
Renault, la demo-car Filante mostra gli artigli: un bolide per il record mondiale di efficienza
La transizione che porta alla mobilità del futuro ha scosso l’automotive. Un settore che aveva attraversato il ventesimo secolo globalizzandosi ed aggregandosi, facendo crescere dei veri giganti con i piedi però un po’ d’argilla. Compagnie colossali con imponenti fatturati, ma con margini risicati che non accendevano la fantasia dei businessman più potenti e del ricco supermarket dei capitali. La svolta nel nuovo millennio. Alimentazione elettrica, guida autonoma, intelligenza artificiale, con piattaforme elettroniche sempre connesse che sfoggiano un hardware ed un software da paura, hanno attirato l’interesse di comparti diversi storicamente poco attratti dalle vecchie quattro ruote di metallo.
Lo scossone, fra le tante conseguenze, ha spaccato la mela in due. Da una parte, le start up diventate in poco tempo realtà emergenti. Dall’altra, i costruttori tradizionali che hanno il difficile compito di cambiare marcia gestendo un passato non facile da trasformare. Del secondo gruppo alcune aziende stanno attraversando difficoltà niente male. Fra loro emerge Renault che è stata in grado di ripensarsi, adeguandosi alle nuove necessità in modo indolore tanto da considerare il cambiamento come un’opportunità. C’è da dire che buona parte del merito, come sempre avviene in questi casi, va al suo numero uno, l’italiano Luca de Meo, arrivato a Parigi in un frangente poco allegro per la società e capace di far uscire il prestigioso vascello dalla tempesta.
La ricetta è flessibile e pronta ad adattarsi, ma con alcuni cardini saldi: il valore della tradizione, la capacità di innovare. Ma anche il motorsport e l’heritage che sono accompagnati dall’abilità nel seguire i nuovi filoni. Uno per tutti: Renault è l’unico costruttore con oltre un secolo di storia alle spalle che ha fatto nascere e che controlla totalmente una società che si occupa esclusivamente di veicoli elettrici (Ampere). Qualcosa in grado di inspirarsi all’americana Tesla americana o alla cinese BYD. Un’azienda agile e fortemente ingegnerizzata, capace di guardare con interesse un futuro inevitabile. A questa inedita trama va rapportato tutto l’impegno quotidiano, ogni mossa deve essere coerente al quadro generale, usando in ogni caso dinamismo e creatività.
Nei giorni scorsi al Parc des Expositions alla Porte de Versaille, nella città delle mille luci, c’è stata l’edizione numero 49 di Retromobile, un Salone dedicato ai veicoli del tempo che fu. E il brand di casa ha dato spettacolo esponendo 4 vetture che fanno rivere in chiave molto moderna veicoli entrati nella storia. Ci sono le nuove R5 e R4 E-Tech elettriche oltre al concept, sempre a batterie, della R17 di fronte ai rispettivi modelli originali. La quarta è un’avveniristica demo-car erede addirittura di tre modelli da record che hanno lasciato il segno nel ventesimo secolo. Il primato più antico risale esattamente a cento anni fa. A scrivere la storia, nel 1925, fu 40 CV des Records che stabilì performance di grande rilievo bissate l’anno successivo.
Quell’auto fu anche la prima ad utilizzare la losanga come logo per un’azienda nata nemmeno trent’anni prima, alla fine dell’Ottocento. Poi, nel 1956, la Etoile Filante, un altro capolavoro per scrivere primati. La nuova, fantasiosa, demo-car mostrata al Rétromobile si chiama Filante Record 2025 e pure nel nome fa rivivere le due antenate. Il prototipo sorprende per creatività ed innovazione ma, a differenza delle originali, non punta ed essere una pietra miliare per la velocità, bensì per l’efficienza come richiede la mobilità del futuro che è altamente ecologica e ha l’obiettivo di salvaguardare le risorse del pianeta. Il bolide è un siluro che ha molte implicazioni aeronautiche per stabilire nel primo semestre dell’anno diversi primati.
Lunga 5,12 metri e alta appena 119 centimetri, la filante monoposto è molto affusolata ed ha le ruote staccate dal corpo principale maniacalmente carenate. La batteria ha la stessa capacità di quella utilizzata da Scenic (87 kWh) per valutare meglio cosa è in grado di fare su un veicolo del genere. Di color Blu ultravioletto che vira verso il viola in funzione della prospettiva, grazie a materiali ultraleggeri e tecniche di produzione avanzate, pesa meno mille chili 600 dei quali di accumulatore di energia con tecnologia cell-to-pack di Ampere.
L’abitacolo è come il cockpit di un caccia di ultima generazione, la pedaliera non esiste, la Filante Record 2025 si guida esclusivamente con le mani. Sia i freni che lo sterzo, infatti, non hanno collegamento meccanico od idraulico fra i comandi e gli attuatori, sono entrambi by wire per ridurre le componenti e il peso. Vero e proprio laboratorio di tecnologie, materiali ed innovazioni, la Filante moderna è una scultura in movimento prodezza di ingegneria e design e monta esclusivi pneumatici Michelin da 19 pollici che riducono al minimo l’attrito.