Quattro modelli di auto a batterie davanti ad una colonnina di ricarica Eva+

La carica dell'auto elettrica. Enel, ecco il piano per l'Italia: 300 ml per installare oltre 14 mila colonnine entro il 2022

di Giorgio Ursicino
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VALLELUNGA - Un’altra scossa per il mondo dell’auto. E questa volta, da quando le vetture elettriche sono uscite dal guscio mettendo una seria ipoteca sul futuro della mobilità, è una delle più forti rilevate nel nostro paese. Enel, la multinazionale tricolore che si è data il target della totale decarbonizzazione puntando tutto sulle energie rinnovabili, ha presentato il suo piano “e-mobility revolution”. Un progetto in grado di dare una forte accelerazione alla diffusione dei veicoli “zero emission”, contribuendo non poco al cambiamento del modo di muoversi e di viaggiare nella Penisola che fra qualche anno avrà addirittura un nuovo volto. Con questa mossa l’azienda si pone obiettivi ambiziosi.

Da una parte avrà un ruolo decisivo nel percorso per migliorare l’atmosfera in città perché le auto a batterie non hanno il tubo di scarico, quindi non emettono né sostanze inquinanti né CO2. Dall’altra, abbatterà drasticamente l’inquinamento in assoluto poiché l’energia necessaria per spingere i nostri veicoli non sarà più generata dal petrolio e dal carbone (e forse nemmeno dal gas), ma da fonti il più possibile rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico. Le vetture “zero emission”, si sa, sono una strada segnata e fra qualche decennio manderanno definitivamente in pensione il vecchio motore termico che per quasi un secolo e mezzo ha monopolizzato la scena. Almeno così dicono leader politici e i sindaci delle grandi città e su questa posizione stanno convergendo anche i grandi costruttori, ormai consapevoli che la svolta ecologica può diventare un business, ridando vigore ad un comparto fondamentale per l’occupazione e l’economia mondiale.

Silenziose e pulite, offrono un elevato piacere di guida e performance più che adeguate, oltre ad una manutenzione ridotta ed un costo di gestione più contenuto. La prima e la più diffusa auto elettrica del terzo millennio è la Nissan Leaf di fra poche settimane sarà lanciata la seconda generazione. Ma questo è solo l’inizio, i veicoli del domani hanno appena messo in moto il loro ovattato propulsore e nei prossimi anni i progressi saranno enormi tanto che per affermarsi non avranno bisogno di incentivi e di normative ad hoc. Nei centri ricerca procede infatti a pieno ritmo lo sviluppo dei nuovi pianali e delle nuove batterie “solide”, tecnologie sviluppare su misura per l’auto elettrica che già all’inizio del prossimo decennio faranno incrociare le “curve” dei veicoli zero emission e di quelli termici. Che significa?

Che quelli a batterie avranno più potenza, più coppia, più performance costando addirittura di meno. Per le auto “tradizionali” la battaglia è persa in partenza. Da noi, che siamo partiti in ritardo, i margini di crescita sono ancora più elevati. In Italia il parco circolante non è ancora arrivato alle 10 mila unità, in Germania è oltre 7 volte superiore, in Olanda 11, in Norvegia 13 (qui la quota di mercato sfiora i 30%), in Giappone 15. In Cina e negli Usa (ma quelli sono delle “region”, dei continenti) lo scorso anno già circolavano rispettivamente quasi 650 mila e oltre 560 mila veicoli elettrici. Nella Penisola le colonnine di ricarica sono poco più di mille, in Giappone oltre 21 mila (più di 7 mila di tipo “veloce”), negli Stati Uniti oltre 35 mila, nell’intera Unione Europea oltre 100 mila. Ora arriva la svolta. Enel entro il 2022 investirà fino a 300 milioni di euro per installare oltre 14 mila colonnine da Nord a Sud in collaborazione con le Regioni e i Comuni interessati, ma anche insieme a soggetti privati (il contributo di Enel potrà arrivare al 65% dell’investimento) come supermercati, centri commerciali, agriturismi, hotel.

L’azienda Italiana, che ha già installato circa 900 punti di ricarica nel Belpaese, nel 2018 ne allocherà altri 2.500 per arrivare a 7 mila nel 2020 e raddoppiare due anni più tardi. Le colonnine saranno fondamentalmente di tre tipi: la nuova Quick da 22 kW soprattutto nelle città, la Fast da 50 kW e la Ultra Fast da 150 per la ricarica super veloce nelle aree extraurbane. Quasi l’80% dei “distributori” sarà nelle zone cittadine (21% nelle aree metropolitane, 57% nelle altre città), il 21% fuori per garantire spostamenti a lungo raggio (fra queste ci sono anche le 180 del progetto Eva+ co-finanziato dalla Commissione Europea). «La realizzazione di questa avanzata infrastruttura di ricarica - ha spiegato Francesco Starace, amministratore delegato di Enel - è un importante passo in avanti per lo sviluppo tecnologico del Paese. Siamo fortemente impegnati a darà all’Italia un contributo all’evoluzione di un sistema di mobilità sostenibile che porterà grandi benefici per l’ambiente, il sistema economico, le imprese e i cittadini. Le tecnologie legate alla e-mobility cambiano le abitudini delle persone migliorandone la vita quotidiana»

L’ad ha concluso con un invito: «L’auto elettrica non ha bisogno di incentivi economici, sono più importanti le facilitazioni all’utilizzo, cioè i parcheggi o l’ingresso nelle zone Ztl». Francesco Venturini, direttore globale della divisione e-Solutions di Enel, ha tranquillizzato gli automobilisti: «L’auto elettrica è ormai realtà, con questo piano infrastrutturale vogliamo eliminare la “range anxiety”, cioè l’ansia di restare a secco. Realizzeremo una rete capillare integralmente sviluppata da Enel in collaborazione con tutti coloro che credono come noi nel nostro paese e nelle nostre capacità di innovazione».

La multinazionale italiana è anche partner energetico globale della Formula E, il nuovo campionato Fia di monoposto elettriche che si disputa nel cuore delle principali metropoli del pianeta e che il prossimo anno farà un’attesissima tappa anche a Roma.
 

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Mercoledì 4 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 14:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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