Un rendering di un'auto connessa

Auto connesse, business dati crescerà a 1.500 mld dollari. Samsung: “Enormi opportunità in ambito sicurezza”

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ROMA - Probabilmente la rivoluzione dell’industria automobilistica non sarà limitata alla transizione verso i sistemi di propulsione elettrica, ma coinvolgerà un aspetto altrettanto innovativo, quello dei dati generati dalle auto e dai loro utilizzatori, tanto che alcuni analisti prevedono che entro il 2025/2030 i ‘big datà potranno diventare più preziosi dei veicoli stessi. Secondo quanto riporta uno studio del colosso dell’infotainment e dell’elettronica di bordo Harman Samsung, si prevede che la mobilità e i servizi basati sui dati promuoveranno una crescita del 30% dei ricavi automobilistici che è valutabile in 1.500 miliardi di dollari. Entro il 2025, nel mondo circoleranno 125 milioni di auto connesse che trasmetteranno ogni ora al Cloud qualcosa come 25 GB di dati, creando una ricchezza di informazioni e approfondimenti.

Un cambiamento che farà diventare i veicoli - attraverso i diversi sensori di bordo, radar e telecamere comprese - veri e propri generatori di dati molto più estesi rispetto a quelli derivanti dal solo muoversi sulle strade. È il caso degli aggiornamenti in tempo reale sul meteo, sul traffico, sulle situazioni locali, oltre a quanto (nel rispetto della privacy) potrà essere generato dal riconoscimento facciale e da altre applicazioni dell’intelligenza artificiale. Cambiamenti, questi, che stanno trasformando non solo l’industria automobilistica che ha dato vita - per sviluppare la mobilità intelligente - a inediti accordi tra grandi Gruppi, ma che hanno accelerato l’arrivo dei giganti della tecnologia come Amazon, Google e Microsoft in ambito automotive. I modelli di business basati sui dati automobilistiche possono infatti andare oltre il confort e la sicurezza. Va ricordato che la tecnologia Vehicle-to-Everything (V2X) consentirà infatti alle auto di comunicare con l’infrastruttura stradale, inclusi i segnali e le altre auto, ma anche con i device di ogni tipo e perfino con gli elettrodomestici intelligenti nella smart home del conducente. È dunque chiaro che i dati generati potranno essere utilizzati da enti e dipartimenti per il controllo del traffico, da urbanisti e analisti per studiare e migliorare i flussi dentro e fuori le città e dalle compagnie di assicurazione per una corretta sorveglianza della circolazione. Ma anche essere ‘monetizzatè per creare preziosi modelli di contenuti in entrata con pubblicità mirata e localizzata da parte di aziende, commercianti, fornitori di servizi e rivenditori di infotainment. Oltre che per profilare i consumatori e concreizzare ricerche di marketing ancora più puntuali.

«L’ auto connessa contiene un vero tesoro di informazioni - ha detto Sandip Ranjhan, senior vice president e general manager connected services di Harman - che possono essere applicate non solo per rivoluzionare il viaggio, ma anche per rendere le nostre strade e città sicure e piacevolmente percorribili». La gestione di queste enormi (e redditizie) quantità di dati creerà però anche nuove responsabilità, la principale delle quali - si legge nella rapporto di Harman Samsung - è il rispetto delle varie problematiche relative alla proprietà dei dati e della privacy, naturalmente oltre alla certezza della sicurezza informatica end-to-end. Dato che il potenziale di questi sviluppi in ambito automotive, è indispensabile che i costruttori automobilistici collaborino tra loro e con i fornitori più esperti, attuando modalità di lavoro interfunzionali per procedere nel rispetto degli interessi di tutti, in primo luogo quelli dei clienti finali.

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Giovedì 12 Novembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 14-11-2020 12:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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