Sergio Marchionne

Zanonato: «Incontro con Marchionne,
voglio capire se Fiat resterà in Italia»

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ROMA - L'incontro con l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne «è già fissato. Lo vedo e poi vi dirò». Così il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato a Radio24, spiegando di non voler svelare la data dell'appuntamento per non trovarsi assediato dalla stampa. «Quello che voglio capire da Marchionne - ha aggiunto - è che intenzioni ha rispetto alla presenza di Fiat in Italia. È la più grande azienda in Italia, produce 420 mila vetture, il 30% di quelle che saranno vendute in Italia, non è poca cosa». «Sono ministro da poco, mi interessa conoscere un grande imprenditore italiano e uscire dalle cose che si leggono per sentire direttamente», aveva detto ieri Zanonato, senza esprimere preoccupazione sull'operazione con Chrysler, che tiene banco in questi giorni.

«È molto prematuro dire oggi come avverrà e di cosa c'è bisogno. Ciò che è sicuro è che da parte di Exor c'è l'assoluta convinzione che bisogna andare avanti e che Fiat e Chrysler devono avere un futuro insieme», ha detto il presidente del Lingotto, John Elkann, rispondendo a un azionista che gli domandava cosa intende fare la holding della famiglia Agnelli nel progetto di fusione tra Fiat e Chrysler.

L'integrazione tra Fiat e Chrysler «è un passo importante. Se ci saranno opportunità di fare di più le valuteremo tutte con grande attenzione», ha detto ancora Elkann ha risposto sulla possibilità di un nuovo partner per il gruppo. «Abbiamo l'ambizione di essere il più grande gruppo automobilistico a livello mondiale», ha proseguito. «Marchionne parla del 2015 come data della sua uscita perché pensa che fino ad allora molte cose saranno completate, ma sono convinto avendone parlato con lui che sarà ancora con noi per molti anni», ha poi aggiunto Elkann.

L'amministratore delegato della Fiat - secondo indicazioni riportate dall'agenzia Bloomberg - starebbe intanto trattando un finanziamento da 10 miliardi di dollari per acquistare la quota restante di Chrysler e rifinanziare due debiti della società. Marchionne starebbe trattando con Bank of America, Deutsche bank, Goldman Sachs e BNP Paribas. L'obiettivo sarebbe chiudere l'operazione entro la fine dell'estate. Al ministro il manager della casa torinese darà rassicurazioni sulla presenza del gruppo in Italia e sul futuro degli stabilimenti, anche dopo la fusione con Chrysler e la quotazione a Wall Street. «Vogliamo che rimanga in Italia. A Marchionne dirò: "dimmi cosa possiamo fare per mantenere la Fiat con suoi impianti produttivi in Italia e dimmi cosa vuoi fare tu per il tuo paese"», ha detto nei giorni scorsi Zanonato.

Con l'amministratore delegato del Lingotto si dichiara «in assoluta e totale sintonia» il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che sul domicilio fiscale nel Regno Unito di Fiat Industrial commenta: «Quello che conta è dove c'è il cervello che pensa i prodotti e dove ci sono le mani che li producono». Aspetta chiarimenti sulle prospettive del gruppo anche il sindacato. «Mirafiori è ferma e non si muoverà nulla fino a quando Marchionne non avrà sciolto il nodo del valore della quota Chrysler detenuta da Veba perchè fino ad allora non sarà chiaro quanta liquidità potrà usare», osserva il segretario generale della Fim torinese, Claudio Chiarle. «Se fossi Bob King - aggiunge - non escluderei dalla trattativa anche la localizzazione dei nuovi modelli. Il sindacato americano è intenzionato a fare in fretta e questo ci consente di ipotizzare tempi non troppo lunghi per la conclusione della partita Usa e quindi per il futuro di Mirafiori e Cassino».

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Giovedì 30 Maggio 2013 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42