Ad aprile +29,9% di auto elettriche in Italia rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La percentuale pero non da l’idea del fenomeno. Parliamo di 3966 veicoli Bev, a batterie, immatricolati. Un numero esiguo se confrontato ai 25.67 diesel (+20,2%) o ai 37.149 benzina (+39,3%). Il mercato delle quattro ruote in realta «realizza la quarta crescita mensile consecutiva a doppia cifra (+29,2%) - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - anche grazie al confronto con un aprile 2022 che aveva chiuso in forte calo (-33%) a causa dell’attesa dell’effettiva entrata in vigore delle misure di incentivazione. A proposito di ’effetto attesà, onde evitarlo nei prossimi mesi, chiediamo di accelerare la rimodulazione degli incentivi attualmente in vigore per l’acquisto di vetture a bassissime e zero emissioni - continua Scudieri - e di provvedere alla riallocazione degli oltre 250 milioni di euro avanzati dall’ecobonus 2022 per l’incentivazione delle fasce 0-20, per supportare la ripresa e la crescita del mercato delle auto elettriche (BEV), anche aumentandone l’incentivo unitario, e 61-135 g/km di Co2».
Le auto completamente elettriche circolanti in Italia arrivano a quota 187.455, grazie al ’boom’ del primo quadrimestre di quest’anno, quantificato in 20.360 unita, che vede Fiat 500 come secondo modello più venduto dopo Tesla Model Y. Tra i canali di mercato “spicca” quello dei privati, con un +110,8% ad aprile a 1.775 unita immatricolate, a testimonianza del crescente consenso del pubblico per questa tecnologia, segnala Motus-E. Meno toniche le flotte aziendali (360 immatricolazioni elettriche ad aprile), che pure sarebbero un canale molto importante anche per alimentare il mercato dell’usato elettrico. «Sono tutti segnali da leggere attentamente», osserva il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, che punta anche lui l’attenzione su «un’adeguata revisione delle politiche incentivanti e fiscali, per i privati e per le flotte: il mercato italiano delle auto elettriche potrebbe crescere in modo davvero notevole, tornando a recuperare terreno rispetto ai maggiori Paesi europei, con cui siamo già abbondantemente in grado di competere dal punto di vista delle infrastrutture di ricarica. Le risorse ci sono, dobbiamo impiegarle nel modo più efficace possibile».
Le auto a batteria hanno in Italia una quota del 3,2% nel mese e del 3,7% nei primi quattro mesi, ma restiamo molto indietro rispetto a Paesi come Francia, Germania e Regno Unito, dove la quota di mercato dei veicoli elettrici si attesta rispettivamente al 15,4%, al 14,2% e al 15,4%. Eppure la pubblicazione, lo scorso 25 aprile, del nuovo Regolamento Ue (2023/851) conferma l’obbligo dal 1 gennaio 2035 di riduzione del 100% delle emissioni medie di auto nuove e veicoli commerciali leggeri nuovi. Michele Crisci, Presidente dell’Unrae che rappresenta in Italia le case automobilistiche estere, sottolinea: «C’e da augurarsi che si lavori fattivamente, in modo coordinato con tutti i soggetti coinvolti e con una strategia pragmatica, per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035. In questa ottica - aggiunge - continuiamo a sollecitare da tempo, siamo arrivati a maggio, e i dati dimostrano che gli incentivi all’acquisto di autovetture a basse emissioni non stanno funzionando: in aprile infatti la CO2 media e cresciuta del 2,9%. È urgente una loro riformulazione, con innalzamento dei tetti di prezzo e l’inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno. Aspettiamo quindi una convocazione del Tavolo Automotive, di cui non si hanno più notizie, per lavorare di comune accordo verso obiettivi condivisi».
«Inoltre - prosegue Crisci - e necessario recuperare i ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture, accelerando l’installazione di colonnine di ricarica sia private che pubbliche, in particolare lungo le autostrade e strade statali, evitando la formazione di nuovi divari geografici all’interno del Paese e, anzi, andando a sanare quelli già esistenti». Il presidente dell’Unrae chiede pertanto di «accelerare l’emanazione delle norme previste dai decreti Mase e di quelle per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini, senza dimenticare una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo anche per il rifornimento di idrogeno».