
Altavilla (Byd) «Green Deal sbagliato, tutto elettrico nel 2035 è impossibile. Il time to market gap con Cina è molto ampio»
Per quanto riguarda la transizione green "Ursula von der Leyen mi fa pensare alla 'teoria del cavallo morto', secondo la quale se ti accorgi che il cavallo su cui stai correndo sta morendo è più saggio lasciarlo e cambiarlo, piuttosto che cercare di salvarlo a tutti i costi. Quest'ultimo mi sembra invece l'atteggiamento di von der Leyen. Il Green Deal è sbagliato, possiamo ragionare per anni su modifiche insignificanti, ma non ci rendiamo conto che questi complicano ulteriormente il percorso di transizione". Lo ha detto Alfredo Altavilla, special senior advisor Europa di Byd, durante la seconda giornata della decima edizione del #ForumAutomotive, in corso a Milano. "L’obbligo del tutto elettrico al 2035 è impossibile da raggiungere. L’estensione almeno all’ibrido plug-in è necessaria. La sospensione delle multe decisa dall’Ue non ha alcun senso e aumenta le incertezze dell’industria e del consumatore che rinvia l’acquisto e frena il mercato", ha detto Altavilla, spiegando che "in Cina Byd ha pianificato la costruzione di un network di ricarica proprietario. Valuteremo se fare lo stesso anche in Europa".
Per quanto riguarda invece il tema dei dazi e i rapporti con la nuova amministrazione americana, Altavilla ha spiegato che "dal punto di vista cinese, Donald Trump non è il problema, perché ci aveva già pensato il suo predecessore Joe Biden a mettere dazi pesanti al 100%. In un certo senso, l'atteggiamento di Trump sui dazi è stato decisamente più costruttivo rispetto a tanti altri Paesi. Il suo punto è molto semplice: crea tutte le condizioni possibili per fare investire in America, altrimenti si pagano i dazi, che è una posizione legittima per tutelare i propri interessi. Noi invece in Europa siamo andati al contrario, vogliamo attirare gli investimenti, però prima imponiamo i dazi e non mettiamo a disposizione risorse per gli investimenti stranieri".
"Quella che si sta sviluppando in Cina per i grandi costruttori automotive è una dinamica molto diversa da quella dell’industria tradizionale. Il time to market, il percorso dal progetto al prototipo, è incredibilmente più veloce rispetto al mondo europeo e americano, così come è molto più veloce la realizzazione di impianti produttivi. Se non si capisce questo, non si capisce il gap che si sta creando tra il mondo cinese e occidentale". Lo ha detto Alfredo Altavilla, special senior advisor Europa di Byd, durante la seconda giornata della decima edizione del #ForumAutomotive, in corso a Milano. "In 18 mesi i produttori cinesi arrivano dal foglio bianco, dal progetto, al primo veicolo, mentre in Occidente a fatica in quel lasso di tempo si fa un restyling. Bisogna andare al passo, capire che bisogna ripensare il processo industriale. Ci si può arrivare? Non con i mezzi tradizionali, la Cina è molto più avanti sulle nuove tecnologie, sarebbe più saggio collaborare con loro", ha detto Altavilla, sottolineando che "bisogna fare di necessità virtù, inseguire la Cina per esempio su elettrificazione e guida autonoma è una scommessa perdente. Bisogna quindi cambiare il paradigma".