Norris sbanca il Messico e si riprende la testa del Mondiale per 1 punto. Per 1 punto la Ferrari riscavalca la Mercedes nel Costruttori
Cavalcata trionfale di Lando Norris al Gran Premio del Messico. L’inglese, sempre in testa, ha guidato perfettamente le sua astronave, gestendo le gomme in maniera sublime e riuscendo a percorrere metà gara con le rosse-soft e il pieno di benzina. Secondo Leclerc con un’ottima Ferrari, addirittura in crescita rispetto ad Austin. Sul podio è riuscito a risalire Verstappen che ha preceduto un fantastico Bearman e Piastri. Poi le due Mercedes, con Kimi per la prima volta davanti a George, e Lewis con l’altra SF-25. A quattro gare dal termine Norris si prende la testa del Mondiale per un punto sul compagno di squadra (357 a 356) mentre Max sale a 321.
Sullo schieramento la tensione è palpabile. Non sembra affatto che sia stato un Campionato targato McLaren capace di aggiudicarsi il titolo Costruttori addirittura con sei gare d’anticipo. Erano anni, infatti, che ben tre driver non fossero ancora in lotta per la corona e il quattro volte campione del mondo olandese, temuto da tutti, si è esposto: ora ci crede e darà l’anima per mettere in bacheca i trofei delle rimanenti corse. La sfida in casa papaya è altrettanto incandescente perché Piastri, che ha più punti in classifica generale, pare avere il fiatone come se all’improvviso avesse realizzato di essere seduto a giocare al tavolo dei “grandi”. Il compagno Norris, invece, vive in un autentico stato di grazia in grado di riportare quasi in perfetta parità le chance fra i due amici-nemici.
Ma non è finita qui. Ferrari e Mercedes continuano a combattere la loro personalissima battaglia per la seconda posizione fra i team e, quando ci sono marchi così blasonati sotto i riflettori, diventa una questione d’onore. Per Maranello la faccenda è ancora più complessa. Nell’anno in cui si doveva puntare ad entrambi i titoli non si è riusciti a vincere nemmeno un gran premio e, proprio in Messico, sono scoccati 12 mesi dall’ultimo trionfo. Decisamente troppo per non fare di tutto per cancellare l’onta. I piloti, poi, sono avvelenati e ora sembra che entrambi siano riusciti a trasformare l’astinenza in boost. Un sette volte campione del mondo e un predestinato che ha festeggiato i 28 anni senza aver lasciato ancora un segno tangibile possono trasformarsi in materiale esplosivo se capiterà l’occasione. Anche perché non hanno alcunché da perdere e possono tenere il piede sempre giù in ogni circostanza.
Quando si tolgono le termocoperte c’è la certezza che soltanto super Max ha preso il rischio di sparigliare le strategie sulle indicazioni base date dalla Pirelli: ha montato le gialle-medie C4, mentre tutti i primi hanno optato per le rosse-soft C5, le più morbide disponibili. Le bianche-dure C2 tutti eviteranno di utilizzarle. Allo spegnimento del semaforo Lando dalla pole scatta bene ma, come previsto, nel lungo rettilineo il gioco delle scie favorisce chi è dietro ed alla staccata della prima curva si presenta un ventaglio di 5 macchine. Verstappen e Leclerc “tagliano” e, per non subire la penalizzazione, si affrettano a ridare le posizioni così la partenza e come se fosse avvenuta lanciata. Solo Bearman guadagna posizioni e sale al settimo posto.
L’olandese attacca Hamilton e i due tagliano un paio di chicane. Il primo perde una posizione che si prende proprio il giovane inglese della Haas. Antonelli ha scavalcato il compagno Russell e tenta di infastidire Max, mentre Piastri è solo nono alle spalle di Tsunoda. L’australiano, un po’ a fatica, riesce a scavalcare il giapponese, mentre in testa Norris ha preso 4 secondi sulla prima delle Ferrari. Al giro 15 il britannico di Woking aumenta il suo vantaggio, gli altri sono sgranati con la sola eccezione delle Mercedes che pressano la Red Bull dell’orange in difficoltà con le coperture gialle. La direzione gara, un po’ troppo severa, affibbia 10 secondi di multa ad Hamilton per essere rientrato in pista in maniera non corretta quando lo ha spinto fuori Verstappen.
Al giro 23 si ferma Antonelli, al 24 Hamilton, entrambi passano alle gialle. Al 25 sosta per Bearman e Piastri, al 26 Russell, al 32 Leclerc, al 35 Norris. Max effettua il pit stop al giro 38, solo tre dopo la McLaren di testa nonostante avesse i pneumatici più duri e rientra dietro alla rossa di Hamilton che ha scontato i 10 secondi di penalizzazione. Al 48 giro cambiano strategia Antonelli, Piastri ed Hamilton che si fermano una seconda volta. Al 49 giro li seguono Bearman e Russell. Verstappen è risalito sul podio e solo i primi tre hanno effettuato una sosta sola e dovrebbero arrivare fino in fondo. Nel finale Oscar riesce ad infilare Russell che poi deve ridare la quinta posizione al compagno Antonelli.

