
Bosch, un “Tour d'Europe” per i carburanti rinnovabili: «Non c'è solo l'elettrico»
Non c'è soltanto la strada dell'elettrico puro per sostenere la transizione verso il traguardo delle emissioni zero. E anche nel 2035, data fissata dall'Unione Europea per lo stop alla vendita di veicoli con motore termico, potrà esserci ancora spazio per alimentazioni a combustione interna grazie ai carburanti rinnovabili, in attesa della auspicata neutralità climatica fissata per il 2050. La soluzione alternativa esiste, ed è già disponibile. E' questa la missione divulgativa del "Tour d'Europe" avviato da Bosch e dai suoi partners con lo scopo di dimostrare alla Commissione Europea che la tecnologia dei carburanti rinnovabili deve essere adeguatamente considerata e sostenuta perché garantisce una consistente riduzione delle emissioni dovute al traffico stradale.
Attraverso la piattaforma Digital Fuel Twin, Bosch offre una tecnologia basata su cloud per tracciare e certificare l'impronta di carbonio dei carburanti, supportando le aziende nel certificarne la sostenibilità. L'intera catena del valore dell’industria europea automotive intende così riportare i carburanti rinnovabili sulla roadmap dell’Ue.
Il "Tour d'Europe", che ha fatto tappa a Torino ed è stato presentato presso la sede piemontese della Bosch, ha iniziato un viaggio di tre mesi attraverso vari Paesi proprio per promuovere la decarbonizzazione tramite carburanti rinnovabili, sensibilizzare sulla loro accessibilità e sottolineare il loro ruolo nella ricerca della neutralità climatica. Il tour mostra come i carburanti rinnovabili siano una soluzione flessibile e già disponibile per ridurre le emissioni, affiancando elettrificazione e idrogeno.
Auto e camion alimentati a carburanti rinnovabili faranno tappa in numerose capitali europee (comprese Berlino e Parigi) dove sono previsti eventi e convention con stakeholder locali. Tutti i veicoli (4 vetture con motore diesel, 5 a benzina e 3 veicoli pesanti con alimentazioni diesel/Gpl) utilizzano il software Digital Fuel Twin di Bosch per certificare l'uso di carburanti rinnovabili e la riduzione di CO2.
Il tour partito da Madrid si concluderà il 24 giugno a Bruxelles con la presentazione di un rapporto sul potenziale climatico dei carburanti rinnovabili e sull'efficacia della loro certificazione. Il progetto riunisce sotto la guida di Bosch aziende, associazioni e istituzioni di tutta la supply chain dei settori automotive e carburanti, tra cui Bmw, Hyundai, Daimler Truck, Iveco, Enilive, Eurogas, FuelsEurope e altri. «Il Tour d'Europe sta dimostrando ai cittadini e ai responsabili politici di tutta l'Ue che i biocarburanti rinnovabili rappresentano un approccio flessibile e tecnologicamente aperto alla decarbonizzazione del trasporto stradale – ha spiegato Francesco Monteamaro, vicepresidente Sales di Bosch -. Essendo una soluzione già disponibile per i veicoli esistenti, i carburanti rinnovabili stanno già producendo risultati misurabili in termini di riduzione delle emissioni di gas serra. Non bisogna considerare soltanto l'emissione di CO2 allo scarico, bensì l'intero ciclo vita dei carburanti. Il carbonio rilasciato durante la combustione è compensato da quello precedentemente assorbito dall'atmosfera».
Raffaella Lucarno, di Enilive, ha ricordato che fin dal 2000 sono disponibili carburanti green di origine vegetale poi sostituiti da altri che derivano anche dagli scarti destinati alle discariche. «Il nostro HVO è un biodiesel che garantisce emissioni di CO2 inferiori dal 60 al 90% e si può utilizzare su tutti i veicoli che abbiano meno di 10 anni a un costo di poco superiore a quello del diesel tradizionale. Lo distribuiscono già 1.300 stazioni di servizio in Italia e lo vendiamo anche all'estero, per esempio in California o a New York».
Il responsabile propulsori alternativi di Iveco, Giandomenico Fioretti, ha spiegato che «nella transizione all'insegna della sostenibilità dei veicoli pesanti un ruolo essenziale avranno proprio i carburanti bio, diesel e metano». E il direttore generale di Anfia, Gianmarco Giorda, ha ribadito che l'associazione sosterrà la crociata «per ottenere regolamenti comunitari in linea con le esigenze di mercato: non si possono obbligare i compratori a scegliere soluzioni non gradite».