Il pick up L200 di Mitsubishi

Fiat s'innamora del Giappone: dopo Suzuki
e Mazda, accordo con Mitsubishi per pick up

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TORINO - Fiat Chrysler guarda al continente asiatico e, dopo quelle con le giapponesi Suzuki e Mazda, prova a stringere una nuova collaborazione industriale, questa volta con Mitsubishi. Il memorandum d'intesa siglato con la casa nipponica non è vincolante e prevede la possibilità di sviluppare un pick up medio, «basato sulla prossima generazione del L200», da produrre in Thailandia e da vendere soprattutto in Europa e in America Latina, con un design distinto per i brand delle due società.

Le voci di un possibile accordo tra il Lingotto e Mitsubishi si rincorrono da tempo. L'unico passo concreto fino ad oggi era stata l'intesa tra la casa nipponica e Chrysler Messico per produrre una berlina del segmento B da vendere solo sul mercato messicano. Fiat ha già altri accordi con case giapponesi: una collaborazione industriale con Suzuki per la produzione del fuoristrada Sedici e per una fornitura di motori per la Maruti in India e l'accordo con Mazda per produrre insieme lo spider. Quest'ultimo che inizialmente doveva essere targato Alfa Romeo con la rinascita dello storico duetto, dovrebbe essere invece un modello con brand Fiat e Abarth. Il dossier Asia non è l'unico sul tavolo di Sergio Marchionne.

Dopo il Renegade, il piccolo suv italo-americano prodotto a Melfi e in vendita a fine mese, l'amministratore delegato del Lingotto presenterà il 2 ottobre al Salone di Parigi la 500X, l'altro crossover con marchio Fiat. Bisognerà invece aspettare fine 2015 per il Levante, il suv Maserati destinato a Mirafiori. Fiat e sindacati hanno raggiunto un accordo per un altro anno di cassa integrazione straordinaria nel polo torinese, che consentirà di riorganizzare lo stabilimento. «I lavori vanno avanti. Entro un anno ci saranno le prime nuove vetture», dicono i sindacati dopo l'incontro con l'azienda.

L'intervento a Mirafiori è molto complesso perchè riguarda la struttura dello stabilimento: per rifare i tetti - riferiscono i sindacati - l'azienda ha dovuto usare gli elicotteri. Fim, Uilm e Fismic hanno concordato visite in fabbrica ogni tre mesi per seguire l'andamento dei lavori. Critica la Fiom: «Siamo sempre allo stesso punto - dice il segretario torinese Federico Bellono - rassicurazioni formali e nessuna formalizzazione degli investimenti». Torna la cassa integrazione a Pomigliano, dove da primo aprile sono in vigore i contratti di solidarietà: l'azienda ha annunciato uno stop della produzione di otto giorni, dal 16 al 27 ottobre.


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Lunedì 22 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA