Valentino Rossi resta con il team Bmw/Wrt. Il “dottore” al volante della M4 GT3 anche nella stagione 2025
WEC, Valentino Rossi prosegue il suo impegno nell’Endurance con la BMW M4 GT3 del Team WRT
BMW, elettrico e idrogeno nel futuro della casa di Monaco. Neue Klasse X al debutto quest'anno
In Messico il futuro non viaggia sulle nuvole, anche se in nessun posto gli è così vicino. A San Luis Potosi infatti, su un altopiano che si trova a oltre 1.800 metri sul livello del mare, dal 2019 è attivo uno dei circa 30 stabilimenti di Bmw nel mondo e uno dei 3 dove saranno prodotti i nuovi modelli elettrici basati sull’inedita piattaforma Neue Klasse. L’impianto centroamericano sarà infatti il terzo, dopo quello patrio di Monaco di Baviera e quello ungherese di Debrecen, a sfornare dal 2027 le elettriche di nuova generazione proseguendo un cammino che la casa tedesca ha iniziato nel 2011 con la i3 e sta continuando costruendo una gamma alla spina che arriverà nel 2030 al 50% del totale delle vendite e avrà un impatto di CO2 inferiore del 40%. Il tutto seguendo un percorso di sostenibilità che tiene conto non soltanto del numero di modelli elettrici in listino.
La parte ecologica della transizione è solo una parte della sostenibilità. Ci sono anche altri aspetti fondamentali come la responsabilità sociale perché non conta solo quello che succede dentro la Bmw, ma anche quello c’è fuori e per noi contribuire allo sviluppo vuol dire agire all’interno della società». A dirlo è Ilka Horstmeier, in Bmw dal 1995 e dal 2019 membro del consiglio di amministrazione con la carica di People and Real Estate, Labour Relations Director. Vuol dire che le persone, gli immobili (uffici e stabilimenti compresi) e i rapporti industriali di un costruttore da oltre 2,5 milioni di automobili e 155 miliardi di fatturato passano per le sue mani. «Tutto parte dalle persone dalla loro capacità di leadership, dal loro grado di istruzione, dall’inclusività sociale e anche dalla cultura e dall’arte, cose di cui l’Italia è così ricca».
E dicendolo a Frau Horstmeier scappa un sorriso prima di addentare un altro boccone sotto il caldo sole messicano. Siamo al centro di un complesso industriale che occupa un’area di 300 ettari e nel quale Bmw ha già investito 1,5 miliardi di dollari per produrre Serie 3, Serie 2 Coupé ed M2. Vi lavorano su due turni 3.700 operai di 15 nazionalità diverse, con il 36% di donne e un’età media di 32 anni, e sui 7,9 km di linee produttive vi sono installati oltre 700 robot. La sua presenza ha creato un indotto da 32mila posti di lavoro, il 90% dei fornitori è locale e da qui sono già state sfornate oltre 400mila unità destinate per l’85% all’esportazione. Ad alimentare il complesso provvedono, almeno in parte, 73mila mq di pannelli fotovoltaici e si sta lavorando anche ad altre soluzioni, come la cogenerazione attraverso biometano, per azzerare l’impatto di CO2 entro la fine del decennio.
Nel frattempo tutta l’acqua impiegata negli impianti viene recuperata e raccolta in un laghetto dove fanno sosta anche le anatre di passaggio. Alle nostre spalle sta sorgendo un altro gigantesco capannone da 85mila mq che sarà pronto tra 20 mesi e ospiterà una delle cinque gigafactory che Bmw sta approntando insieme a quelle di Strasskirchen (Baviera), Debrecen (Ungheria), Woodruff (North Carolina) e a Shenyang (Cina). A regime, avrà una capacità di 30 GWh e si partirà con un turno e 70mila moduli all’anno composti da celle cilindriche che promettono una densità di energia superiore del 20% e una velocità di ricarica migliorata del 30% grazie all’architettura a 800 Volt. I primi due modelli li vedremo tra il 2025 e il 2026 e saranno una berlina e un Suv delle dimensioni rispettivamente della Serie 3 e della X3. La manager tedesca però, più che di automobili, preferisce parlare delle persone che le costruiscono e della loro vita. Lo stabilimento di San Luis Potosi ospita una scuola di formazione che prepara gli operai del futuro e, attaccata al suo perimetro, Bmw finanzia una istituto comprensivo dove oltre 200 ragazzi e bambini studiano e crescono sognando un futuro che potrebbe essere a qualche decina di metri, con la collaborazione delle autorità locali e dell’Unicef.
E al proposito l’ambasciatore del fondo delle Nazioni Unite in Messico non ha dubbi: «I bambini e le persone sono l’investimento migliore – afferma Luis Fernando Carrera Castro – perché rende in ogni caso». La collaborazione tra Bmw e Unicef tuttavia non nasce qui, ma in Polonia nel 2022. «Fui invitata a conoscere una famiglia ucraina in fuga dalla guerra – ricorda la Horstmeier – e ne fui molto toccata. Per questo abbiamo deciso di raddoppiare il nostro contributo e lo scorso anno abbiamo formato 70mila persone per la digitalizzazione perché vogliamo che conoscano che cosa è l’Intelligenza Artificiale, la sicurezza dei dati e un cloud. Sono cose che oramai sono lì fuori, fanno parte del mondo, del lavoro e della nostra vita. La transizione e il futuro di tutti si giocano non solo sull’elettrificazione, ma su queste conoscenze».