Michael Manley, nuovo ceo di Fca

Fca, Manley al lavoro per l'erede di Altavilla e le fabbriche italiane

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TORINO - Dal 21 luglio Mike Manley, nuovo amministratore delegato di Fca, lavora senza pause tra America ed Europa. La seconda parte dell’anno si prospetta molto calda per il gruppo, con grandi nodi da sciogliere. Il primo è la scelta del manager a cui affidare le attività europee, e quindi italiane, dopo le dimissioni di Alfredo Altavilla. L’altro riguarda la necessità di dare indicazioni più precise sui modelli previsti per gli stabilimenti italiani dal piano industriale presentato da Sergio Marchionne. C’è anche un terzo fronte, quello della scissione della controllata Magneti Marelli prevista entro l’anno. La nomina del successore di Altavilla - le deleghe ad interim le ha tenute il nuovo amministratore delegato Mike Manley - ha una grande rilevanza.

È molto probabile che John Elkann opti per un manager italiano per dare un segnale sulla centralità del Paese nelle strategie del gruppo e perché il suo ruolo sarà fondamentale in vista del lancio di nuovi modelli e per le relazioni con il governo sullo sviluppo dell’elettrico dopo i contatti già avviati tra Marchionne e il ministro Luigi Di Maio. Il toto-successore è già partito da diversi giorni. I nomi circolati sono quelli di Pietro Gorlier, ceo di Magneti Marelli e Mopar, di Davide Mele, che ha lavorato a fianco di Altavilla nell’Emea, di Gianluca Italia, responsabile del mercato italiano e di Daniele Chiari, responsabile delle relazioni istituzionali e dello sviluppo prodotti nell’Emea.

La scelta non è semplice perché in ogni caso si apre un nuovo fronte: in particolare Gorlier, torinese, lascerebbe scoperte Magneti Marelli in un periodo delicato, ma anche Mopar, il brand di Fca dedicato ai prodotti e servizi post vendita. Il nuovo responsabile delle attività europee dovrà affrontare il problema delle fabbriche italiane. Gli investimenti per 45 miliardi sono stati annunciati ma senza dettagli e alcuni stabilimenti sono in difficoltà. La situazione più complicata è quella di Pomigliano, dove la Panda non basta: dovrebbe arrivare un modello Jeep piccolo o un minisuv Alfa, ma deve essere ancora individuata e realizzata la linea produttiva specifica. C’è ancora un anno a disposizione per gli ammortizzatori sociali, ma i tempi sono stretti.

L’altro stabilimento in sofferenza è Mirafiori, dove è appena iniziata la produzione del Levante Trofeo, suv con motore v8 per i mercato americano che sarà lanciato entro fine agosto in California. La necessità del secondo modello, che dovrebbe essere un suv grande dell’Alfa Romeo sulla piattaforma del Levante, è urgente anche perché a inizio settembre saranno rinnovati i contratti di solidarietà per un anno, poi non ci sono più ammortizzatori sociali. A Melfi, dopo l’interruzione della produzione della Punto, i sindacati hanno firmato un accordo per i contratti di solidarietà per sei mesi soltanto e questo fa prefigurare che la decisione sulla nuova vettura - si è parlato della Jeep Compass - potrebbe arrivare in tempi stretti. A Modena potrebbero arrivare le due versioni dell’Alfieri, a Cassino il piccolo suv Maserati sviluppato su piattaforma George. I sindacati hanno già chiesto un incontro per il settore motori e cambi: Pratola Serra è in difficoltà perché è l’unico stabilimento dedicato solo alla produzione del diesel per auto.

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Domenica 5 Agosto 2018 - Ultimo aggiornamento: 07-08-2018 16:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2018-08-06 15:05:22
credo che contiuerà il lavoro di marchionne pe chiudere lancia, fiat e alfa romeo