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Ferrari ha una gamma di vetture con «tre motorizzazioni: ibrido, termico e dalla fine del 2025 elettrico e resteranno tutte e tre, riteniamo che ognuna di esse abbia ancora spazio, la scelta deve farla il mercato, i clienti». Lo ha affermato Enrico Galliera, chief marketing and commercial officer di Ferrari, in occasione della presentazione della nuova supercar della casa di Maranello, la F80. Galliera ha quindi confermato che la prima Ferrari 100% elettrica sarà presentata al mercato a fine 2025 e che la Rossa continuerà a investire in tutte le diverse motorizzazioni, non abbandonando il motore tradizionale endotermico. Per realizzare la F80 ci sono voluti quattro anni di lavoro e, ha continuato Galliera, «quattro anni fa abbiamo deciso di costruire l’e-building, il nuovo edificio dello stabilimento di Maranello dove saranno prodotte anche le auto elettriche, e l’unica parola ricorrente era elettrico. Sembrava che l’unico futuro dell’automotive fosse nell’elettrico e noi abbiamo deciso di costruire questo edificio e abbiamo iniziato a investire in maniera significativa ma lo abbiamo fatto con un approccio diverso rispetto al resto del settore automotive. La nostra scelta è stata quella di aggiungere queste nuove competenze alle nostre competenze, lasciando ai clienti la possibilità di scegliere, quale modello comprare e quale tecnologia fosse più adatta alle sue esigenze».
In questo progetto «fin da subito ci è stato chiaro che sarebbe stato necessario raggiungere la perfetta sinergia tra designer, progettisti, ingegneri aerodinamici, ergonomi, per poter concepire un tale concentrato di tecnologia e di innovazione. Ma per me e il mio team era assolutamente chiara l'idea di voler fare qualcosa di assolutamente futuristico, avveniristico e non volevamo farci trascinare da un'idea nostalgica o di continuità. Volevamo che si presentasse quasi come un'astronave. Di fatto prende spunto proprio dal mondo della della fantascienza». Lo ha detto Flavio Manzoni, Chief Design Officer Ferrari in occasione della presentazione alla stampa internazionale della F80. «L'architettura della F80 è caratterizzata da una sezione a diedro con due appoggi molto solidi in corrispondenza delle ruote. In vista laterale, l'appoggio posteriore si sviluppa in modo assai plastico, enfatizzando la muscolarità di tutto il parafango posteriore. Nel disegnare la F80 siamo partiti dal pilota. Quando abbiamo iniziato il progetto - ha spiegato Manzoni - era venuta fuori inizialmente l'idea che questa macchina dovesse essere una monoposto. Perché? Perché volevamo fare in modo che avesse delle proporzioni davvero estreme: quindi una cabina molto stretta, spalle quanto più larghe possibile, una carreggiata larga e così via.
E' chiaro che si trattasse di una provocazione, ma lavorando insieme siamo riusciti ad ottenere l'effetto di una vera monoposto, pur non rinunciando al sedile del passeggero. Ci siamo riusciti sfalsando e avvicinando i due sedili, quindi a ridurre la distanza tra le spalle degli occupanti. Questo accorgimento ci ha consentito in prima battuta di stringere di 50 mm la cabina, con ovvi benefici: di fatto abbiamo realizzato una cabina, un cockpit quasi aeronautico, molto compatto, molto snello, che oltretutto migliora anche l'aerodinamica, in quanto riduce la sezione frontale della vettura. Il sedile pilota è regolabile in lunghezza ed ha una posizione di guida perfetta. L'organizzazione estremamente innovativa degli interni ha condizionato gli esterni, scolpiti intorno alle caratteristiche esclusive della vettura». Il posteriore, caratterizzato dal tema a coda tronca - ha infine spiegato Manzoni - prevede due configurazioni: una con l'ala mobile riposta e l'altra con l'ala sollevata. I gruppi ottici si trovano incastonati all'interno di un doppio livello, composto dallo specchio di poppa e dallo spoiler, con l'idea di creare un effetto a sandwich che attribuisce al posteriore un carattere molto sportivo in entrambe le configurazioni».