La Toyota Mirai ad idrogeno con il bus alimentato a fuell cell

Toyota a Terni col bus del futuro. Mobilità a idrogeno sempre più vicina nel cuore d’Italia per autobus e treni

di Nicola Desiderio
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Andare verso le emissioni zero non è semplice, soprattutto per mezzi come camion, mezzi industriali, treni, aerei autobus. Un campo largo che vale il 20% delle emissioni di anidride carbonica e che tecnicamente viene definito “hard to abate”, cioè difficile da decarbonizzare. Per loro la soluzione è l’idrogeno, una tecnologia che Toyota vede come l’ultima frontiera della mobilità e complementare all’elettrico, se non altro perché l’utilizzo migliore dell’idrogeno è farlo combinare all’interno delle celle a combustibile con l’ossigeno contenuto nell’aria producendo proprio energia elettrica, pronta a muovere tutti questi mezzi. È questo che vuole la Toyota, che vogliono fare l’Unione Europea e l’Italia – che sul piatto hanno messo tanti miliardi di euro – e che vuole anche la Città di Terni con i progetti Life3h e Hydra.

L’obiettivo è l’utilizzo dell’idrogeno per sostituire i treni elettrodiesel sulla linea ferroviaria Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona, rendere più pulita la produzione dell’acciaio e anche la mobilità su gomma, a partire da quella pubblica. Il fulcro di tutto sarà la produzione dell’idrogeno verde, ovvero ricavato per elettrolisi dall’acqua. Terni ha tutto per farlo: il fiume Nera e l’energia elettrica che se ne ricava. Una duplice forza della natura che trova la sua rappresentazione più spettacolare nella Cascata delle Marmore. Il primo passo sarà l’acquisto da parte della municipalità umbra di due autobus H2.City Gold di Caetanobus che sfruttano gli stack di celle a combustibile forniti da Toyota, gli stessi della Toyota Mirai. Rispetto ai bus elettrici il vantaggio è nei tempi di rifornimento: 9 minuti e nei serbatoi, sistemati sul tetto, ci sono 400 km di autonomia.

Il bello della tecnologia fuel cell è la sua flessibilità. Toyota lo ha dimostrato con progetti come quelli dei bus Sora a Tokyo, i camion presso il porto di Long Beach, le imbarcazioni come l’Energy Observer che ha girato il mondo sfruttando solo il sole, il vento e l’idrogeno, e come i treni con il progetto Hybari in collaborazione con la East Japan Railway Company e la Hitachi. Le stesse fuel cell che muovono l’H2.City Gold e la Mirai sono state utilizzate per illuminare la Torre Eiffel e saranno impiegate anche per la missione lunare che la JAXA (l’ente spaziale giapponese) sta preparando per il 2029.

Toyota ha creato European Fuel Cell Business Group per vendere una tecnologia alla quale si dedica da oltre 30 anni, ma ha anche messo a disposizione gratuitamente 5.680 brevetti per creare quella che chiama la “società dell’idrogeno” e il sindaco di Terni, Leonardo Latini, traduce in «una nuova economia basata sull’idrogeno per noi, per la nostra comunità verso due obiettivi: la tutela ambientale e la creazione di nuove filiere produttive e quindi di posti di lavoro». Due linguaggi che dicono la stessa cosa: l’idrogeno è un futuro possibile e desiderabile per tutti.

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Domenica 6 Marzo 2022 - Ultimo aggiornamento: 07-03-2022 11:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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