Il board del Volkswagen Group a Wolfsburg con la nuova XL1, l'auto da 1 litro per 100 chilometri

L'anno migliore della storia Volkswagen:
25 miliardi di utili, fatturato sfiora i 200

di Giampiero Bottino
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WOLFSBURG - Con una galassia di 12 marchi che offrono 280 modelli, 550.000 dipendenti, 100 impianti sparsi in tutti i continenti a eccezione dell'Australia, il gruppo Volkswagen è l'indiscusso gigante dell'auto europea, un colosso sempre più globalizzato che, pur mantenendo salde le sue radici in Germania e più in generale nella Vecchia Europa, sta crescendo ovunque. Lo conferma l'andamento del 2012 il cui bilancio, illustrato a Wolfsburg dal presidente Martin Winterkorn nel consueto incontro annuale con la stampa specializzata e gli analisti finanziari di tutto il mondo, è condito da numeri davvero impressionanti.

Accelerazione.
Alla forte crescita delle vendite, cresciute del 12,2% a 9,3 milioni di veicoli (un milione in più rispetto all'anno precedente) si aggiungono dei dati finanziari altrettanto significativi: i ricavi delle vendite sono passati da 159,3 a 192,7 miliardi di euro, il profitto operativo si è attestato a 11,5 miliardi, ai quali va aggiunta la quota di 3,7 miliardi imputabile alle joint venture cinesi. Il profitto prima delle tasse è aumentato di ben 6,6 miliardi, a quota 25,5 miliardi, che sono diventati 21,9 una volta assolti gli obblighi fiscali. Ottime le notizie per gli azionisti, visto che in seguito ai brillanti risultati il dividendo per azione aumenta di 50 centesimi: 3,50 per le ordinarie e 3,56 per le privilegiate. E ciascuno dei dipendenti tedeschi incasserà un bonus di 7.200 euro.

Senza frontiere.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle vendite, i progressi hanno interessato, seppure in misura diversa, tutte le macro regioni. Persino l'Europa, pur con i tempi travagliati che sta attraversando, è cresciuta anche se in misura limitata (+2,8%) arrivando a 4.170.100 consegne, di cui 1.201.800 (+3,4%) ai clienti tedeschi. Decisamente più importante la crescita nelle altre regioni, con il Nord America al +26,3% (843.300 unità), l'Asia Pacifico a +23,5 (3.180.600 vendite, di cui 2.815.200 alla clientela cinese) mentre in America del Sud il miglioramento è stato del 12,4%. Da notare tra l'altro che la crescita è stata particolarmente impetuosa in alcuni mercati verso i quali si sta spostando il baricentro dell'auto mondiale e dove quindi, in prospettiva, il futuro appare più promettente: significativi il +25% in Cina e addirittura il +41% registrato sul mercato russo.

Le marche.
Quasi tutti i brand del gruppo hanno dato il loro contributo al risultato finale. Unica eccezione tra i marchi automobilistici, la Seat che più degli altri sta faticando - e non da oggi - a trovare un chiaro posizionamento sul mercato e paga l'eccessivo sbilanciamento delle vendite verso l'area dell'Europa mediterranea, al momento quella che sta soffrendo di più. La casa spagnola ha chiuso il 2012 a 321.000 consegne, in calo dell'8,3%. Per il resto, sembra una marcia trionfale: la marca Volkswagen ha chiuso a 5.738.500 consegne, con punte di crescita superiori al 20% in Nord America e Asia-Pacifico, compresa la Cina che ha superato il mercato europeo con 2.150.500 unità contro 1.907.200. Audi ha stabilito il nuovo record assoluto con 1.455.100 unità, in crescita dell'11,7% rispetto dal 2011, con punte del +29,6% in Cina e del 18,5% in Nord America. Record storico anche per Skoda, con 939.200 consegne (+6,8%) senza l'apporto dell'America del Nord nel quale il brand ceco non è presente.

Il lusso corre.
Nel segmento delle vetture di maggior prestigio il gruppo di Wolfsburg è presente con ben quattro marchi: se la Bugatti è talmente élitaria da produrre praticamente solo su ordinazione, con un numero di unità che Winterkorn non ha neppure citato nella sua relazione, gli altri brand di questa remunerativa fascia di mercato corrono tutti: con 8.500 unità la Bentley ha messo a segno un +21,5%, crescendo in modo significativo (+17,6%) anche in Europa. Su numeri più modesti - 2.100 vetture consegnate - Lamborghini è quella che ha avuto il tasso di crescita più elevato: +30%. Singolare il caso Porsche, che essendo stata completamente integrata nel gruppo il 1° agosto scorso, non consente raffronti in termini percentuali e finanziari. In valori assoluti, comunque, le 143.096 vetture consegnate equivalgono a un aumento del 22% sul 2011 che vale il primato assoluto delle vendite della casa di Zuffenhausen.

Non solo auto.
A Wolfsburg non ci si accontenta di collezionare marchi automobilistici. Nel gruppo un ruolo importante è attribuito anche ai veicoli commerciali e industriali. Nel primo caso, l'apposita divisione della marca Volkswagen ha consegna 550.400 unità, con un aumento del 4,1% propiziato dalle ottime performance in Nord e Sud America (+10,9 e +7,9% rispettivamente) e in Asia Pacifico (+61,9% grazie soprattutto al boom in Cina, dove in realtà sono bastate 2.400 vendite per mettere a segno un incremento superiore al 500%). Per quanto riguarda i veicoli industriali, la crisi economica che deprime gli acquisti dei beni strumentali si è fatta sentire sui risultati della Scania, calata del 15,9% a 67.400 consegne, e anche i 134.200 camion venduti dalla MAN risentono delle medesime difficoltà, pur non essendo confrontabili con l'anno scorso perché il marchio è stato consolidato tardi nell'ambito del gruppo. Lo stesso discorso vale per la Ducati: nessun raffronto, ma un risultato assoluto - 44.000 mila le moto vendute - che rappresenta un nuovo primato per il prestigioso marchio italiano.

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Mercoledì 20 Marzo 2013 - Ultimo aggiornamento: 23-03-2013 20:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA