La Golf numero 30 milioni esce dallo storico stabilimento di Wolfsburg

Volkswagen Golf sempre più regina:
raggiunti i 30 milioni di esemplari

di Nicola Desiderio
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ROMA - La Volkswagen Golf taglia il traguardo dei 30 milioni di esemplari segnando un altro capitolo fondamentale della sua storia cominciata nel 1974 e suddivisa in 7 capitoli, l’ultimo dei quali è iniziato lo scorso anno con la presentazione dell’ultima generazione arrivata a continuare un successo che non ha conosciuto pause per una vettura che ancora oggi costituisce un riferimento per il segmento e non solo.

Il modello che è diventato un modello. L’esemplare numero 30 milioni è uscito dalla fabbrica di Wolfsburg il 14 giugno scorso, lo stesso luogo dal quale 39 anni fa uscì il primo esemplare dell’auto chiamata a salvare una Volkswagen che si trovava allora in crisi profonda con il calo delle vendite di un prodotto vetusto e fortemente caratterizzato come il Maggiolino. Ci voleva una rivoluzione e rivoluzione fu, da tutti i punti di vista, a cominciare dallo stile che contemperava la simpatia con lo spazio interno e proseguendo con l’impostazione che passava dal motore e trazione posteriori a quella anteriore con motore trasversale. In più, alla Golf sarebbero stati applicati nuovi concetti come quello del primo motore diesel automobilistico veloce, della versione sportiva con motore ad iniezione e anche della versione a basso consumo che allora si chiamava Formel E. La Golf insomma è nata come contenitore di innovazioni in una forma tipica ed è diventata rapidamente l’auto da inseguire ed imitare.

La matita di Giorgetto crea un mito. Il primo segreto di questo successo? Lo stile, coniato da Giorgetto Giugiaro che ha rimesso la sua matita sulla settima generazione in virtù del fatto che la sua Italdesign è stata acquistata da Volkswagen per farne un suo satellite. Linee semplici, squadrate persino banali eppure gli stessi elementi hanno passato indenni quasi 4 decenni e guai a chi li tocca! Tra tutti, il famoso montante posteriore che rappresenta una vera e propria firma mentre le sospensioni posteriori ad assale torcente diventano ben presto imitate da tutti i costruttori. Quindi arrivano la diesel che con un piccolo 1,5 litri da 50 cv stupisce il mondo, la GTI che fa diventare una tranquilla auto da famiglia una sportiva veloce e facile da guidare, la cabriolet che rinnova il mito del Maggiolino. La seconda generazione arriva nel 1983 e porta, con dimensioni superiori, altre novità tecniche come l’impianto frenante antibloccaggio ABS, il convertitore catalitico per ridurre le emissioni inquinanti, la distribuzione a 16 valvole per cilindro, la prima GTD con motore diesel turbo da 70 cv e la trazione integrale Synchro con giunto centrale viscoso che ispirò nel 1990 anche la Country, vera e propria antesignana delle vetture con assetto rialzato che sarebbero andate in voga qualche anno più tardi.

Dai diesel TDI al cambio DSG. La terza Golf arriva invece nel 1991 e nel corso della sua vita, che dura fino al 2003 vede l’arrivo degli airbag frontali e anche del primo diesel a iniezione diretta TDI, il glorioso 1,9 litri alimentato a pompa iniettore con potenza di 90 cv e di 110 cv con turbocompressore dotato di turbina a geometria variabile. Arriva anche il V6 a bancate strette con cilindrate di 2,8 e 2,9 litri. La Golf III si aggiudica anche il premio Auto dell’Anno 1992. Nel 1993 compare per la prima volta la versione station wagon denominata variant. La quarta generazione segna un deciso passo avanti nel design facendo evolvere e fissando alcuni elementi di stile che rimarranno intoccabili per gli anni a seguire. La Golf IV condivide il pianale con l’Audi A3, ha la scocca saldata a laser, accoglie per la prima volta il controllo elettronico di stabilità e il cambio DSG a doppia frizione sulla R32 con motore V6 3,2 litri e trazione integrale con giunto Haldex a controllo elettronico. Arrivano anche i motori turbo a benzina (anche con doppio compessore), le 5 valvole per cilindro e l’inusuale V5 2,3 litri ottenuto attraverso il taglio di un cilindro dal 2,9 litri. Anche la Golf V mette in comune la propria base con l’Audi A3 e punta senza mezzi termini a essere il punto di riferimento della categoria. Debutta nel 2003, ha le sospensioni posteriori a 4 bracci, lo sterzo elettromeccanico, l’ESC e i 6 airbag di serie, la scocca è più rigida del 35% e fa ampio uso di acciai ad alta resistenza. Il diesel raggiunge i 2 litri e adotta la distribuzione 16 valvole, arrivano i motori a iniezione diretta, la GTI ha ora un motore 2 litri da 200 cv e arriva anche la prima versione BlueMotion che dichiara 4,5 litri/100 km. Inedita la variante Plus, a metà strada tra la berlina e un monovolume.

La 6 ha il common rail, la 7 pesa 100 kg in meno. La Golf IV arriva già nel 2008 sfrutta lo stesso pianale della V e segna un mezzo passo indietro nello stile, ma alza ancora l’asticella in tema di tecnologia, qualità e comfort. I motori TSI turbo ad iniezione diretta vengono generalizzati e arrivano i nuovi diesel common rail, prima con il 2 litri e poi con il nuovo 1,6 litri che più avanti adotta il primo cambio DSG con frizioni a secco e 7 rapporti. La Golf VI non molla il primo posto della classifica di vendite in Europa per un solo attimo fino alla fine dei suoi giorni e arriva la settima generazione nell’autunno del 2012. La Golf VII adotta la nuova piattaforma modulare MQB, ha la scocca per il 38% con acciai sagomati a caldo, pesa 100 kg in meno ed è efficiente fino al 23% in più. Tra i sistemi di sicurezza, c’è il PreCrash e la nuova funzione post crash dell’ESP che continua a tenere frenata la vettura anche dopo l’urto per non crearne uno secondario. La GTI ha raggiunto 230 cv nella versione Performance, la GTD ha 184 cv e la BlueMotion con l’1.6 TDI da 110 cv dichiara 3,2 litri/100 km pari a 85 g/km di CO2. Stravince il premio Auto dell’Anno 2013 e si prepara a completarsi con una Variant finalmente appetibile, una versione a Metano, una ibrida plug-in e una elettrica oltre all’immancabile cabriolet con tetto in tela.

Una grande immagine basata su una grande sostanza. Una storia che ha visto la costruzione di un’immagine inattaccabile, ma soprattutto ha segnato l’evoluzione tecnica dell’automobile sia per l’introduzione di soluzioni inedite, sia per averle portate nel segmento innalzandone così il livello tecnologico. Un’immagine dunque che ha basi solide, continuamente confermate e rafforzate che hanno fatto dell’auto tedesca una best seller assoluta portandola al traguardo dei 30 milioni di esemplari, come dire che ogni giorno è stata acquistata da 2mila persone. Chi più di lei? Solo la Toyota Corolla, ma la tedesca ha connotati che la rendono quasi un’auto premium.

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Domenica 18 Agosto 2013 - Ultimo aggiornamento: 11-09-2013 00:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA