Honda Integra 750 S ABS, un mezzo che si pone al centro fra due categorie e che cerca di conquistare sia gli scooteristi che i motociclisti,

Honda Integra 750 S Abs, un po’ scooter e un po’ moto alla conquista delle giungle urbane

di Lorenzo Baroni
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MILANO - Dopo essere approdato sul mercato fra mille dubbi, incertezze e critiche oggi è uno degli scooter che si trova nella top ten delle vendite grazie ad una dotazione di tutto rispetto con ABS a due canali, il cambio DCT (Dual Clutch Transmission), portapacchi posteriore e bauletto integrato da 45 litri, il tutto per 9.090 Euro per le versioni standard e 9.190 per l'Integra S, che diventano 9.890 per lo Sport con scarico Akrapovic, cupolino fumè e sella sporty.

Corpo e anima da scooter con forme inconfondibilmente da maxi scooter, con una seduta bassa e con una sella comoda, manubrio largo e pedane piatte, protezione aerodinamica eccellente e una carena avvolgente ma con scheletro e cuore da moto con forcellone in allumino, trasmissione a catena, ruote da 17 pollici, tunnel centrale dalle dimensioni importanti e soprattutto il motore e il telaio che sono da moto “vera” gli stessi della NC750 X. Non è solo una questione di cambio.

Il bicilindrico frontemarcia 750 dispone di 55 cv a 6.250 e una coppia massima di 68 Nm a 4.750 giri. L’erogazione è rotonda e regolare con una coppia valida e soprattutto con consumi davvero bassi, 29 km/l dichiarati nel ciclo misto. Ma non pensate che l’Honda Integra sia un veicolo da vecchietti è anche veloce.

Nello scatto da fermo passa da 0 a 100 in 5,5 secondi e allunga fino circa ai 175 km/h di velocità massima effettiva. Il merito è anche del cambio DCT, che parte forte da fermo con un ottimo stacco frizione e cambia molto rapidamente, soprattutto in modalità manuale. Quando invece ci si trova nel classico stop&go più serrato esce fuori una pecca, il peso di 237 kg con il pieno, che si fa sentire e muoversi fra una macchina e l’altra risulta difficile. In città si apprezza anche l’impianto frenante, con le leve regolabili, e soprattutto la taratura dell’ABS a due canali, poco invasivo e puntuale.

In curva emerge l’anima più sportiva dell’Honda Integra, quella da moto pura assemblata e progettata con una ciclistica solida, con un telaio in tubi d’acciaio e struttura a diamante, e sospensioni con forcella telescopica da 41 mm all’anteriore e forcellone in alluminio al posteriore con monoammortizzatore a leveraggio progressivo.

In sella tutto questo si traspone in puro divertimento, con inserimenti in curva precisi e una grande facilità nel tenere la linea, grazie alla stabilità del davanti che ispira fiducia anche quando il ritmo si fa più sincopato. Grandi pieghe quindi anche perché l’Integra ha una ottima luce a terra. Sulle strade di montagna l’Integra rimane facile e tutto scorre fluido e rotondo. Il comfort in ogni caso è eccellente, sia per la perfetta triangolazione sia per la capacità di assorbimento di ruote e sospensioni da moto.

I comandi al manubrio sono pratici e relativamente intuitivi. Rispetto ai veicoli tradizionali qui c’è qualcosa in più a cui abituarsi: le leve per la gestione della trasmissione automatica DCT. Se sulla destra è quasi tutto nella norma con l’aggiunta del tasto con cui si selezionano le modalità di guida Drive, Sport e Neutral e la leva per passare dalla gestione automatica a manuale, sul blocchetto di sinistra si può avere un po’ più di confusione soprattutto nei primi chilometri, infatti insieme alla gestione delle luci abbiamo i due comandi “+ e –“ per salire o scendere di marcia manualmente e il comando del clacson posto al centro, che quindi non è proprio immediato da trovare, ma è solo una questione di pratica.

Nel complesso Integra 750 è un ottimo veicolo, per comfort, consumi e piacere. Di sicuro però non si può rinunciare al bauletto da 45 litri, perché il sottosella è davvero troppo piccolo per un mezzo nato per macinare chilometri.
 

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Mercoledì 9 Marzo 2016 - Ultimo aggiornamento: 10-03-2016 06:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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