo dalla W16. La Red Bull è più un’incognita e in questo momento dipendente dal talento smisurato del fantino Verstappen.