Un modello Ferrari

Ferrari cresce in Borsa (+2%) e dribbla i dazi Usa. Su prezzi pronta a politica per proteggere clienti

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Ferrari sotto la lente all’indomani di una pre-conference call che l’azienda ha tenuto con gli analisti, soprattutto per chiarire il tema dei dazi con i quali si troverà a fare i conti. I titoli salgono del 2% superando di nuovo la soglia dei 400 euro: passano di mano a 400,1 euro.

La società del cavallino rampante diffonderà i conti del primo trimestre il prossimo 6 maggio, ma ieri ha tenuto un incontro con la comunità finanziaria soprattutto per far luce sull'impatto atteso dal rialzo dei dazi sul comparto auto, che da domani saranno elevati al 25% da parte degli Stati Uniti. I vertici hanno chiarito che la strategia che adotterà Ferrari per far fronte all’impatto delle tariffe avrà la finalità di "proteggere i clienti", la cui maggioranza è composta da acquirenti affezionati che ripetono gli acquisti e che rappresentano una quota superiore al 60%. La società aumenterà il listino prezzi attorno al 10%, ma non alzerà il costo dei modelli più entry level (Roma, la 296 con motore V6 e la SF90 ibrida). In pratica cercherà di condividere parte dei costi dei dazi con i concessionari e non li riverserà completamente sul cliente finale. Il management di Ferrari, per altro, ha tenuto a specificare che i dazi del 25% saranno applicati al prezzo di importazione, che è inferiore rispetto a quello al dettaglio.

Gli analisti di Equita e anche quelli di Intermonte hanno apprezzato il fatto che Ferrari abbia confermato gli obiettivi per fine anno. Sebbene ieri il management non abbia fornito indicazioni precise sull'andamento del primo trimestre, ha confermato il trend di crescita, in linea con le prospettive per fine anno. D'altra parte i giudizi sui titoli della 'Rossa' sono divergenti: gli esperti di Equita- oggi hanno confermato un 'Hold' con target di prezzo più basso delle attuali quotazioni e pari a 370 euro, mentre quelli di Intermonte hanno reiterato un 'Outperform', con un target di prezzo a 490 euro, lievemente rivisto dai precedenti 494 euro.

Gli analisti di Equita preferiscono sposare un atteggiamento cauto, nonostante ritengano che alla fine i dazi dell'amministrazione Trump non impatteranno più di tanto sulla domanda, considerando la tipica inelasticità al prezzo del cliente Ferrari. Per altro la società del cavallino rampante dovrebbe beneficiare anche di un miglior ranking rispetto allo scorso anno delle monoposto in Formula 1. Equita per il primo trimestre 2024 stima un fatturato in rialzo del 13% a 1,78 miliardi e un ebitda di circa 0,69 miliardi, in progresso del 14%. «In call è stato ricordato che il primo semestre avrà una performance superiore per il maggior contributo della Daytona», hanno concluso.

Gli analisti di Intermonte, invece, ritengono che la debolezza registrata dalle azioni nell'ultimo periodo sia da imputare soprattutto al collocamento del 4% del capitale da parte di Exor, scesa al 20%. «La recente correzione del titolo è per noi un punto di ingresso», hanno evidenziato, pur decidendo di limare le stime di utile per azione del periodo 2025-2027 dell’1% in modo da riflettere l’impatto dei dazi e anche l’andamento sfavorevole dei cambi, che saranno solo in parte compensati dall’attesa di migliori performance in F1 e dal controllo dei costi. Intermonte prevede per il primo trimestre ricavi per 1,76 miliardi (+11%) e un ebit di 523 milioni (+18%). La revisione delle stime per il periodo 2025-2027 ha comportato un lieve abbassamento del target di prezzo da 494 a 490 euro per azione, livello che ad ogni modo rimane ben superiore ai corsi di Borsa.

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martedì 1 aprile 2025 - Ultimo aggiornamento: 17:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA