Una dipendente Fiat nel video del 2014 sugli operai che ballavano in fabbrica

Marchionne: a ogni operaio Fiat fino
a 10.000 euro degli utili nei prossimi anni

di Diodato Pirone
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Questa volta Fiat Chrysler lancia un messaggio di svolta non solo all’industria ma all’intera economia italiana: si possono aumentare i salari facendo partecipare i lavoratori alla distribuzione degli utili.
Il “piano” consegnato oggi ai sindacati dall’amministratore delegato Sergio Marchionne è molto innovativo: i premi (fino al 10% circa del salario) vengono legati all’aumento dell’efficienza sia dei singoli stabilimenti che dell’intera FCA europea. Se la fabbrica e i vari marchi andranno bene e faranno utili ogni lavoratore potrà incassare premi sempre più alti fino ad un massimo di 10.000 euro in più fra il 2015 e il 2018.

E’ una cifra rilevante se si pensa che mediamente un operaio Fiat guadagna fra i 20 e i 25 mila euro lordi annui.

Ma più che per la quantità (600 milioni di maggior spesa in più anni), l'operazione va giudicata sul piano della qualità. Il senso "culturale" dei premi di Marchionne è chiarissimo: stop alla contrapposizione fra capitale e lavoro. Per il manager col maglioncino - accusato negli anni scorsi non solo dalla Fiom di essere un incompetente e uno sfruttatore - se le aziende investono bene e aumentano il valore aggiunto dei loro prodotti anche la professionalità del lavoratore può esserne premiata.

Da dove vengono i soldi messi sul piatto dalla Fiat? Dalla coraggiosa decisione - maturata solo grazie alla massa critica di 100 miliardi di fatturato raggiunta con Chrysler - di produrre in Italia auto più complesse (come ad esempio la Jeep Renegade e la 500x), più care e destinate non solo all'Europa ma a tutto il mondo. Il grosso degli utili arriverà poi dalle Alfa Romeo che stanno per essere lanciate e che saranno costruite anche a Cassino.

Praticamente Marchionne moltiplica per tutti i 46 stabilimenti italiani Fiat e Cnh (camion e trattori) l'esperienza maturata con la Maserati di Grugliasco: qui una fabbrica chiusa per sei anni è arrivata a produrre l'anno scorso 36.000 Ghibli e Quatttroporte con valore medio vicino ai 90.000 euro. Queste auto hanno prodotto utili consistenti e infatti già nello scorso gennaio FCA aveva assegnato ai 2.500 dipendenti dello stabilimento torinese un premio di 300 euro "una tantum".

In questi lunghi anni di crisi gli italiani si sono abituati a veder svalutato il loro lavoro. La crescita degli stipendi si è fermata, l’ondata di cassa integrazione e di contratti di solidarietà ha sgonfiato le buste paga e ridotto i redditi. Ora il caso Fiat, che proprio grazie al suo sbarco in America resta la più grande impresa manifatturiera italiana e la settima nel mondo del settore auto, dimostra che c’è un’alternativa: capitale (privato) e lavoro possono crescere assieme. Uno slogan ancora impopolare in Italia. Ma in Fiat le carte cominciano a cantare e non solo per Fiat. Bisognerà farsene una ragione.

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Giovedì 16 Aprile 2015 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA