Alcune delle mitiche due ruote della casa americana fondata nel 1903

Harley festeggia a Roma i 110 anni:
storia della più famosa casa di moto

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Tutte le Harley portano a Roma. Saranno tante. Tantissime. Decine di migliaia. Una vera invasione. La prestigiosa Harley Davidson di Milwaukee, una delle più antiche e famose case moticiclistiche del mondo, ha infatti scelto la Città Eterna per fare entrare nel vivo i festeggiamenti per i 110 anni dell’azienda. Quattro giorni di passione. Di suoni e musica. Che vedranno sfrecciare autentici capolavori su due ruote. L’inconfondibile rombo delle bicilindriche made in Usa rallegrerà l’atmosfera della Capitale, mentre un arcobaleno di colori ne illuminerà le strade. Come avviene ormai da decenni, la festa dell’Anniversario si concluderà nella storica sede della Compagnia durante l’ultimo weekend di agosto (l’azienda fu fondata ufficialmente il 28 di quel mese nel 1903), ma quello che avverrà dal 13 al 16 giugno a Roma certamente non si era mai visto da questa sponda dell’Atlantico.

All’evento dovrebbero partecipare oltre 200 mila persone. Non tutte harleysti, non tutti motociclisti. La forza e il fascino della casa americana sono universalmente riconosciuti anche da centauri che cavalcano altre moto o da appassionati che viaggiano solo in auto. La macchina organizzatrice della città sarà messa a dura prova poiché sono attese oltre 35 mila due ruote, l’80% delle quali griffate con la mitica aquila della Harley. I biker arriveranno da tutta Europa e non solo, alcuni in sella alla propria moto, altri la ritroveranno dopo averla spedita in nave o in aereo. Il servizio di noleggio da tempo offerto dai dealers della casa Usa è andato sold out da mesi e alcuni facoltosi appassionati, che non vogliono rinunciare a sfilare lungo il Tevere con la più aristocratica delle bicilindriche, hanno deciso di acquistarne una per l’occasione nel Belpaese incaricando il concessionario di rivenderla al termine dello show.

Chi sarà a Roma in quei giorni certamente non sfuggirà all’invasione, fra sfilate e sedi permanenti numerosi quartieri saranno coinvolti. Uno dei quartier generali, forse il più importante, sarà ubicato a Ostia nel Porto Turistico che in quei giorni prenderà il nome di Harley Village, una piccola città targata Harley Davidson. La festa prenderà il via giovedì mattina e si concluderà domenica sera. In un gigantesco palco affacciato sulla spiaggia si alterneranno artisti di fama mondiale fra i quali Adam Ant, Bonnie Tyler e Mike & Mechanics. Non verrà trascurato nessun aspetto del mondo Harley, da quello della guida e quello dell’esposizione, da mostre che ripercorrono la storia del brand alla vendita del leggendario merchandising, sia quello ufficiale dei concessionari, sia quello altrettanto ricercato dei “vendors” provenienti da tutta Europa.

Chi è arrivato con la propria Harley avrà la possibilità di partecipare ai numerosi tour organizzati per scoprire le meraviglie della metropoli più bella del pianeta e per mostrare ai romani e non solo l’originalità delle Harley, quasi tutte diverse l’una dall’altra (la personalizzazione estrema resta uno dei punti forti del brand). Non mancherà l’esposizione di tutti i modelli dell’attuale gamma (si potranno anche guidare) e ai non patentati verrà proposto il Jumpstart, cioè l’emozione di guidare una delle moto americane senza spostarsi di un millimetro. Un secondo grande spazio verrà allestito dell’altro capo della città, nell’area del Foro Italico.

Un rapporto speciale gli harleysti lo instaureranno con la Città del Vaticano. Già il venerdì, infatti, verrà celebrata una messa in San Pietro ai quali potranno partecipare duemila membri dell’Hog estratti a sorte. La domenica mattina, infine, 1.400 moto, sempre appartenenti ai soci del più grande Club motoristico del mondo (oltre 1.200.000 iscritti, raccolti in almeno 1.500 “chapters”) verranno parcheggiate in via della Conciliazione per ricevere la Benedizione di Papa Francesco. Lo scorso 3 ottobre Papa Benedetto XVI aveva benedetto due serbatoi Harley portati da Willie G. Davidson, discendente di uno dei fondatori dell’azienda.

La Harley è una delle icone mondiali della tecnologia americana e nei 110 anni di storia ha vissuto fasi di alterna fortuna, passando dagli altari alla polvere e viceversa. In alcuni periodi è stata anche la casa di due ruote più grande del globo, in altri ha rischiato di scomparire sotto la pressione (anche in patria) delle rivali prima inglesi e poi giapponesi. Ora è rimasta l’unica marca americana, dopo la chiusura della rivale Indian e il congelamento del marchio Buell di proprietà della stessa Harley. Con l’Italia la Harley ha sempre avuto un rapporto speciale avendo acquisito e controllato in periodi diversi prima la Aermacchi (negli anni Settanta grazie alla tecnologia italiana vinse diversi titoli mondiali con Walter Villa) poi la mitica MV Agusta.

Il marchio è diventato famosi in tutti i continenti per le impareggiabili cromature e l’inconfondibile rombo dei bicilindrici che l’azienda ha addirittura tentato di brevettare. Le origini affondano le radici nella leggenda. Era l’inizio del Novecento e in quell’area degli States al confine con il Canada scaldava i motori il business della mobilità individuale. Nel 1903 il contadino di origini irlandesi Henry fondò la Ford a Dearborn, vicino Detroit, mentre Firestone iniziò a produrre pneumatici in una ex fonderia nella vicina Akron (la Goodyear era già nata nella stessa città). A Milwaukee i giovanissimi (ventenni) ex compagni di scuola Williams S. Harley e Arthur Davidson montarono un motore monocilindrico su una bicicletta che fu venduta a Henry Meyer, il primo cliente. Il primo motore a V (810 cc) arrivò nel 1909.

Nel 1912 le Harley sono vendute già in Giappone. Nel ’20 la Harley è la casa di moto più grande del mondo con duemila concessionari in 67 paesi. Fra corse vinte e record di velocità, le Harley furono protagoniste delle due grandi Guerre al fianco delle truppe americane. Molte di queste moto rimasero anche in Europa dopo il 1945. Una fu protagonista di “Un americano a Roma” guidata da Nando Meniconi (interpretato da Alberto Sordi). Alcuni nomi dell’universo Harley sono noti anche a chi non ha mai cavalcato una moto: da Softail a Dyne Glyde, da Sportster a V-Rod. Il motore più grande? Il Twin Cam detto Fathead, un pianoforte di 1.802 cc.

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Sabato 1 Giugno 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2013 16:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA