Fca, utile adjusted terzo trimestre +51% a 1,4 mld. Crescono anche i ricavi: +9% a 28,77 mld

Fca, utile adjusted terzo trimestre +51% a 1,4 mld. Crescono anche i ricavi: +9% a 28,77 mld

  • condividi l'articolo

TORINO - Fca ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un utile netto adjusted di 1,396 miliardi di euro, in crescita del 51% rispetto allo stesso periodo di un anno. L’utile netto, invece, risulta pari a 564 milioni di euro (-38%). I ricavi del gruppo automobilistico sono saliti del 9% a 28,771 miliardi di euro, con l’ebit adjusted arrivato al livello record di 1,995 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto a un anno. Il rialzo dell’utile netto adjusted del 51%, spiega Fca in una nota, è principalmente per effetto della migliore performance operativa e dei minori oneri finanziari netti e imposte sul reddito.

Gli oneri finanziari netti sono stati di 278 milioni di euro, in calo di 43 milioni, con le imposte sul reddito pari a 321 milioni, in calo di 194 milioni di euro, per effetto della riduzione dell’aliquota negli Stati Uniti e dei benefici fiscali riconosciuti su posizioni definite nel trimestre, compreso l’impatto di un versamento discrezionale anticipato a piani pensionistici. Nel terzo trimestre dell’anno le consegne complessive di Fca (comprese le jv) sono state pari a 1,16 milioni di vetture, in progresso del 3% rispetto allo stesso periodo del 2017. Le consegne consolidate sono state di 1,125 milioni di vetture (+7%). L’eps diluito del trimestre è pari a 0,36 euro, in calo da 0,58 euro di un anno fa. L’eps diluito adjusted, invece, è salito a 0,89 euro da 0,59 euro. Al 30 settembre 2018 l’indebitamento netto industriale è di 189 milioni di euro, quando al 30 giugno il gruppo registrava una liquidità netta industriale di 456 milioni, mentre a fine 2017 l’indebitamento netto industriale era di 2,39 miliardi di euro.

La variazione negativa da giugno 2018 è dovuta principalmente ai versamenti discrezionali anticipati ai piani pensionistici per 600 milioni di euro al netto delle imposte. Il debito del gruppo al 30 settembre è pari a 15,426 miliardi di euro, in miglioramento dai 16,362 miliardi a fine giugno 2018 e dai 17,971 miliardi a fine 2017. Il free cash flow industriale è negativo per 200 milioni di euro (al netto di investimenti per 1,5 miliardi di euro) impattato principalmente dalla stagionalità del capitale di funzionamento. La liquidità complessiva disponibile al 30 settembre è di 19,9 miliardi di euro, in calo dai 21,17 miliardi al 30 giugno 2018 e dai 20,37 miliardi a fine 2017. Il calo è per effetto del rimborso di obbligazioni in scadenza e dei versamenti discrezionali anticipati ai piani pensionistici. Per quanto riguarda i primi 9 mesi del 2018, le consegne complessive sono state pari a 3,665 milioni di vetture (+5%), quelle consolidate pari a 3,526 milioni di vetture (+8%), con i ricavi netti saliti del 3% a 84,791 miliardi di euro. L’ebit adjusted dei 9 mesi è pari a 5,261 miliardi (+2), con l’utile netto in calo del 14% a 2,339 miliardi, mentre l’utile netto adjusted è salito del 28% a 3,415 miliardi di euro.

L’eps diluito del periodo è pari a 1,48 euro (in calo da 1,73 euro), con l’eps diluito adjusted salito a 2,17 euro da 1,71 euro dei primi nove mesi del 2017. Andando a vedere i risultati per settore di attività, nel terzo trimestre 2018, nell’area Nafta le consegne di vetture sono salite del 14% a 673mila unità, «principalmente grazie ai nuovi Ram 1500 e Jeep Wrangler, oltre che alla nuova Jeep Cherokee», i ricavi netti del 18% a 19,073 miliardi di euro, soprattutto grazie agli effetti positivi di volumi e prezzi nettì, l’ebit adjusted è cresciuto del 51% a 1,937 miliardi di euro, ‘sulla scia dell’incremento dei volumi, del mix e dei prezzi netti positivi, in parte compensati dai costi per l’arricchimento dei contenuti dei prodotti e di logisticà, con il margine ebit adjusted migliorato al 10,2% dall’8%. Nell’area Emea le consegne sono scese del 4% a 273mila unità, «con l’aumento di Jeep più che compensato dai minori volumi di Fiat», quando i ricavi netti sono rimasti stabili a 4,955 miliardi di euro, «con il mix favorevole compensato dal calo delle consegne e dal continuo effetto prezzi sfavorevole», mentre l’ebit adjusted è negativo per 25 milioni, contro il risultato positivo per 127 milioni di un anno fa.

Questo calo è dovuto «agli effetti già evidenziati per i ricavi, al mix degli allestimenti e dei canali di vendita meno favorevole e agli impatti della transizione alla Wltp, nonchè all’aumento dei costi pubblicitari in parte compensati dalle efficienze produttive e sugli acquisti». Il margine ebit adjusted dell’area Emea risulta negativo per lo 0,5%, contro un dato positivo del 2,6% di un anno fa. Nell’area Latam, le consegne sono salite dell’8% a 151mila unità, grazie al Brasile che ha compensato la debolezza dell’Argentina, i ricavi sono però scesi del 6% a 1,983 miliardi, «essenzialmente per gli effetti negativi dei cambi di conversione, in parte compensati dall’aumento delle consegne, dai prezzi e dal mix, con l’ebit adjusted salito del 41% a 83 milioni di euro, ‘essenzialmente grazie ai maggiori volumi, ai prezzi positivi e al mix favorevole, in parte compensati dagli effetti negativi dei cambi e dall’aumento dei costi pubblicitari per i nuovi modelli», con il margine salito al 4,2% dal 2,8%. Negativa la performance nell’area Apac, con un calo del 30% delle consegne complessive (comprese jv) a 46mila unità e del 17% di quelle consolidate a 19mila unità.

I ricavi sono scesi del 26% a 582 milioni di euro, «per le minori consegne consolidate, il mix sfavorevole e le azioni sui prezzì, con l’ebit adjusted negativo per 96 milioni, ‘principalmente per la diminuzione dei ricavi netti e ai minori risultati della JV cinese, oltre al confronto con un beneficio di 87 milioni di euro rilevato lo scorso anno per il rimborso assicurativo finale sulle esplosioni nel porto di Tianjinè, quando il margine è passato dal 13,9% a un dato negativo del 16,5%. In questa area le consegne sono scese ‘principalmente per effetto della debolezza del mercato cinese e delle maggiori pressioni competitivè, mentre si precisa che ‘dal risultato è esclusa la svalutazione di 129 milioni di euro del magazzino dovuta all’accelerazione delle nuove norme sulle emissioni in Cina e al trend delle vendite più lento rispetto alle attesè. Per quanto riguarda, infine, il marchio Maserati, le consegne nel terzo trimestre 2018 sono scese del 19% a 8.800 unità, i ricavi netti sono calati del 23% a 631 milioni e l’ebit adjusted ha registrato una flessione dell’87% a 15 milioni, con il margine sceso al 2,4% dal 13,8%. Le consegne sono scese ‘principalmente per effetto dei minori volumi in Cina ed Europa, che hanno più che compensato il lieve incremento in Nord Americà.

  • condividi l'articolo
Martedì 30 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 01-11-2018 15:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti