Lotus fa marcia indietro sugli EV e punta sui “super hybrid”. Il ceo Feng: «Propulsori ibridi plug-in con range-extender»
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Pur avendo chiuso il primo semestre con un'elevata crescita delle immatricolazioni (4,873 unità + 239% nel confronto dello stesso periodo del 2023) la britannica Lotus, che è controllata dal 2017 dal Gruppo cinese Geely, ha comunicato un altrettanto netto taglio dei suoi obiettivi di vendita per l'anno pieno e per il 2024, Come sottolineato da Qingfeng Feng ceo di Group Lotus durante la conference call sui risultati del primo semestre, la previsione per fine anno è di arrivare a 12mila auto, cioè il 78% in meno rispetto all'obiettivo indicato di 55mila unità. Una criticità, ha detto Feng, che continuerà anche nel 2025, tanto che Lotus ha ridotto a 30mila unità la previsione di 76mila immatricolazioni (-60,5%).
A monte di questa revisione c'è la decisione delle autorità degli Stati Uniti di imporre tariffe di importazione del 100% sui veicoli elettrici costruiti in Cina. Un elemento - ha detto Feng - che ha «influenzato drasticamente le nostre previsioni». Il consuntivo del primo semestre, commenta Msn, ha visto 4.873 immatricolazioni suddivise equamente tra il suv elettrico Eletre (made in Cina) e la sportiva con motore termico Emira, prodotta invece nel Regno Unito. L'arrivo dei dazi comporterà ora un forte freno delle vendite delle due elettriche Eletre e Emeya che stanno per essere lanciate negli Stati Uniti che sono il mercato più grande per Lotus. Per rimediare a questa situazione verso la fine dell'anno Lotus «rilancerà o riposizionerà il prodotto in Europa - ha affermato Feng - e in particolare in Europa, stiamo pensando di introdurre nuove varianti».