Un concessionario Jeep

Jeep, un milione di veicoli nel 2014
aiuta Marchione a dare valore a FCA

di Diodato Pirone
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DETROIT - Riuscirà Sergio Marchionne a vendere un milione di Jeep entro dicembre? La risposta non è indifferente a poche ore dallo sbarco a Wall Street di Fiat Chrysler Automobiles.
E infatti, cifre alla mano, l'ambizioso obiettivo che il manager col maglioncino lanciò a sorpresa a gennaio dal salone di Detroit sembra essere a portata di mano. Nelle scorse ore il responsabile del marketing Jeep, Jim Morrison, ha diffuso gli ultimi dati di vendita del marchio americano e i risultati parlano da soli: da gennaio a settembre Jeep ha venduto 747.004 vetture in tutto il mondo. Questo vuol dire che già a fine settembre il marchio più importante di Chrysler ha venduto più auto che in tutto il 2013, quando il dato finale sfiorò quota 732.000.

Appare assai probabile, dunque, che nei tre mesi finali dell'anno - anche grazie all'arrivo della neonata Renegade assemblata in Italia, a Melfi - Jeep riesca a piazzare almeno altri 250 mila pezzi superando a fine anno un traguardo che a gennaio sembrava molto lontano.

Morrison ha diffuso anche i dati delle vendite di ogni modello. Eccoli: Grand Cherokee 208.309 pezzi (+13% sui primi nove mesi del 2013); Wrangler 179.133 (+11%); Cherokee 167.211 (le vendite sonon iniziate a ottobre del 2013); Compass 101.077 (+8%); Patriot 91,274 (+15%).

Il mercato più importante per Jeep resta quello degli Stati Uniti dove le auto con le sette feritorie vanno via come panini e hanno fatto registrare un notevole +45% sul 2013. Ma il marchio americano registra ottime performaces anche in Cina, Canada, Giappone, Messico, Sud Africa e Australia dove la Grand Cherokee è entrata nella classifica dei primi 10 modelli più venduti. A settembre c'è stata una novità significativa anche in Europa dove quest'anno si torneranno a vendere 30/35 mila Jeep (Renegade esclusa): per la prima volta il marchio statunitense ha venduto più di mille vetture in un solo mese in Germania.

Ma al di là del caso Jeep, la "scommessa" lanciata a gennaio da Sergio Marchionne ha assunto un valore simbolico tutt'altro che irrilevante. Il manager italo-canadese è abituato a convivere con lo scetticismo. E a sconfiggerlo. Quando nel 2004 arrivò in Fiat e quando nel 2009 rilevò la Chrysler nessuno credeva che potesse salvarle. Anche a gennaio molti osservatori scossero la testa anche perché per tutto il 2013 le fabbriche Chrysler avevano marciato a pieno vapore e nessuno credeva che avrebbero potuto sfornare ancora altre vetture. E invece....

I numeri di Jeep, dunque, possono avere riflessi positivi sul grdo di credibilità del manager italo-canadese che a novenbre intende guidare un road show per i principali investitori americani cui intende vendere consistenti pacchetti di azioni di Fiat Chrysler. A loro racconterà di altre sfide. Dirà certamente che Jeep è una gallina dalle uova d'oro che con le nuove fabbriche in costruzione in Cina e Brasile si avvierà a raddoppiare (quasi) la produzione e il fatturato entro il 2018. Un altro piano ambizioso. Che forse, questa volta, dovrà fare i conti con una dose di scetticismo un po' minore.


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Domenica 12 Ottobre 2014 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA