il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto

Finanziaria, c’è fondo per sostenere transizione auto. Pichetto: «Preoccupazioni filiera e sindacati condivisibili»

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TORINO - «Le preoccupazioni della filiera e del sindacato del settore automotive sono condivisibili: la transizione verde della mobilità, di per sè sostenibile da un punto di vista ambientale, deve esserlo anche sotto il profilo industriale, infrastrutturale e sociale, senza dunque pregiudicare la sopravvivenza di un settore strategico per la nostra economia. A tal fine, accanto alla consultazione e il dialogo costante del Mise con gli stakeholder nella definizione delle strategie per cogliere le sfide del cambiamento, nella legge di bilancio abbiamo previsto un fondo che accompagni il settore in questa trasformazione». Lo afferma il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto. «È in gioco una parte importante della ricchezza dell’Italia : il nostro Paese ha competenze e capacità indiscusse, anche l’intera filiera sia pronta alla sfida» aggiunge. 

«Non stiamo rivendicando una politica assistenziale, lo ribadiamo con forza, stiamo chiedendo di governare un piano di reindustrializzazione del settore più importante della nostra economia, coinvolto in un processo di transizione e di trasformazione dell’industria automobilistica di portata epocale. Il Governo Draghi non ha stanziato nella legge di stabilità e non emergono nemmeno dal PNRR interventi a sostegno di imprese e lavoratori travolti dai cambiamenti della transizione energetica ed ecologica. Al responsabile del tavolo dell’automotive del viceministro dello Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin ribadiamo l’urgenza di una strategia complessiva nel settore automotive». Lo afferma Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim. Uliano ribadisce la necessità del Fondo «per sostenere la trasformazione dell’industria automobilistica come hanno fatto in altri Paesi in Europa.

Il Fondo con risorse finanziarie definite dovrà sostenere tutti gli interventi di carattere industriale necessari ad accompagnare e sostenere il processo di trasformazione e di innovazione, dalla digitalizzazione, al cambio delle motorizzazioni, dalle nuove tecnologie alla produzione di batterie, all’idrogeno, dalle catene di valore all’economia circolare, dai semiconduttori fino ad arrivare a finanziare la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro delle piccole e medie imprese. Il silenzio delle istituzioni le porta dritte all’unità di crisi e ai licenziamenti. È indispensabile una convocazione urgente del tavolo ministeriale per il settore dell’automotive e invitiamo il Governo ha presentare concretamente un piano di azione con risorse dedicate».

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Mercoledì 24 Novembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 09:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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