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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Monza amara: le Stelle sfrecciano, le Rosse arrancano

Vettel perde la testa. E il premier Paolo Gentiloni, dopo aver pranzato nel motorhome del Cavallino con il presidente della Ferrari Sergio Marchionne, premia sul podio più affascinante e spettacolare dell’intero Campionato un fenomenale Lewis Hamilton. Sebastian è sconfitto, ma non abbattuto. Quando il numero uno dell’Aci Angelo Sticchi Damiani consegna la coppa del terzo posto al quattro volte campione del mondo, ed esplode il boato della marea rossa che ha invaso il rettilineo dei box fino alla prima variante, il tedesco mette in moto il suo proverbiale sorriso, quello che Hamilton voleva «spegnere», ma non ci è riuscito: «Siete il pubblico più bello del mondo, non è andata come volevamo, ma stiamo arrivando. Forza Ferrari».

Per la prima volta in questa stagione Sebastian non guarda tutti dall’alto nella classifica Mondiale, l’inglese ha messo la Freccia d’Argento e, aiutato dal compagno di squadra che gli farà da scudiero, ha annullato i 7 punti di ritardo nella graduatoria iridata accumulandone 3 di vantaggio (238 a 235) in vista del prossimo gran premio a Singapore. La situazione si fa più critica nel campionato Costruttori perché con la doppietta di ieri e il quinto posto di Raikkonen, scavalcato nel finale da Ricciardo, le lunghezze di margine della corazzata di Stoccarda sul Cavallino tricolore salgono a 62.

L’aspetto più deludente non è però la sconfitta sulla pista di casa davanti ai propri sostenitori, un uno-due delle Stelle sui rettilinei di Monza ci può anche stare. A lasciare un po’ di amaro in bocca è il modo come è arrivata: un ko secco, deciso, senza mai poter combattere. Con un naufragio in qualifica con le full wet, che sull’asfalto allagato non andavano in temperatura, e una cavalcata per niente trionfale in gara, sia con le supersoft e che con le soft. Le Stelle erano lontane, inarrivabili, ma le Rosse hanno tenuto un ritmo poco migliore di monoposto che di solito vedono solo sulla griglia di partenza. Il tutto a soli sette giorni di distanza dall’eccellente performance di Spa dove Maranello aveva assaporato la sensazione di aver raggiunto i tradizionali rivali anche sulle piste di motore, quelle ad alta velocità e basso carico.

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno ci si può consolare con il fatto che poteva andare anche peggio. Se gli ingegneri della Red Bull non avessero deciso di sostituire componenti della power unit proprio a Monza in quanto tracciato poco favorevole al loro bolide, poteva diventare inarrivabile anche il podio. Verstappen e Ricciardo si erano infilati dietro ad Hamilton sotto il nubifragio in qualifica e sull’asciutto in corsa hanno fatto vedere di avere un passo migliore di quello delle Ferrari.

L’arrembante super Max ha dovuto fare una sosta in più a causa di una foratura per superare Massa dopo essere risalito rapidamente all’ottavo posto (alla fine ha preso un punto). Il compagno australiano con una guida superba ha chiuso quarto ad appena 4 secondi da Vettel nonostante partisse in fondo al gruppone. La gara l’ha stravinta Hamilton, con una lucidità e una superiorità disarmanti. Per il suddito di Sua Maestà è il 4° trionfo nel tempio della velocità, il numero 59 in carriera.

Lewis voleva mandare un messaggio ancora più forte agli avversari mettendo in bacheca un altro hat trick o grand chelem (pole, vittoria e giro veloce) e per far ciò nel finale ha ingaggiato una battaglia a distanza, ma rischiosa (per lui) con Ricciardo che stava spingendo al massimo per raggiungere Vettel e agguantare il podio. I due si sono strappati più volte il giro veloce, con Lewis che aveva oltre mezzo minuto di vantaggio sulla Ferrari. Alla fine il britannico è tornato alla ragione ed ha desistito anche perché la sua Stella in quel momento montava le soft gialle e la Red Bull dell’australiano le supersoft rosse più performanti.

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Giovedì 7 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 19:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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