La nuova Moto Guzzi V7 in versione Special (a sinistra) e Stone

Moto Guzzi, con la nuova V7 l’Aquila centenaria domina la scena. Il mito non tramonta mai

di Francesco Irace
  • condividi l'articolo

GROTTAFERRATA - Un classico che non tramonta mai. Un mix di tradizione e moderna autenticità. A distanza di cinquant’anni dal primo esemplare, quello che ha dato il via ad un susseguirsi di generazioni amate da un pubblico sempre più numeroso, la Moto Guzzi V7 si rinnova cambiando pelle ma non il Dna. D’altronde un progetto che funziona non può certo essere stravolto, ha bisogno solo di piccoli ritocchi per stare al passo coi tempi. E così, è sempre lei, ma è più accattivante e matura, proprio come tutta la gamma del marchio Moto Guzzi, che nel 2021 spegne ben 100 candeline, scrivendo un’altra importante pagina di storia nel libro del motociclismo mondiale.

È disponibile in due le versioni: Stone, più sportiva, essenziale e contemporanea; e Special, rigorosamente classica, con cromature e cerchi a raggi. Entrambe sono spinte dal nuovo propulsore da 853cc (disponibile anche in versione depotenziata) strettamente derivato da quello che troviamo sulla V85 TT. La cui potenza cresce del 25%, passando dai precedenti 52 cv a 6200 giri/min agli attuali 65 cv a 6800 giri/min, con la coppia che passa a sua volta da 60 Nm a 4250 giri/min a 73 Nm a 5000 giri/min (con più dell’80% della coppia disponibile già a 3000 giri/min). Nuovi sono i tubi di scarico dal differente layout, la trasmissione a giunto cardanico è stata maggiorata, e anche la ruota posteriore oggi assume un aspetto più imponente grazie ad una sezione più larga (150/70).

In generale, dunque, si percepiscono più maturità e una dotazione più ricca. Gli ammortizzatori Kayaba sono più grandi, i fianchetti sono stati ridisegnati, proprio come il parafango posteriore e il serbatoio. Il telaio è stato evoluto con l’aggiunta di elementi in acciaio nella zona del cannotto di sterzo e ci sono una nuova sella ed inediti supporti per le pedane del pilota. Non manca il controllo della trazione regolabile, mentre l’acceleratore resta di tipo tradizionale. Nel corso della nostra prova sulle strade a sud di Roma abbiamo avuto modo di provare entrambe le versioni. La Stone ha un nuovo proiettore anteriore con luce diurna DRL, la strumentazione digitale e cerchi in alluminio dallo stile sportivo. La Special mantiene invece l’elegante strumentazione analogica, le cromature e, come anticipato, i cerchi a raggi. Hanno dunque una doppia personalità, ma la stessa anima. Ossia, un bicilindrico molto piacevole, elastico e divertente. È un propulsore che riprende anche in sesta senza esitazioni. Frulla ai bassi con un bel sound e offre un’ottima spinta ai medi regimi. È abbinato ad un cambio vellutato e molto preciso e a una frizione molto morbida, che strizza l’occhio anche a chi è alle prime armi. Le vibrazioni non mancano (fanno parte un po’ della categoria), ma non sono fastidiose.

Molto comoda la posizione di guida, grazie a una sella ampia e ben imbottita e a una perfetta triangolazione pedane-manubrio-sella. Buona anche la frenata, ben modulata. Quale scegliere tra le due? È solo questione di gusto personale. E noi è piaciuta un po’ di più la Stone, per via del feeling maggiore offerto dai cerchi in alluminio nella guida più allegra (ma parliamo di dettagli quasi impercettibili). Sono entrambe già disponibili sul mercato con prezzi da 8.840 euro per la Stone e da 9.140 euro per la Special. Ampio, come di consueto, il catalogo accessori.

  • condividi l'articolo
Domenica 14 Marzo 2021 - Ultimo aggiornamento: 16-03-2021 10:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti