Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne

Marchionne ha incontrato Montezemolo
a Maranello, si decide il futuro Ferrari

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MARANELLO - Il faccia a faccia tra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne c'è stato. Nell'incontro a Maranello, dove l'amministratore delegato della Fiat ha partecipato alla kermesse di due giorni della Philip Morris, sponsor del Cavallino, potrebbero essere stati concordati i tempi del divorzio tra Montezemolo e la Ferrari.

Niente trapela nè dal Lingotto nè da Maranello. Le prossime ore sono decisive. In agenda c'è, giovedì pomeriggio, il consiglio di amministrazione della Ferrari convocato già da tempo per esaminare i conti del semestre: se non succederà nulla prima, Montezemolo, che è alla guida del Cavallino da 23 anni, potrebbe presentare al board le dimissioni. Tra le questioni da definire l'entità della buonuscita che qualcuno ipotizza milionaria. «Un dibattito non appassionante, la vera notizia sarebbe darla ai lavoratori», ironizza Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim. In ogni caso i tempi per formalizzare il divorzio sono stretti: bisogna fare chiarezza prima dello sbarco di Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street, prevista per il 13 ottobre.

Uscito di scena Montezemolo bisognerà procedere altrettanto rapidamente alla nomina del suo successore: molto probabilmente sarà lo stesso Marchionne ad assumere la presidenza della Ferrari, forse affiancato come amministratore delegato da Harald Wester, numero uno dell'Alfa Romeo e della Maserati. Per Montezemolo, che ha avuto un ruolo centrale al tavolo con Etihad, è sempre più probabile la candidatura al vertice della nuova Alitalia.

E suonano come un'investitura le parole di un socio importante qual è Giorgio Castellucci, ceo di Atlantia: «Le competenze e la conoscenza dell'operazione sono tali che ne farebbero un ottimo presidente», afferma. Lo scontro tra Marchionne e Montezemolo, che si è acutizzato, negli ultimi giorni, anche se i rumors su un possibile divorzio non sono una novità, cela una divergenza sulla strategia da dare alla Ferrari. Difficilmente cambieranno alcuni elementi portanti, peraltro indicati anche nel piano presentato a maggio a Detroit: una produzione limitata a non più di 7.000 auto all'anno e, almeno per ora, nessuna scissione con relativa quotazione del brand del Cavallino.

Le posizioni sono però distanti sul ruolo della Ferrari all'interno del gruppo. Montezemolo ha sempre interpretato la società come un'entità autonoma con proprie logiche, diversa da tutte le altre. Marchionne invece la considera una delle società del gruppo e, con la Maserati, un tassello del brand del lusso che ha un ruolo centrale nella strategia di Fca. Dare a Wester le redini di Alfa, Maserati e Ferrari rientrerebbe perfettamente in questo progetto. Non è quindi solo una questione di nomine ma una partita decisiva in vista del debutto alla Borsa di New York.


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Martedì 9 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 10-09-2014 09:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA