La fabbrica della Panda a Pomigliano: la crisi del mercato italiano pesa sul business Fiat

Grazie agli incentivi l'Europa riparte
(Spagna +34,4%). L'Italia resta al palo

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Le speranze svaniscono, il sogno di riaccendere i motori è rimandato al prossimo anno. Ieri il ministero dei Trasporti ha divulgato i dati delle immatricolazioni di auto ad ottobre e il segno è ancora fortemente negativo (-5,58%).

Vendite in calo rispetto al 2012, che era in calo rispetto al 2011 e così via. Secondo le associazioni di categoria, che lanciano allarmi disperati ormai da diversi mesi, nel 2013 non si raggiungeranno 1,3 milioni di nuove targhe, un calo di circa il 35% rispetto alla media nel nuovo millennio, ma addirittura di quasi il 50% nel confronto con gli anni prima che scoppiasse la crisi. Se nell’Europa in discesa è soprattutto Eurolandia con le gomme sgonfie (i paesi che adottano altre monete a settembre sono cresciuti a doppia cifra), in quest’area l’Italia resta uno dei mercati più in difficoltà, sicuramente il più in crisi fra i “grandi”.

Ad ottobre, infatti, ha un segno positivo anche la Francia (+2,6%), mentre la Spagna ha ripreso decisamente vigore e, grazie agli incentivi governativi prorogati di un altro anno la crescita raggiunge il 34,4% riportando in nero anche il cumulato dei dieci mesi. Da noi, invece, le 110.841 vetture vendute nell’ultimo mese portano il totale ad 1.111.520 unità, oltre l’8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. «Per trovare un ottobre tanto basso dobbiamo tornare indietro di 36 anni: nel 1977 furono consegnate solo 93.027 auto», ha dichiarato il presidente dell’Anfia Vavassori.

Lo scenario non cambierà molto da qui a fine anno poiché il portafoglio ordini dei vari costruttori (salvo qualche rarissima eccezione su modelli particolari) è quasi inesistente e anche i contratti stipulati (che nelle prossime settimane si trasformeranno in targhe) continuano a scendere. Secondo i dati preliminari di Anfia e Unrae ad ottobre sono calati del 4,5% (il cumulato è al -5%). I protagonisti del settore, Federauto in testa si appellano ancora al governo. «Andiamo in discesa da 41 mesi, quest’anno le vendite saranno appena di 1.280.000 vetture e lo Stato perderà circa 3 miliardi fra Iva e imposte.

Il ministro Zanonato ha aperto un tavolo, l’esecutivo sa queste cose, bisogna agire rapidamente per evitare la catastrofe», ha dichiarato il presidente dell’associazione dei concessionari Pavan Bernacchi. Ad ottobre il Gruppo Fiat ha perso più della quota di mercato (-8,64%), mentre il brand Fiat è andato leggermente meglio della media (-4,69%), piazzando quattro vetture nelle prime cinque posizioni dei modelli più venduti (la quinta è la Lancia Ypsilon. Non decollano le elettriche (le vendite insignificanti sono scese da 80 a 79 pezzi), vanno invece forte le irbide (+66%), passate da 902 a 1.501 esemplari. Fenano anche le vetture a Gpl che hanno perso il 37,5%.

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Mercoledì 6 Novembre 2013 - Ultimo aggiornamento: 12-12-2013 10:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA