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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Max Verstappen e Fernando Alonso festeggiano sul podio di Sakhir il risultato del GP del Bahrain

Reb Bull esplosiva, la Ferrari si spegne: in Bahrain domina Verstappen, per il Cavallino inizia male la stagione di F1

di Giorgio Ursicino

Il primo verdetto è parecchio doloroso. Una mazzata. Certo, la stagione è appena iniziata e tutto si può ribaltare. Ma la promettente SF-23 in Bahrain è fatto un passo indietro rispetto alla SF-75 dello scorso anno. Sia rispetto al GP d’esordio sulla stessa pista di Sakhir dove la Ferrari fece doppietta. Sia se il confronto si fa con le forze in campo nella gara finale ad Abu Dhabi quando Charles s’inchinò a Yas Marina solo a Max e, piagando Perez, conquistò la piazza d’onore nel Mondiale. Per Maranello le cose che hanno funzionato sono state pochine, quasi nessuna. Il passo gara, rispetto alla spaziale Red Bull, proprio non c’era. Neanche nei giri iniziali durante i quali Leclerc ha potuto contare su un treno di gomme rosse nuove risparmiate rinunciando alla lotta per la pole. Né tanto meno a serbatoio scarico nella parte finale della corsa quando, con le più dure bianche, la paga dalle vincitrici è salito ad oltre un secondo al giro.

La batosta del Cavallino non può togliere tutto lo spazio ad una gara interessante che ha emesso diversi verdetti ed è stata gagliarda solo per acchiappare il podio dietro ai due missili terra-terra austriaci. Max Verstappen ha ripreso dove aveva lasciato. Se possibile con ancora maggior autorità. Nonostante abbia potuto passeggiare dal semaforo alla bandiera a scacchi, e quindi non ha certo frustato la principessa che gli ha disegnato il mago di Adrian Newey, la superiorità sua e della Red Bull è stata devastante. Se il buongiorno si vede dal mattino, l’olandesino può aspirare a cancellare il fresco primato di 15 vittorie in una sola stagione. Che si tratti di una supremazia seria delle monoposto di Horner sta a testimoniarlo il secondo posto del compagno di squadra messicano: nonostante al via sia stato scavalcato dal predestinato di Maranello, e non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale nel primo stint, alla fine ha rifilato quasi mezzo minuto al primo degli avversari.

Super Max è ormai il sovrano assoluto, ha totalmente in pugno la situazione e gestisce gli eventi con una freddezza disarmante, senza sbagliare mai. Sembra immune da errori ed ha sempre qualcosa in saccoccia che gli garantisce ulteriore margine. La Rosse, mai realmente in lotta per la vittoria, hanno mancato anche il podio e quindi al momento non sono nemmeno il primo degli sfidanti. Sul podio è salita infatti l’Aston Martin che è una cuginetta della Mercedes (oltre al motore, usa il cambio e la sospensione posteriore di Stoccarda), ma ha dimostrato ieri di essere in grado di andare più forte. Al volante della vettura britannica c’era una vecchissima conoscenza, l’ex ferrarista Fernando Alonso che ha vinto due mondiali con la Renault ed ha debuttato in F1 quando l’esordiate Oscar Piastri non era ancora nato.

Lo spagnolo ha ancora intatto lo sguardo della tigre e, in barba ai suoi 42 anni, quando c’è da combattere non alza il piede per nessuna ragione. Nel Golfo lo ha confermato e, al netto di una partenza non brillantissima (nel primo giro si è fatto scavalcare da entrambe le Mercedes), sul passo si è bevuto entrambe le Stelle ed ha scavalcato pure Sainz. La terza posizione l’avrebbe difesa forse il principino che aveva messo un buon margine fra se e Carlos, ma purtroppo Charles è stato tradito dalla power unit della sua Rossa che lo ha improvvisamente mollato. Dietro il figlio d’arte di Madrid si è piazzato il sette volte campione del mondo Hamilton, quindi gli altri due piloti dalla Aston Martin e della Mercedes (Stroll davanti a Russell) che hanno ribadito quali sono le prime quattro forze in campo.

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Lunedì 6 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 07-03-2023 10:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA