La linea inconfondibile della nuova Corvette: tanta tecnologia ma stretti legami con la tradizione

Ecco la settima generazione di Corvette,
la rivale americana della Ferrari

di Nicola Desiderio
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DETROIT - La Chevrolet Corvette arriva alla settima generazione e, per festeggiare degnamente il suo 60mo compleanno, debutta nella casa di Detroit, aggiorna il famoso marchio con la doppia bandiera e si riprende ufficialmente l’appellativo Stingray che fu proprio della seconda generazione della sportiva americana, apparsa nel 1963, 10 anni dopo il primo debutto.

La manta è tornata. La nuova Corvette è più lunga (4,49 metri), ma soprattutto ha un passo più disteso (2,71 metri) ed è più “quadrata”. Più tese e taglienti sono infatti le sue linee e più squadrati sono i gruppi ottici posteriori che caratterizzano la nuova coda, sicuramente la parte più nuova della Stingray anche per i quattro tubi di scarico messi in linea e non più a coppie ravvicinate. E a proposito del nome, Sting Ray è la manta in inglese, appellativo che in italiano General Motors utilizzò anche per una omonima coupé con marchio Opel commercializzata tra il 1970 e il 1988. In entrambi i casi il riferimento era alla fonte di ispirazione per lo stile che per la Corvette era ancora più evidente per le branchie laterali, ispirate allo squalo mako, e per il famoso lunotto doppio diviso al centro che ricordava la coda velenosa della manta. Questo particolare sulla nuova Corvette non c’è e per questo molti al Salone di Detroit si sono chiesti sull’opportunità di riesumare il nome Stingray e di piazzare sul fianco della vettura la sagoma dell’animale che era presente anche sul modello Opel.

Tradizione solo apparente. La nuova Corvette, come da tradizione, mantiene fermi alcuni punti aggiornandoli con la migliore tecnologia. Il telaio è sempre separato dalla carrozzeria: il primo è ora in alluminio al posto dell’acciaio idroformato, più leggero di 45 kg e più rigido alla torsione del 57%; la seconda è in diversi materiali compositi tra cui la fibra di carbonio e altri che impiegano speciali nanotecnologie per un risparmio di 17 kg. Sul peso si è lavorato anche per le sospensioni con il braccio inferiore cavo che pesa 4 kg in meno e il puntone di reazione in alluminio (-1,1 kg), tutto questo grazie all’esperienza accumulata nelle corse, preziosa anche per la definizione dell’aerodinamica nel difficile compromesso tra penetrazione, deportanza e raffreddamento. Il risultato è che le masse sono ripartite in modo perfettamente equilibrato tra i due assali. In alluminio sono anche gli ammortizzatori Bilstein, ma si potranno avere naturalmente anche quelli magnetoreologici di terza generazione e più veloci del 40%, apparsi proprio sulla Corvette per primi e poi ripresi da Ferrari e Audi. I cerchi sono da 18 pollici, anteriori con canale da 8,5” e posteriori da 10”, naturalmente con pneumatici runflat, altra innovazione che la Corvette ha adottato per prima diversi anni fa. Lo sterzo è elettromeccanico e dotato di una rigidità di collegamento cinque volte superiore alla precedente. Con il pacchetto Z51, oltre alla lubrificazione a carter secco e a molti altri particolari diversi, c’è un inedito differenziale autobloccante a controllo elettronico.

Sempre V8 e cambio a 7 rapporti. Apparentemente identico al precedente il V8 “small block” di 6,2 litri con distribuzione monoalbero e due valvole per cilindri comandate da aste e bilanceri. In realtà è totalmente nuovo perché ha l’iniezione diretta, è stato invertito l’ordine delle valvole di aspirazione e scarico e ci sono persino il variatore di fase e la disattivazione selettiva dei cilindri. Anche qui compattezza, semplicità e leggerezza sono imbattibili. La potenza è di 450 cv e la coppia di 610 Nm con una curva estremamente favorevole, pari al 7 litri della Z06 tra 1.000 e 4.000 giri/min. Completamente nuovo anche il cambio manuale a 7 rapporti, un’esclusiva condivisa solo con la Porsche 911, che arriva in abbinamento con l’Active Rev Matching, un dispositivo che adatta il regime del motore durante le cambiate, sia quando si sale di marcia sia un scalata. Rimane il cambio automatico a 6 rapporti, in attesa del nuovo a 8 rapporti. Nuovo anche il Driver Mode Selector che consente 5 diverse modalità di guida (Weather, Eco, Tour, Sport e Track) agendo su 12 parametri, nuova la plancia avvolgente con schermo al centro da 8 pollici e immancabile head-up display, anche questa un’innovazione che appartiene storicamente alla Corvette.

Arriva a settembre. La nuova Corvette sarà costruita nello storico stabilimento di Bowling Green, nel Kentucky, ma per vederla su strada bisognerà aspettare il mese di settembre. Seguiranno ovviamente la versione cabrio e altre varianti più potenti. Si favoleggia anche di una versione con motore V6 che segnerebbe un ritorno alle origini – la prima Corvette del 1953 aveva un 6 cilindri in linea di 4,3 litri e solo nel 1956 ebbe il V8 – e anche di un’altra con motore V8 ad altissime prestazioni capace di raggiungere regimi molto elevati. Per ora la Corvette C7 tiene ancora nel mistero sui dati esatti. Si parla di uno 0-100 km/h in meno di 4 secondi e di una velocità di 300 km/h, e per il momento può bastare.

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Martedì 29 Gennaio 2013 - Ultimo aggiornamento: 14-06-2017 09:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA